Qualche giorno fa Vladimir Putin in una videoconferenza con il presidente Bashar Assad ha spiegato che la guerra in Siria è terminata e che pertanto non ci sono più ostacoli al rientro dei profughi – quasi sei milioni sparsi tra Libano, Turchia, Giordania e in misura minore in altri paesi – e al ritorno alle loro città e villaggi di quattro milioni di sfollati interni. Si potrebbe immediatamente argomentare che molti di loro la casa non ce l’hanno più a causa dei bombardamenti. In ogni caso per i nemici di Assad il rientro dei profughi sarebbe prematuro, mentre la Ue in un comunicato afferma come la priorità diventi “creare le condizioni per un ritorno sicuro, volontario, dignitoso e sostenibile dei rifugiati e degli sfollati interni alle loro aree di origine, in linea con il diritto internazionale e i parametri di protezione per il ritorno dei rifugiati in Siria”. Stati Uniti e Europa hanno le proprie ragioni. La Russia pure, così Assad e l’Iran. Sarebbe troppo lungo e complicato addentrarsi nel “Caesar Act” e parlare dei contraccolpi all’economia siriana. Basti dire che il pane scarseggia così come la benzina e la moneta ha subito un crollo verticale. Chi volesse approfondire troverà su google diverse informazioni. Come diceva Albert Enstein “il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che fanno male, ma a causa di coloro che stanno a guardare senza fare niente”. Così mentre noi siamo giustamente concentrati con i bollettini di guerra del covid, sulle multe a chi non mette la mascherina e via discorrendo, il mondo prosegue a girare. Le guerre non si fermano, la gente seguita a morire – di fame e per le pallottole, non necessariamente per coronavirus – e il terrorismo islamico continua a fare paura: rimanendo in Siria, nell’ultimo attacco compiuto nei pressi di Hama, i jihadisti hanno ucciso 15 militari. Eppure, paradossalmente, per certi versi, viviamo nel mondo nel quale tutti vorremmo vivere. Ci avete fatto caso? Niente più furti, niente più omicidi, niente più massacri, nessun morto di tumore, ci sono pure meno incidenti. In parte chiaramente i vari lockdown rendono più agevole il controllo del territorio, così come la minore mobilità fa inevitabilmente diminuire i fatti di cronaca connessi. Resta il fatto che appare inverosimile come possa esistere solo ed esclusivamente la pandemia. E infatti non è assolutamente così. Raccontare tale realtà, distorta, è sconsigliabile. Innanzitutto non vorremmo che a qualcuno queste restrizioni cominciassero a piacere un po’ troppo. La storia è ciclica e ci sono nazioni che hanno dimostrato di “apprezzare” le forme più totalitarie di governo. In secondo luogo diventa pericoloso minimizzare le minacce che continuano inesorabilmente a farsi strada, come dimostra quanto accade in Francia, ma anche a due passi da noi, visto che alcuni esponenti politici e non solo, sono stati fatti oggetto di lettere minatorie nientemeno che dalle “Nuove Brigate Rosse”. Giusto quindi naturalmente concentrare gli sforzi sulla narrazione della pandemia, senza tuttavia scordarsi che se qualcuno obtorto collo deve restare ben chiuso in casa, esistono tante altre realtà che sfuggono a qualsiasi sorveglianza e che forse anche per questo meritano maggiore attenzione.
David Oddone