San Marino. ”Non si blocchino le istituzioni!” … di Angela Venturini

Non si blocchino le istituzioni!

Si deve o non si deve convocare il Consiglio Grande e Generale? Questa è la domanda che viene agitata sui social dagli opinion maker (o sedicenti tali) che non avendo più argomenti per rimescolare nel piattume della dialettica politica, cercano di inventarsi qualcosa di nuovo. Del resto, è diventato difficile attaccare il governo e le autorità sanitarie, ormai osannate da chiunque per la professionalità, l’abnegazione e l’umanità con cui stanno affrontando l’emergenza. 

E allora, la proposta: chiudiamo le istituzioni! 

Durante la guerra, i Parlamenti si riuniscono in seduta permanente, sono sempre operativi anche sotto le bombe. Ancora oggi la storia condanna il generale Badoglio, fuggito con il re, lasciando un Paese allo sbando (8 settembre 1943). 

In alternativa, l’altra proposta – o provocazione – arrivata in questi giorni: facciamo il tampone a tutti i Consiglieri. In questo caso, come ci comportiamo per gli addetti della Segreteria Istituzionale, i donzelli, le Guardie di Palazzo, gli addetti alle pulizie, i baristi della buvette? Li lasciamo fuori? 

Abbiamo sentito che un tampone può costare dai 1700 ai 2500 euro. Forse sarebbe meglio effettuarlo a chi ne ha veramente bisogno. Non ci risulta che ci siano soldi da buttare inutilmente. 

Si è chiuso il tribunale: secondo noi a torto. Qui non è Milano, non ci sono processi con centinaia di persone. Con le dovute cautele, tante procedure, soprattutto civili, potrebbero essere recuperate per annullare i vergognosi ritardi. Troppo comodo appellarsi all’emergenza Covid-19!

Sono state convocate le commissioni consiliari, giustamente. In questo caso i numeri sono ridotti e si possono osservare le distanze regolamentari. Lo Stato deve andare avanti e con esso, tutti gli impegni che l’attuale contingenza non fa altro che aumentare.  

A nostro avviso, anche il Consiglio, con le sue scadenze improrogabili come la nomina della nuova Reggenza, dovrebbe essere convocato. Magari in un’altra sede, un po’ più spaziosa, per evitare i contatti ravvicinati. Anche in passato la sede del Consiglio è stata spostata da Palazzo per necessità contingenti. Come accadde nel 1994, quando in occasione del centenario, il Palazzo fu chiuso per restauro e le istituzioni furono trasferite per più di un anno nella Domus Parva. 

Attualmente abbiamo i saloni del Kursaal, tutti vuoti. Si potrebbe pensare di traslocare temporaneamente in quella sede. O anche altre, che si ritenessero opportune. La stessa cerimonia d’ingresso del 1 aprile potrebbe essere fatta in dimensioni ridotte, senza pubblico e senza cortei, se le cose non migliorano. Le scadenze istituzionali sammarinesi non state mai eluse, neppure negli anni terribili della guerra. 

Oggi il Parlamento è un’istituzione mortificata dal dibattito esterno, quello che si fa sui giornali e sui social, e dallo scempio delle garanzie democratiche che s’è fatto nella passata legislatura. Non ci si può permettere di svilirlo ulteriormente perché qualcuno non sa cosa dire. 

Senza contare che al Consiglio, al Congresso di Stato, alle Commissioni, ai tavoli della concertazione spetta la responsabilità delle scelte da prendere in questo terribile momento. Gli occhi dei cittadini sono tutti puntati su di loro. 

Angela Venturini