San Marino. No mask dimostrano in Contrada Omerelli. Possono andare d’accordo salute pubblica e libertà di pensiero? …di Alberto Forcellini

Ieri mattina, verso le 11,30, un gruppetto di donne ha manifestato in contrada Omerelli, davanti all’ingresso della Segreteria di Stato per la Cultura. Avevano delle coperte stese in terra e alcuni cartelli di protesta. C’era un bimbo piccolo con dei giochi sulla coperta. Nessuno indossava la mascherina. Probabilmente un “gruppo no mask”. E subito si è scatenata la discussione sul diritto di manifestare. Non sappiamo come sia andata a finire, se siano state allontanate, se qualcuno si sia fermato a parlare con loro, ma gli interrogativi rimangono: si può manifestare il dissenso contro le ordinanze restrittive? Si può stare in gruppo senza mascherina e non rischiare la multa? Era giusto che il bimbo stesse in un luogo così freddo? Ieri mattina la temperatura era di pochi gradi sopra lo zero.

È evidente che l’emergenza Covid-19 ha messo in luce problematiche giuridiche molto delicate, e non solo di carattere sanitario. In particolare, da molte parti si è giustamente paventato il rischio di un’eccessiva compromissione dei diritti costituzionali sulle libertà individuali. In questo contesto, lo scontro tra negazionisti e resto del mondo si è acuito talmente tanto da dilagare su tutti i mezzi di informazione e sui social. I due partiti si affrontano quotidianamente. Da una parte i sostenitori dell’emergenza sanitaria (la stragrande maggioranza), dall’altra quelli dell’emergenza democratica. C’è chi pensa che si tratti di una gravissima emergenza sanitaria e chi, invece, sostiene si tratti di un’emergenza democratica, con la graduale e pianificata soppressione della libertà dei cittadini voluta da non meglio precisati “poteri forti” e dalla convinzione che sia “tutta una montatura”. Il “Vangelo” del negazionista è l’ultimo arrivato nel caravanserraglio di esternazioni, a volte deliranti, che animano il web. “Un complotto delle élites mondiali, nato con la complicità magari di qualche stato, ideato per colpire l’Occidente e creare il mondo di Satana”.

Insomma, c’è un fronte ampio, trasversale e variegato che unisce all’insegna del “no al Covid” e “no alle mascherine” diverse sensibilità e orientamenti politici: negazionisti, complottisti, “no vax” e gilet arancioni, che in rete e sui social hanno creato numerosi spazi di condivisione e aggregazione, proprio mentre molti leader politici, classi dirigenti, autorità sanitarie e media sono impegnati nell’intento di spiegare come proteggersi dalla pandemia, monitorando l’andamento dei contagi e usando i DPI.

La disciplina della necessità e dell’urgenza messa a punto dagli Esecutivi di quasi tutti i Paesi europei e non solo, per fronteggiare tale situazione può ritenersi, senza dubbio, la più poderosa, restrittiva e limitante che la storia repubblicana ricordi dalla fine della seconda guerra mondiale, quindi circa dalla fine del fascismo, soprattutto durante le settimane del lockdown. Ma la situazione si sta ripetendo in tutte le zone dichiarate rosse. La domanda appare lecita e, per il giurista, addirittura inevitabile quando ad entrare nel gioco di un ineluttabile giudizio di bilanciamento siano diritti riconosciuti e garantiti dalla Costituzione, in particolare quelli di essi destinati ad essere limitati oltre misura.

Mentre i giuristi discutono se siamo ancora in uno stato di diritto o qualcuno stia compiendo un’azione che non sappiamo dove ci porterà, pensiamo che sia utile anche ragionare su altri due concetti che sembrano scontati, ma non lo sono: salute e sanità. Due concetti che, talvolta, vengono utilizzati nel gergo comune come sinonimo mentre, benché intimamente legati, sono ben distinti tra loro e con differenze significative. La principale? La salute esiste per definizione da quando c’è l’uomo proprio perché insita nel concetto di umanità. La sanità, invece, intesa come sistema sanitario organizzato e diffuso sul territorio, è nata a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, dunque da poco più di un secolo. Su entrambi i concetti, ci sono milioni di studi, ma è indiscutibile che oggi, di fronte alla pandemia, salute e sanità sono talmente correlati da essere sovrapponibili. Infatti per fare in modo che il sistema sanitario possa continuare a fare il suo lavoro e curare tutti, ciascuno di noi è chiamato a proteggere la sua salute con gli unici sistemi di prevenzione, i famosi DPI (dispositivi di protezione individuali). Poi, ciascuno è libero di pensarla come vuole, ma può ringraziare che non siamo in Svizzera dove, qualche giorno fa, è arriva una provocazione shock: “Per i negazionisti niente terapia intensiva”.

a/f