San Marino. Nomina Garanti: “Giù le mani dai diritti dei cittadini”

Conoscere per deliberare diceva Luigi Einaudi. Quei tempi tuttavia sono lontani in Italia e ahinoi anche a San Marino. Ed è fortuna che ci sia chi abbia deciso di mettere le proprie competenze e spendere le proprie energie a cercare di alzare l’asticella. Lo ha fatto in un lungo e dotto intervento sul Collegio Garante il consigliere di Npr Gian Nicola Berti. “Evidentemente – ha detto riferendosi alla polemica infinta sulle nomine dei nuovi membri del Collegio Garante – un ulteriore ufficio di presidenza e una ulteriore possibilità di formulare nuovi nomi data all’opposizione non ha sortito gli effetti sperati. Qualcuno si stupisce per la solerzia con la quale la maggioranza ha ritenuto doveroso intervenire formulando dei nomi di massima caratura per riportare il Collegio a pronunce che siano effettivamente in linea con la cultura giuridica di questo Paese. Si doveva protestare piuttosto per la mancata nomina dei membri e per il regime di prorogatio, la carta dei diritti dà indicazioni precise. Il Collegio garante a differenza di altri organismi non viene sostituito al momento della decadenza ma la nomina in Consiglio va effettuata tre mesi prima della scadenza, questo ha un significato chiaro, nel momento in cui si raggiunge il termine, c’è una deadline, un termine che non si può superare. Ciò perché parliamo di un organo apicale al quale nessuno può dire cosa può fare se non la legge, in questo caso la legge costituzionale. La durata dell’incarico è norma costituzionale e non può essere soggetta a prorogatio”. Berti ha continuato con un ragionamento ampio che si è spostato anche sull’attività del Collegio Garante: “Questo organo in questo periodo – e tengo un profilo basso – a mio modo di vedere ha posto in essere anche una serie di violazioni della nostra carta dei diritti”. E qui il consigliere di Npr si è dilungato nell’analisi di un’ordinanza, quella dello scorso 15 aprile che apre scenari piuttosto inquietanti perché il Collegio introduce il tema del tribunale speciale dei magistrati (“Questo – ha spiegato l’avvocato – quando altri membri molto autorevoli del Collegio Garante in passato avevano detto chiaramente di porre massima attenzione ai tribunali speciali) imponendo al Consiglio un termine per la sua introduzione che dalla fine dello scorso ottobre è stato spostato al prossimo aprile. “Vale a dire che fino ad aprile se un magistrato commette un reato resta impunito, a mio modo di vedere è grave che i procedimenti per la responsabilità dei magistrati siano stati tutti sospesi”. “Questo collegio che vuole sostituirsi al Consiglio è intervenuto già altre volte a gamba tesa penso solo all’udienza fissata per l’8 gennaio pure nella consapevolezza che a elezioni appena avvenute, non c’era stato per alcuni nemmeno il tempo di leggere le carte”.
“Non stupiamoci poi – ha concluso Berti- se lo Stato ci cade addosso e se finiamo per essere condannati dalla Cedu. Questi signori che si autoprorogano ci vengono a dire chel’art.2 della carta dei diritti non è immediatamente operativo. Io ricordo che ci facevano i complimenti, che eravamo all’avanguardia. Era l’elemento più bello della civiltà giuridica del Paese. Una decisione del Collegio Garante ce l’ha tolta. I diritti dei cittadini sono un bene sul quale nemmeno questo Collegio Garante può permettersi di mettere le mani”. La visione del consigliere Berti è per molti versi la stessa del consigliere di Libera Rossano Fabbri che ha a sua volta puntato il dito su un organo che troppe volte sarebbe incorso in errori grossolani dimostrando una scarsissima conoscenza dell’ordinamento giuridico sammarinese. Ma se per Rossano Fabbri il metodo adottato per le nomine corrisponde ad una forzatura per il consigliere di Rete Alberto Giordano Spagni Reffi (Rete): “il Collegio Garante è un organo istituzionale introdotto nel 2002, la sua funzione principale è quella di valutare la costituzionalità delle norme. Il potere è enorme, il contrappeso è il rinnovo dei membri. Sono due anni che alcuni membri sono decaduti, le nomine non sono mai state fatte. A garanzia della certezza del diritto era cruciale procedere in questo senso. La legge è stata rispettata perché avendo i 2/3 del consiglio abbiamo proposto nomine, saranno nomine di membri illustri. Abbiamo chiesto all’opposizione di fare proposte. Siamo veramente noi quelli che forzano la giustizia? Le forzature sono state ben altre, la revoca dell’ex magistrato dirigente, la forzatura su Guzzetta…”

Repubblica Sm