In altri tempi la vicenda Università avrebbe scatenato gli “appetiti polemici” dei partiti. Invece la campagna referendaria arrivata agli ultimi giorni sta mettendo Morganti, Canfora, Petroccelli in seconda linea: Tutto rinviato alla prossima settimana.
Al momento solo Upr e Sinistra Unita e brevemente Ap con il coordinatore Nicola Renzi oltre al Psd con la segretaria politica Marina Lazzarini, sono intervenuti in sostegno dell’operato di Giuseppe Morganti.
Dunque Nicola Renzi: “Per natura rispetto sempre le decisioni prese da chi si deve assumere anche le responsabilità. Sono dunque obbligato ad attenermi all’ufficialità. Dall’Università hanno detto che tutto si è svolto regolarmente, non ho elementi per supporre il contrario quindi mi rimetto alle loro decisioni. E, quindi, non posso commentare”.
Le irregolarità si riferiscono alla nomina del Senato Accademico, non alla scelta seppure conseguente del possibile Rettore.
“Per me non è questione di nomi ma di programmi. Aspettiamo di conoscerli. Tra l’altro abbiamo appena varato una Legge che per molti aspetti è condivisi- bile. C’è un aspetto rivoluzionario, moderno, una novità sul piano internazionale come quella della condivisione tra Istituzioni e organismi universitari. Si rispetta l’autonomia dell’Ateneo ma nello stesso tempo il Consiglio ha la possibilità di vagliare i piani accademici”.
Se lei fosse stato nel Senato Accademico chi avrebbe indicato come Rettore?
“Sorrido, ma ripeto non è questione di nomi. Chiunque fosse il candidato avrei voluto conoscere i suoi piani, i suoi progetti sul futuro della nostra Università”.
Sulla stessa linea di pensiero Marina Lazzarini (Psd) che con toni sorpresi dice. “C’è una Legge nuova, nata dopo contrattazioni anche aspre, discussa animatamente, poi accettata da tutti. Ora al primo test la si contesta. Non vedo il perché. Il Senato Accademico ha fatto quanto la Legge gli richiedeva. Ora spetterà al Consiglio e non al Governo decidere. Ovvio che se la proposta del Senato Accademico dovesse essere bocciata…”.
Si aprirebbero scenari forse impensabili.
GianMaria Fujano, La Tribuna