Il bicchiere può essere mezzo pieno, o mezzo vuoto. Dipende da come lo si guarda, ma è sempre pieno a metà. Così per il Covid: possiamo avere un atteggiamento positivo e guardare tutte le cose che possiamo fare o che possiamo avere, nonostante la pandemia; oppure possiamo urlare, gridare, dare colpe, scaricare responsabilità su questo e quello, non accettare quanto viene imposto. Ma alla fine, l’emergenza sanitaria c’è e con essa ci dobbiamo misurare tutti quanti.
Il rischio zero non esiste, neanche in famiglia, neanche per i giovani e neanche a San Marino. Guardando i dati di ieri, viene confermata una tendenza della curva epidemiologica in leggere crescita, tutto il resto è variabile: più o meno il numero dei ricoverati: più o meno le terapie intensive; più o meno i guariti. Un altro dato ormai stabile da tempo: l’età media dei contagiati, che si attesta tra i 42 e i 43 anni. Vuol dire che non si ammalano solo i vecchi e che tutti gli altri sono immuni. In questa seconda fase, tanti sono i giovani, i bambini, gli adulti, che si contagiano e che rischiano di ammalarsi. Insomma, non ci sono solo i vecchi che sono suscettibili al contagio. Anzi! Quindi, nessuna giustificazione, soprattutto per i ragazzi, che non rispettano le distanze e l’uso della mascherina.
Altro luogo comune da sfatare riguarda le tante considerazioni sulla sovranità di San Marino, su cui si sono focalizzate le critiche dopo che l’Italia ha inserito San Marino in zona C. Disfatta del governo. Incapacità. Arroganza. Sconcerto degli operatori. Relazioni bilaterali inesistenti. Sovranità calpestata. Insomma, si è visto e si è letto di tutto e di più. Come se in zona C ci fosse solo San Marino e come se l’Italia avesse chiesto a tutti gli altri stati ivi presenti, il permesso di fare quello che riteneva più opportuno. Ovviamente non sta a noi rispondere alle critiche mosse contro il governo, ma qualche considerazione sulla sovranità, è legittima.
La sovranità è un concetto perfettamente assimilabile a quello delle nostre libertà personali in un contesto di tutela della salute pubblica: l’uno finisce dove comincia l’altro. Sovranità è un termine profondamente incrostato di ideologie, di aspettative e privo di un significato suo proprio. Per cui è una parola pericolosa, anche perché ha un significato giuridico assai poco preciso. Appartiene più alla teologia che al diritto.
Della sovranità intesa come potere assoluto, oggi non sapremmo cosa farcene. La sovranità appartiene al popolo. È una precisa scelta di campo, ma molto pericolosa, perché subito dopo viene vincolata al rispetto delle leggi. E comunque non può essere una pura espressione di forza. Essa infatti perde di importanza man mano che vengono istituiti e disciplinati gli strumenti con i quali essa può essere esercitata. Pensate solo a questo: tutti i cittadini sono parte di numerosi ordinamenti, appartengono ad associazione religiose, partiti, famiglie, circoli di amici, club e così via; ognuno di questi ordinamenti ha un suo sistema di regole, e pretende di essere rispettato. È un’erosione interna della sovranità. Poi c’è la sovranità esterna: la sovranità delle frontiere, il diritto di escludere gli stranieri, di concedere e negare la cittadinanza. Collaborando con gli altri Stati, su un piano di eguaglianza formale (ognuno è egualmente sovrano), lo Stato sovrano stipula accordi e trattati, crea organizzazioni comuni come l’ONU, l’UE eccetera. L’erosione di fuori non è diversa dall’erosione di dentro, esse sono strettamente connesse.
Certe cose ce le possiamo raccontare al bar, e basta. La sovranità di San Marino non è un diritto ricevuto per emanazione divina, ma conquistato nel rispetto del volere di cittadini e delle relazioni con gli Stati. Durante la Prima Guerra mondiale, l’Italia sottoponeva a censura tutta la posta in entrata e in uscita dalla Repubblica: lo sapevate? Eppure siamo sopravvissuti. Ora, in qualche modo, ci invita a normalizzarci alle disposizioni esterne in materia di Covid. Tutti a gridare allo scandalo, ma a nostro modo di vedere non è una diminutio di sovranità. Esattamente come in passato, ci sono ragioni superiori che in qualche maniera consigliano questo.
Nessuno si ricorda che negli ultimi due mesi, mentre fuori confine i ristoranti e i negozi erano chiusi, era entrata in vigore la DAD, la gente moriva fuori dai Pronto Soccorso; sul Titano era tutto aperto, la gente ha sempre lavorato, i ragazzi sono andati a scuola e a fare sport, la sera si poteva prendere il caffè sullo Stradone, l’Ospedale ha funzionato per tutti, i cittadini in quarantena avevano le visite a domicilio, i tamponi davano il risultato in poche ore. Tutto questo è davvero scontato? Non sarebbe il caso di dare un’occhiata più attenta al nostro bicchiere?
Rendiamoci conto: l’epidemia, anche con la sua nuova sconosciuta variante, ci tiene tutti con l’angoscia e quasi con le mani nude in una battaglia che ancora non conosciamo bene. L’unica nostra arma veramente efficace è il vaccino. Le ordinanze sono rimedi temporanei, anche se finora ci hanno salvato la vita. Ora, tutti gli sforzi vanno convogliati in quella direzione, non nelle polemiche dei ristoranti chiusi o aperti un’ora prima, un’ora dopo; nel brindisi di mezzanotte, nel Natale delle meraviglie, nella possibilità di fare una scappatella sulla neve. Il dottor Rabbini ci dice che San Marino sta preparando una campagna vaccinale in misura straordinaria, che a San Marino arriveranno in maniera scaglionata 3 linee di vaccini, che sono state chieste le dosi per 25 mila persone e che la fornitura arriverà non in un blocco unico e che quindi anche la somministrazione verrà effettuata in più step. Nessun altro paese, borgo, cittadina, comunità di appena 33 mila anime potrà contare su così tanta attenzione e premura. Giusto? Il primo grazie va a tutto il personale sanitario e parasanitario che ha curato tutti indistintamente, senza lesinare tempo, sforzi e professionalità. Ma un altro grazie andrebbe anche a quella politica che, nonostante tutto, ci tiene al riparo dai mille problemi degli altri paesi.
a/f