Ho letto con interesse l’intervento di Stefano Ercolani, Presidente di “Asset Banca”. Non posso condividere le considerazioni svolte circa il cosiddetto salvataggio Banche e mi spiego.
Non è possibile confrontare il sistema economico di San Marino e di conseguenza la funzione del sistema bancario, a quello dei grandi Paesi: il fallimento di uno o più banche certamente produce dei disastri che vanno poi ad incidere su tutto il sistema economico e non solo sui singoli risparmiatori; è ovvio che i singoli Paesi, in un sistema globalizzato ed in particolare in un area fortemente industrializzata, come quella del mondo occidentale, garantire, per quanto possibile, il sistema economico-finanziario significa garantire il sistema imprenditoriale in generale ed in particolare il risparmiatore.
San Marino non aveva e non ha esigenze di difesa del sistema bancario; difesa che si traduce poi in uno spreco di denaro pubblico.
L’unica difesa che il nostro Paese aveva ed ha a disposizione per salvaguardare il sistema bancario era ed è quello di evitare di concedere concessioni o licenze a soggetti privi di ogni professionalità e consistenza sul piano gestionale e referenziale.
Un’ esempio per tutti: negli anni 2000 è stata accordata la concessione a svolgere l’attività bancaria alla Banca del Titano. Non appena costituita il capitale sociale si è volatilizzato ma, nonostante ciò, la banca ha continuato a svolgere la sua attività per anni senza nessun intervento da parte degli organi di Vigilanza.
Il risultato è noto. A pieni mani, per anni, si è continuato a rilasciare licenze e concessioni ad istituti bancari, a società finanziarie che, non solo hanno svolto la loro attività indisturbati, ma hanno creato le premesse per un intervento del mondo esterno che ha paralizzato la nostra economia, mettendoci in braghe di tela.
Attraverso le società finanziarie ed alcuni istituti di credito si sono sviluppate azioni che hanno permesso agli organismi internazionali di mettere San Marino nell’angolo, dal quale è difficile uscirne.
Certamente la responsabilità sono di natura politica; una poli- tica che si è lasciata corrompere esercitando un potere in funzione personale.
La corruzione è stata esercitata in maniera “sfacciata”, senza considerare le reazioni esterne ed in particolare senza tenere in considerazione che il sistema economico-imprenditoriale messo in piedi sarebbe crollato travolgendo tutti i settori, aprendo una crisi che non ha, purtroppo, soluzioni non solo in via breve ma anche in tempi lunghi.
In conclusione:
se la politica non si fosse lasciata trascinare su attività di carattere non dico speculativo, ma pericolose, termine eufemistico, non ci sarebbe stata la necessità di approntare leggi salva-banche e di mettere in piedi apparati burocratici costosissimi.
Ripeto: il risparmiatore ed in generale l’economia di un piccolo paese si può salvaguardare autorizzando la presenza in territorio di attività imprenditoriali sane, professionalmente organizzate, patrimonialmente strutturate.
Luigi Lonfernini su La Tribuna