San Marino. Non fu confermato nell’incarico: l’ex giudice Marsili ha presentato ricorso. Respinto!

L’ex giudice Manlio Marsili ha presentato ricorso contro la non riconferma e chiede quindi di tornare a fare il magistrato a San Marino.

La notizia sta emergendo in questi giorni dopo che in primo grado, il giudice amministrativo Isabella Pasini, ha respinto il ricorso dell’ex giudice il 4 aprile scorso.

Nella sentenza si legge che Marsili, dopo la non riconferma al termine dei tre anni di prova da parte del Consiglio giudiziario in seduta plenaria del 24 giugno 2013 aveva presentato ricorso con tanto di richiesta di sospensiva il 22 agosto 2013. Nell’udienza del 6 settembre, la domanda cautelare veniva rigettata dal giudice e quindi non ve- niva concessa la sospensiva alla non riconferma.

Marsili nel suo ricorso, si è fatto rappresentare dagli avvocati Antonio Belloni di San Marino e Lorenzo Picciano del foro di Bologna, mentre il Consiglio giudiziario era rappresentato dai sindaci di governo e difeso dall’Avvocatura dello Stato.

Diverse le contestazioni avanzate. La prima riguardava la “violazione dell’articolo 1 della Dichiarazione dei Diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento; violazione delle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute e dei diritti di libertà e libertà fondamentali di cui alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e libertà fondamentali; eccesso di potere per erronea individuazione dei presupposti di fatto d diritto, illogicità, contraddittorietà, cattivo uso del potere, difetto di motivazione, disparità di trattamento, ingiustizia manifesta, difetto di ragionevolezza, difetto di istruttoria, sviamento di potere” in quanto il

Consiglio giudiziario non ha “mai disposto la sua audizione e per non avere considerato la sua me- moria”, ma anche per “violazione del principio di imparzialità e indipendenza dell’organo chiamato a pronunciarsi” e non solo.

Nel ricorso di Marsili veniva contestata anche la violazione dell’articolo 3 sempre della dichiarazione dei Diritti per “violazione del principio di indipendenza e autonomia dei magistrati” in quanto il giudizio del plenum del Consiglio giudiziario, vedendo la presenza dei consiglieri della commissione Affari di giustizia, risulterebbe viziato “da una indebita ingerenza del mondo politico nella sfera riservata ad un’appartenente al potere giudiziario”.

Terzo motivo di ricorso la violazione dell’articolo 7 della legge qualificata 30 ottobre 2003 numero 145 (modificata nel 2011) per violazione del principio del “buon andamento e imparzialità della Pa ed eccesso di potere per errata individuazione dei presupposti di fatto e diritto, illogicità, contraddittorietà, cattivo uso del potere, difetto di motivazione, disparità di trattamento, ingiustizia manifesta, difetto di ragionevolezza, difetto di istruttoria, sviamento di potere”.

Infine nel ricorso Marsili contestava anche il contenuto della relazione del magistrato dirigente, Valeria Pierfelici, perché conteneva “una serie strabiliante di sciocchezze e offese gratuite” con anche “accuse non adeguatamente provate”.

Entrando nel merito della sentenza, il giudice Pasini prima spiega che quanto svolto dal Consiglio Giudiziario in seduta plenaria non era un vero e proprio “processo” e che inoltre, nei tre anni di prova, un magistrato non si può considerare “a tutti gli effetti in ruolo”. Inoltre il giudice Pasini considera “prive di fondamento” anche le accuse di mancata indipendenza dei giudici. Infine ricorda che quanto svolto dal plenum del Consiglio giudiziario non è stato un processo ma una “procedura amministrativa”. (…) San Marino Oggi