Il consigliere della Dc Paola Gozi ha sottoposto al Consiglio Grande e Generale il tema dei temi. Solo qualche giorno fa anche Repubblica.sm aveva dedicato un focus alla maternità surrogata sottolineando come il Covid-19 abbia se è possibile reso ancora più scandalosa questa odiosa pratica. Circola infatti in rete un video con i neonati che il Covid-19 ha impedito di consegnare ai rispettivi ‘committenti’, bambini parcheggiati in un albergo di Kiev ed esposti come merci. Di qui l’intervento molto opportuno del consigliere Gozi che parlando in comma comunicazioni ha detto:
“Cosa c’è di più importante dell’essere umano? Ma intorno alla vita, alla nascita, c’è purtroppo dell’altro.
Il progresso scientifico medico e tecnologico, il business hanno dato il via a manipolazioni ed interventi quali la maternità surrogata, chiamata anche gestazione per altri (GPA), utero in affitto, tecnica questa che riguarda la vendita di ventri materni utilizzati come macchine incubatrici di bambini, considerati questi ultimi come oggetti, come un qualcosa che si può scegliere. Nella maternità surrogata possono essere coinvolte fino a cinque figure: Il donatore/venditore di gameti maschili, che può o meno coincidere con l’uomo della coppia/il singolo uomo/uno dei due uomini che commissionano il figlio. La donatrice/venditrice di gameti femminili, che può o meno coincidere con la gestante, o con la donna della coppia/la singola donna/una delle due donne che commissionano il figlio, o può essere una donna terza. La gestante, i cui ovuli possono o meno essere utilizzati. Il o i genitori contrattuali, che possono coincidere o non coincidere con i genitori genetici, cioè coloro a cui appartengono i gameti utilizzati. Mi chiedo: Chi è quindi il genitore del nascituro? Questo atto di “commercializzazione e di sfruttamento del corpo della donna nelle sue capacità riproduttive”, indipendentemente dalla forma del pagamento, è in “netto contrasto con i principi bioetici fondamentali”. Tutto ciò è lesivo della dignità della donna e del figlio sottoposto come un oggetto a un atto di cessione il quale viene separato da almeno una delle due figure genitoriali naturali, una cosa inaccettabile. Quando si decide di soddisfare un proprio desiderio, senza rendersi conto di ciò che è bene e ciò che è male, perché comunque è possibile, siamo già nella direzione di ledere la libertà altrui. Non tutto ciò che è realizzabile ed è possibile con la tecnica è in quanto tale lecito. E la questione del diritto dei bambini a conoscere la propria identità biologica e storica? Conoscere le proprie origini biologiche è rilevante per conoscere la possibile presenza di malattie ereditabili e/o la predisposizione a determinate malattie genetiche. Riguardo il profilo psicologico, la possibilità di conoscere i propri genitori biologici è un passaggio basilare nella costruzione dell’identità personale di ogni individuo. Ciò che si è verificato a Kiev, in Ucraina è inammissibile. Circa cinquanta bambini, causa l’epidemia Covid 19 sono in balia degli interessi e delle decisioni della “fabbrica”, la compagnia ucraina BioTexCom, che ne ha gestito la procreazione e la nascita. Attraverso un video l’azienda in questione preme perché ai genitori committenti in diversi Paesi venga permesso di ritirare i bimbi, collocati in un albergo di Kiev già da un mese. Nel 2017 era stato presentato al Consiglio Grande e Generale un ordine del giorno poi approvato, al fine di predisporre entro ottobre del medesimo anno un progetto di legge che vietasse la pratica della maternità surrogata nella Repubblica di San Marino e di farsi altresì promotore presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite di una moratoria contro appunto la maternità surrogata. Nell’aprile 2018 fu presentata Istanza d’Arengo per chiedere di sancire il divieto per due pratiche mediche cosiddette “dell’utero in affitto” e “della fecondazione eterologa”, inserendo nell’ordinamento sammarinese un provvedimento di legge che lo disponga. Questa Istanza è stata bocciata e nella stessa seduta è stata approvato un ODG per predisporre un progetto di legge da Emanarsi entro l’anno 2018. Alla luce di tutto questo e al perdurare di un vuoto legislativo assolutamente da colmare, la nostra posizione è di rinnovare la stesura di un progetto di legge che vieti la pratica della maternità surrogata altresì che San Marino diventi promotore presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite di una moratoria contro appunto questa tecnica”.
Repubblica SM