San Marino. Non c’era solo Simone Celli a collaborare con Confuorti … di Alberto Forcellini

C’è di che rimanere allibiti. L’aula consigliare non è la saletta del bar dove si commenta la partita di calcio, dove sono tutti CT, dove sono tutti Ronaldo o Totti. È vero, la politica è “anche” passione, ma prima di tutto dovrebbe essere la sede privilegiata degli interessi della comunità. Banca CIS non ha difeso gli interessi della comunità. Ha messo in piedi un’organizzazione complessa, manovrata dall’esterno, che tramite la politica nostrana, ha progettato l’occupazione sistemica della Repubblica, per svuotarla di ogni sua risorsa.

Un progetto partito da lontano, almeno negli ultimi 15 anni, in maniera così fine e sottile da non farsi accorgere subito, ma con una lungimiranza che è venuta evidente dopo le elezioni del 2016. L’elenco delle malefatte è noto e le responsabilità non sono tutte uguali. Vanno fatte distinzioni tra chi ruba una mela, chi i gioielli della corona e chi tiene il sacco. Già, perché un piano criminale non si regge se non ci sono i fiancheggiatori. Insomma, non c’era solo Simone Celli a collaborare con Confuorti. C’era con lui un intero governo e una maggioranza che votava a scatola chiusa tutto quello che veniva in Consiglio. C’era un organo di informazione che ogni giorno esaltava le azioni dei più forti massacrando gli oppositori. C’erano le truppe cammellate nel Paese, in Banca Centrale, in Carisp, negli uffici pubblici, che facevano da megafono, o da longa manus. Anche perché chi si opponeva, veniva maltrattato, mobbizzato, se non addirittura fatto fuori.

Purtroppo non si è vista una vera e propria discontinuità dopo lo show delle dimissioni di Celli. È vero, c’erano parecchi mal di pancia nella maggioranza di Adesso.sm, ma la spina è stata staccata solo quando banca CIS è stata dichiarata decotta.

Il progetto di fusione tra Carisp e BSM non è stato fermato dal governo di Adesso.sm, ma è stato smantellato da un gruppo di soci di ECF (l’Ente proprietario della banca). Se fosse proseguito (e c’è mancato poco) sarebbe stato il de profundis dell’intero sistema bancario sammarinese. Questa è stata la prima azione andata a buon fine contro i piani della galassia lussemburghese, ed è partita dalla gente, non dal governo di Adesso.sm

Le denunce contro il famoso “caso Titoli” fatte dall’allora opposizione, sono state fermate con un’azione progressiva di smantellamento del tribunale, che si sono riverberate perfino in questa legislatura. Basta vedere cosa è stato costruito intorno a Buriani per renderlo sempre più potente e dominante in tribunale. E c’è ancora chi lo difende…

La Consigliere Elena Tonnini, denunciata addirittura da un tribunale straniero per un intervento pronunciato nel pieno esercizio delle sue funzioni parlamentari, non è mai stata sostenuta dalle istituzioni sammarinesi. Anzi, sono stati studiati tutti gli espedienti per lasciarla sola da parte di un governo, che poi ha pagato l’avvocato a due giudici che avevano denunciato la Reggenza, il Consiglio e l’Ufficio di Presidenza (è ancora fatica a crederlo!)

Ben altro trattamento è stato riservato all’ex direttore Daniele Guidi, che dopo tre giorni ai domiciliari, è stato dichiarato “strainnocente”.

Strainncente? Nella relazione della Commissione c’è scritto ben altro!

Ci si può dimenticare di queste cose? Che non sono successe vent’anni, trent’anni fa. Sono successe un anno fa, due anni fa.

Ci vuole un libro per raccontare tutte le vicende dell’ultima legislatura, forse anche più di uno. La Commissione d’inchiesta si è concentrata, come era suo compito, solo su Banca CIS. Ne è uscito un quadro scioccante per quello che è successo in passato, dove la politica spesso si costruiva sulla spinte di interessi privati, ma non meno sconvolgente anche il quadro recente dove, certi personaggi, se lasciati agire, avrebbero distrutto irrimediabilmente la più antica Repubblica del mondo.

La gente, tutto questo, non lo potrà mai dimenticare!

a/f