Ecco il resoconto Dire degli interventi dei vari consiglieri in Consiglio Grande e Generale relativamente al comma 31, dedicato alla nomina del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio.
Si apre un lungo dibattito, cui sono iscritti ad intervenire in 34. Ad aprirlo il segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli, per presentare la candidatura di Marco Giancarlo Rossini. Il Segretario Celli sottolinea poi che, nella scelta del candidato, si è agito con un metodo innovativo. “In passato spesso c’era un nome a scatola chiusa- manda a dire- sul profilo noi abbiamo detto cose specifiche, ovvero formazione giuridico-economica, professionista con comprovata esperienza, cittadinanza sammarinese, un personaggio esterno alla Fondazione”. Critica invece l’opposizione, a partire dal Pdcs che boccia il metodo, lamentando la mancanza di confronto, ma anche il nominativo scelto. “Rossini non è la persona adatta per questo incarico- sottolinea il capogruppo Alessandro Cardelli– serviva una persona super partes, invece c’è il rappresentante di una parte politica”, ovvero Ssd. Ribadisce i concetti Iro Belluzzi per il Psd che annuncia astensione per mancanza di condivisione sulla scelta del candidato. Per Federico Pedini Amati, Md-Si, la nuova politica usa gli stessi metodi della vecchia: “Una nomina così importante non deve essere fatta a colpi di maggioranza- stigmatizza- come ancora una volta avete fatto”. Pollice verso anche da parte di Marianna Bucci di Rete: “Non solo non c’è volontà di condivisione- osserva- ma non c’è nemmeno volontà di dare all’opposizione facoltà di controllo”. Dalla maggioranza invece si delineano le indicazioni per il futuro Presidente della Fondazione. Tony Margiotta, Ssd, anticipa la presentazione di un ordine del giorno nel corso del dibattito e ricorda come l’Odg del gennaio 2016 sia stato disatteso. Matteo Ciacci, C10, mette in guardia da chi vuole conservare lo status quo e il proprio potere in Cassa di risparmio. “Noi vogliamo una governance preparata che la sappia riportare a generare utili- prosegue- lo Stato dovrà avere una quota di capitale sociale adeguata agli sforzi economici fatti in questi anni”. Stefano Palmieri, Rf, rivendica il diritto per lo Stato di “riequilibrare il peso delle azioni dentro Cassa” e anticipa che l’Odg della maggioranza darà a Presidente e Fondazione l’input di farsene carico.
Il dibattito viene interrotto quando devono prendere la parola ancora sei consiglieri iscritti. Solo nella prossima sessione consiliare sarà possibile concluderlo, procedere alla votazione del candidato per la Presidenza della Fondazione e terminare infine i punti rimasti all’ordine del giorno.
Di seguito un estratto degli interventi al Comma 31.
Comma 31. Nomina del Presidente della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino – S.U.M.S.
Simone Celli, Segretario di Stato alle Finanze
La nomina è un passaggio politico e istituzionale di indubbia rilevanza. E’ di competenza del Consiglio. La nomina deve rappresentare uno step funzionale all’ordine del giorno del gennaio 2016. L’individuazione di una candidatura è sempre oggetto di mille disquisizioni. Abbiamo agito con un metodo innovativo. In passato spesso c’era un nome a scatola chiusa. Sul profilo abbiamo detto cose specifiche: formazione giuridico-economica, professionista con comprovata esperienza, cittadinanza sammarinese, un personaggio esterno alla Fondazione. Noi ragioneremo su profili e mission in ogni nomina, anche in futuro, quando si tratterà del riassetto della governance di Cassa di risparmio, con il Cda. Le nostre linee guida sono derivate da un ordine del giorno che molti rappresentanti di Adesso.sm avevano votato dall’opposizione, il 22 gennaio 2016. La quota partecipativa dello Stato in Cassa di risparmio sarà proporzionale al grandissimo investimento fatto dallo Stato. Si tratta di tre interventi di ricapitalizzazione. Lo Stato ha messo nel capitale sociale oltre 180 milioni di euro. Per noi Cassa di risparmio è un asset strategico sul quale basare la riorganizzazione della finanza pubblica e privata. Siamo di fronte a una crisi duplice, dei conti pubblici e del sistema finanziario. Le due crisi meritano una soluzione di sistema. In quanto banca dello Stato sarà il pilastro per impostare il piano di consolidamento e rilancio del settore bancario e finanziario. Sarò un progetto di prospettiva. A chi dietro di me sorride ma in 4 anni non ha risolto problemi, lancio una sfida: vogliamo condividere con le opposizioni questa fase delicata. Noi proponiamo come governo una visione di alto livello, che dovrà avere il supporto di Fmi, Banca mondiale e Ue. Rigetto le idee sulle scalate di imprenditori più o meno locali, più o meno occulti. Presento la candidatura dell’avvocato Marco Giancarlo Rossini.
Enrico Carattoni, Ssd
Il termine contenuto nell’ordine del giorno del gennaio 2016 non era stato rispettato. Questo è stato uno dei motivi di frizione nella passata legislatura. Fra varie forze parlamentari c’era resistenza nel voler avviare questo percorso. Noi non presentiamo solamente un nome. Noi diamo attuazione a un percorso. Negli ultimi 2 anni le relazioni del Fmi hanno ribadito l’anomalia negli assetti proprietari e nella governance di Cassa di risparmio. Ci sono stati 3 finanziamenti fatti a Cassa di risparmio. Lo Stato ha investito tantissimo, e ha fatto bene. E’ bene che lo Stato possa dire la propria nella gestione dell’istituto. Non possiamo fare regali. Vogliamo dare le linee di indirizzo. La scelta di Rossini non è casuale: è una persona esterna alla Fondazione, è sammarinese, ha già esperienza in questo settore, conosce la materia e i problemi che affliggono Cassa di risparmio.
Alessandro Cardelli, Pdcs
Il 27 dicembre il segretario Celli diceva in Aula: ‘Oggi siamo qui a garantire il Paese, anche chi non ci ha votato al primo turno’. Nella prima occasione di confronto politico importante ha testimoniato che la promessa non è stata mantenuta. All’incontro di venerdì all’opposizione non è stato detto alcun nome. Si è parlato solo di profili. Lunedì, a un nuovo incontro, il governo e la maggioranza hanno portato un solo nome. Questo non è confronto. Noi avremmo voluto una figura diversa, con un profilo diverso. Perché non un esperto? Perché non una persona interna alla Fondazione? Rossini non è la persona adatta per questo incarico. Serviva una persona super partes. Invece c’è il rappresentante di una parte politica. Marco Rossini il 28 giugno 2016 veniva nominato in quota Psd come rappresentante per vedere il nuovo assetto societario di Cassa di risparmio. Questa nomina ha un colore politico, quello di Ssd. Noi non voteremo questo candidato. La nomina di oggi ha una parentela in una segreteria di Stato. Girano alcune voci nella cittadinanza, Celli ha garantito che non ci saranno scalate di soggetti privati, ciò per noi è fondamentale.
Francesco Mussoni, Pdcs
Mi insospettiscono i riferimenti di Celli e Carattoni. Siamo qui perché Nicolini si dimette. Quindi questo è un atto dovuto. La maggioranza, invece di cercare una condivisione, vuole mascherare una nomina che è politica, legata a una parte. Di garanzia sulle partecipazioni dello Stato qui non c’è nulla. Ci sono parentele che hanno presenze politiche. C’era necessità di trovare una sintesi diversa.
Matteo Ciacci, C10
La composizione societaria di Cassa di risparmio non rispecchia l’intervento economico immesso dallo Stato: più di 180 milioni di ricapitalizzazione che devono essere tenuti in considerazione. L’ordine del giorno del gennaio 2016 è stato disatteso da una parte della scorsa maggioranza, che ora ha preso la strada di un progetto politico diverso rispetto ad Adesso.sm. La Cassa di risparmio deve tornare a fare utili, modificando le logiche gestionali e anche la sua governance. Siamo determinati nel fare in modo che l’Odg venga portato avanti con celerità. C’è chi vuole conservare lo status quo, il proprio potere in Cassa di risparmio. Noi vogliamo una governance preparata che la sappia riportare a generare utili. Lo Stato dovrà avere una quota di capitale sociale adeguata agli sforzi economici fatti in questi anni. Voglio capire cosa pensa il Pdcs: lo Stato non deve avere una quota azionaria proporzionata? La nuova presidenza sarà all’altezza della situazione. Servirà competenza, dialogo, ma allo stesso tempo decisione e convinzione. Su ciò noi non arretreremo di un millimetro.
Tony Margiotta, Sud
Lo Stato ha investito 185 milioni di euro per il sostegno di questa realtà bancaria. La nomina del presidente della Fondazione mostra un cambiamento rispetto al passato. Ci sarà un indirizzo preciso che sarà consolidato da un ordine del giorno presentato proprio in questo dibattito. L’Odg del gennaio 2016 è stato disatteso. Noi al governo non c’eravamo. Questo processo è dovuto, e doveva essere fatto all’epoca. Invece non è stato fatto niente, si è invece dato credito ai dubbi secondo i quali qualcuno, dai banchi della scorsa maggioranza, cercava di proteggere certe dinamiche e certi interessi. Noi questo non lo vogliamo. Noi non abbiamo intenzione di favorire l’interesse di qualche privato, ma dare seguito all’Odg dell’anno scorso.
Iro Belluzzi, Psd
Probabilmente il nuovo metodo fa parte degli slogan perché nei primi passaggi importanti non trova sostanza. Staremo attenti sulle linee e idee che il Segretario Celli vorrà portare sul sistema finanziario, mi fa piacere che la politica voglia intervenire sulle sue azioni di sviluppo, cosa che vede essere fatta. Prima infatti si diceva che i manovratori- ergo Bcsm- non dovevano essere disturbati. Sulla nomina nulla da eccepire rispetto capacità e professionalità di Rossini, è figlio di buona famiglia, è un elemento di sicurezza per tutto il sistema. Ma vorrei ricordare alcune questioni, ovvero quanto sia importante il ruolo che dovrà incarnare il presidente, nella volontà di poter contare di più nella governance di Cassa e in funzione che, di fronte ad un importante esborso, ci sia controllo immediato. Su inadempienze e non volontà del passato governo nel non portare avanti la giusta ricollocazione dei pacchetti azionari tra Stato e Fondazione, sottolineo che era necessaria una lunga opera di diplomazia per trovare convergenze. Per questo si chiede che la figura indicata come presidente davvero rappresenti tutto il Paese. Credo fareste bene a confrontarvi in modo meno frettoloso per indicare chi meglio può assumere un ruolo così delicato. Noi diversamente ci asterremo perché non c’è condivisione.
Stefano Palmieri, Rf
Riequilibrare il peso delle azioni dentro Cassa non è qualcosa su cui discutere, è ormai una presa d’atto. E’ un diritto che lo Stato deve- non può- esercitare a tutela di cittadini, depositanti e clienti di Cassa. L’Odg che presenteremo tiene conto di questo, l’input che viene dato al presidente e a tutta la Fondazione è di farsi carico di tutta questa situazione che ci viene segnalata ogni anno da Fmi. Nel momento che aderiamo a questo organismo non possiamo ignorare le sue raccomandazione, altrimenti usciamo, almeno non facciamo figuracce. Sono tre anni che ci dicono cosa fare sul sistema finanziario e su Cassa. Ccrsm dovrà passare, per quanto riguarda l’azionariato, in mani pubbliche, deve diventare completamente pubblica. Un altro auspicio che faccio al presidente: chiedo che il Cda rinunci al compenso dei suoi componenti per destinare le poche risorse che si hanno alle iniziative culturali.
Pasquale Valentini, Pdcs
La nomina viene in Consiglio per l’importanza a rilevanza sistemica che la Fondazione ha rispetto al sistema bancario. La delegazione Fmi ha vissuto la criticità di Cassa con la vicenda Delta, ha sollecitato l’intervento dello Stato perché, per quel valore sistemico che attribuiva a Cassa, ha condiviso il fatto che non si poteva dare in mano a qualsiasi investitore privato. Cosa che avrebbe snaturato la funzione dell’istituto. L’intervento dello Stato era fondamentale temporaneamente per consentire a Cassa di risanare la situazione e attraversare questo passaggio delicato, senza che fosse messa in difficoltà la principale istituzione finanziaria del Paese. Questa la situazione su cui il Fondo monetario ha seguito tutti i passaggi con una dialettica continua tra Fondo, istituzioni e Bcsm. Quegli interventi fatti dallo Stato hanno comportato già una revisione della situazione rispetto i rapporti di proprietà della Cassa, ma non è sufficiente e adeguata al tipo di intervento che lo Stato ha fatto. Però la soluzione non è solo trovare quale percentuale spetti a Stato e Fondazione, il problema è trovare un progetto dove, a fronte di questo aspetto, si trovi la modalità con cui lo Stato esca dalla Cassa e la Cassa non sia snaturata. Come fare perché la Cassa torni a fare utili e abbia capitale per camminare con le sue gambe e lo Stato esca dalla posizione di supporto. Dire che ‘non si è voluto fare’ è troppo semplicistico. Andiamo a vedere quali sono stati i problemi che non hanno consentito a realizzare questa prospettiva. Non entro nel merito della figura proposta. Riconosco solo che è stata molto più condivisa la precedente nomina di quella attuale anche nel metodo. Non coloriamo di cose così evidenti quello che è un passaggio importante come questa nomina. Mettiamo sul tavolo i problemi reali e non presunti.
Federico Pedini Amati, Md-Si
Il mondo bancario di San Marino parte da Cassa di risparmio, in quota prima del Pdcs. Questo asset oggi sembra doversi spostare da una parte politica ad un’altra . Quando si dice ‘temporaneamente nazionalizziamo Cassa per poi ricollocarla sul mercato’, qui mi manca qualcosa. Prima dobbiamo averne quindi il controllo, poi si può pensare a gestire un Paese? Le colpe di questo metodo sono da dividere equamente tra vecchia politica e quella nuova che è vecchia nei metodi che sta usando. Marco Rossini è persona intelligente e non si farà usare, ma serve nel passaggio utile a ‘diminuire’ gli organismi interni alla Fondazione e per passare quote all’Eccellentissima Camera. Così questa maggioranza ne avrà controllo diretto attraverso un suo Presidente.
Una nomina così importante invece non deve essere fatta a colpi di maggioranza, come ancora una volta avete fatto. Voi parlate di ‘condivisioni, tavolo con le opposizioni, vogliamo collaborare…Cassa è di tutti e ci vuole buon senso etc’. In funzione di questi slogan pensate davvero che la nomina del presidente di Fondazione non sia un tema da condividere con l’Aula? Ci chiamate venerdì alle 17 prima dell’inizio del Consiglio previsto lunedì. Questo è il nuovo modo di fare politica. Ritengo Marco Rossini un ottimo professionista, ma prima di portare una nomina così importante il Paese doveva avere in chiaro la questione Npl. Invece si aveva particolare urgenza. Questo cambio di metodo e passo non c’è. Hanno ragione i democristiani quando dicono che il precedente presidente aveva condivisione dell’Aula. Siete scivolati e vi stanno portando in un burrone”.
Marianna Bucci, Rete
Per il Bilancio nessuno si è lamentato di mancanza di condivisione, ma in questo caso una riunione convocata venerdì per una decisione del lunedì non può essere definita condivisione. Siete voi che avete detto a tutti i microfoni che la nomina della presidenza della Fondazione sarebbe stata condivisa. Non solo non c’è volontà di condivisione, ma non c’è nemmeno volontà di dare all’opposizione facoltà di controllo. Rileviamo continuità nel metodo ma anche nei contenuti. Non ci prestiamo al gioco di venire al tavolo per obbedire alle istanze dell’Fmi.
Massimo Andrea Ugolini, Pdcs
L’obiettivo principale era mettere in sicurezza la Cassa di risparmio. Si voleva far sì che lo Stato potesse, a fronte delle ricapitalizzazione, riacquisire un ruolo predominante nell’istituto. Nelle nomine fatte nel Cda ci fu un’indicazione dell’esecutivo, 5 nominativi sono stati indicati dal governo, più il presidente. Sui 5 nominativi ci fu un confronto per far sì che fossero rappresentativi. Dobbiamo far sì che la Cassa di risparmio torni a fare utili.
Dalibor Riccardi, Psd
In alcuni punti condivido l’intervento di Celli, in altri no. Condivido in pieno l’impegno del passato Odg per avere dei posti nella governance della banca. Sul nuovo presidente sono state fatte due riunioni. Dell’esistenza della prima l’ho saputo il giorno prima, mi sembra una cosa dell’ultimo secondo, fatta giusto per dire che è stata fatta. Lì mi pare non siano emersi nomi, ma si sia parlato di caratteristiche. Dall’incontro del lunedì è uscito solo un nome. E’ un professionista serio, lo conosco. Però la condivisione non può avvenire in 2 o 3 giorni, serve un confronto più aperto e più democratico. Sono scettico. Ci asterremo non per il nome del professionista, ma per il metodo.
Mariella Mularoni, Pdcs
Mi chiedo: considerato che dovrà rispondere all’assemblea della fondazione, perché non scegliere il presidente fra i componenti dell’assemblea stessa? La figura scelta è nuova e giovane, sono elementi a favore. Ma come libero professionista sembra abbia una causa contro Cassa di risparmio. Se fosse vero, ci sarebbero elementi di incompatibilità. Il governo dovrebbe fare delle verifiche a proposito, prima di procedere con la nomina. Chiedo al governo: la mission da affidare al futuro presidente è in linea con gli interessi della fondazione? L’Odg presentato è inconsistente. Non sono soddisfatta, non voteremo il candidato indicato, anche perché è mancato il confronto con l’opposizione.
Nicola Selva, Rf
Questo istituto sarà un asset fondamentale per rilanciare il comparto bancario e finanziario. Non è vero che Celli non ha dato indicazioni, l’ha fatto. Forse non l’avete sentito. E’ necessario procedere con questa nomina, come raccomandato dal Fmi. Dal consolidamento dovremo poi i arrivare al rilancio del settore. E’ questa la nostra mission. Il metodo è stato nuovo: non era mai successo che ci si incontrasse su questi temi. Forse un po’ in ritardo, ma ci siamo confrontati. E abbiamo chiesto se qualcuno aveva dei nomi da fare: vi sembra poco? Faremo una ricognizione sulle nomine del passato e i legami con i partiti. Il vecchio presidente si è dimesso quasi un anno fa. Abbiamo chiesto in tutte le occasioni di poterlo nominare, non lo avete mai voluto fare. Forse perché il vice presidente era un esponente del vostro partito?
Luca Boschi, C10
Obiettivo è salvaguardare il valore della banca per un rilancio deciso nel minor tempo possibile. Ci sono nodi legali da sciogliere e difficoltà. Il tema è delicato. Il compito del nuovo presidente sarà trovare un punto di convergenza fra la fondazione e lo Stato per la giusta redistribuzione delle quote sociali. Sbaglia chi parla di nazionalizzazione. Sistemati i conti si procederà con un passo indietro dello Stato, con una vendita, ma non una svendita, delle quote. Sul metodo: condividere non significa spartirsi le poltrone. E’ nei criteri di scelta, che devono essere trasparenti. Chi vince ha l’onore e l’onere delle scelte.
Oscar Mina, Pdcs
La nomina mi sorprende. Il metodo per me non è una novità: si procede come sempre. La nomina ha le sembianze di una sorta di alternanza alla guida politica della fondazione. Carattoni ha affermato che Rossini non ha una posizione politica predefinita. E’ invece in quota a un’area politica ben definita. Ci potrebbe inoltre essere un palese conflitto di interessi, è bene verificarlo. Essendo una nomina consiliare, doveva essere condivisa in quest’Aula. Invece si va in un’altra direzione. Confermo la nostra posizione: non voteremo questo nominativo.
Stefano Canti, Pdcs
Il dibattito di un anno fa sul sistema bancario e finanziario era stato molto approfondito e aveva portato all’approvazione di un Odg. I voti favorevoli erano 38, quindi non si era registrata larga maggioranza. Solo 3 dell’opposizione avevano votato l’Odg. Fu incaricata una delegazione per le trattative con l’istituto. Furono poi indicati 3 professionisti per la revisione degli accordi vigenti in materia di asset partecipativi. La legislatura si è poi interrotta prematuramente, quindi questo percorso si è interrotto. Il segretario ha parlato di metodo innovativo: ma questo non lo è. Questo governo si trova di fronte alla seconda nomina che fa. La prima era del direttore dell’Iss, sulla quale non c’è stato confronto con l’opposizione. In questa seconda nomina il confronto ci è stato, ma avete solo descritto un profilo. Non si è parlato di nomi nel primo incontro, nel secondo ne è stato fatto uno. Questa nomina ha un colore politico.
Alessandro Bevitori, Sud
Siamo certi che Marco Rossini potrà realizzare un ottimo progetto nella tutela e salvaguardia di ciò che è considerato patrimonio di tutti i sammarinesi. Come da programma di Adesso,sm, noi vogliamo tutelare Cassa di risparmio e i depositi dei sammarinesi che sono al suo interno. E’ banca di sistema e deve rimanere tale per San Marino. E’ urgente intervenire per la sua messa in sicurezza e un governo responsabile deve occuparsi con solerzia di questo. I finanziamenti erogati da parte del nostro Stato Ad oggi Cassa vede partecipazione dello Stato come azionista di minoranza rispetto azione detenuti da Fondazione e Società mutuo soccorso Sums che insieme vedono 53% capitale sociale di Carisp. Ritengo indispensabile un’operazione di equilibrio delle partecipazioni detenute rispetto capitale sociale di Carisp. Va intrapreso un percorso che restituisca a llo Stato e ai sammarinesi ciò che lo Stato ha finanziato, si parla di decine e decine di milioni di euro ad ogni singolo intervento. Chi ha immesso i denari in Cassa è lo Stato ed è giusto che diventi titolare di maggiorazna di proprietà. Lo prevedono le normative vigenti. Sono certo che il profilo professionale di Rossini è figura che potrà garantire un processo in questa direzione per garantire al meglio interesse di tutti i sammarinesi.
Teodoro Lonfernini, Pdcs
Ho ascoltato con interesse relazione del Segretario Celli, buona parte la condivido, buona parte meno, ma mi preoccupa quello che è mancato.
Negli interventi dei consiglieri è stato ripetuto un ritornello che si è protratto in tante occasione in quest’Aula. Credo che i cittadini, se ci ascoltassero, sentirebbero tanti interventi fotocopia di quando abbiamo trattato già tante volte di Cassa di risparmio e sistema bancario. Ma in questo facciamo un favore al sistema bancario o facciamo male, mettendolo forse più a rischio nel giudizio del risparmiatore? Sono domande che mi pongo e credo lo faccia anche chi guarda al nostro Paese con attenzione. Avete poi parlato di metodo innovativo. Leggendo i giornali, mi ero un po’ illuso e mi aspettavo che qualcuno chiamasse l’altra parte del Paese per sentire l’opinione che voleva portare in Aula in funzione della rosa possibile di candidati. Ma ho atteso invano. Il nostro delegato è venuto alla riunione di Palazzo Begni e ne è uscito senza il nome dei candidati. Sono caduto nella conferma del sistema che si sta rotolando su se stesso, mentre voi vi riempite la bocca del cambio di metodo innovativo. Un paio di giorni fa avete presentato poi il nominativo nella persona dell’avvocato Rossini, nella sua persona non esprimo che un giudizio positivo. L’avete posto come soggetto che ha i requisiti – cittadinanza, rinomata professionalità e credibilità, figura esterna a Cassa. Io sinceramente di innovativo in questi requisiti non ci vedo nulla, vedo tanta normalità, ma certo sono lieto che Rossini risponda a questi requisiti. Piuttosto avete parlato di profili come se ci fosse un identikit particolare e di missione o visione. Sorgono quindi serie di domande per il segretario: se il metodo del confrontarsi è stato individuato come metodo innovativo e il confronto con l’opposizione è stato limitante, con altre realtà del Paese c’è stato? Si è confrontato con Abs? Con le realtà sindacali del Paese? Il sistema ha bisogno sicuramente di cambio di metodo, invito il segretario a fare un atto coerente che le darà forza per avere sostengo della parte politica matura, faccia in modo che si apra un ragionamento a tutto tondo, un percorso insieme in cui diamo sicurezza a risparmiatori e cittadini per affrontare anni che verrano e non per fare in modo che ci sia una parte che trascina e una che subisce. Faccia questo e avrà dalla sua parte il Pdcs. (…) Dire.it