San Marino, un Paese che deve affrontare rilevanti questioni finanziarie e infrastrutturali, ma allo stesso tempo ha bisogno di un cambiamento culturale in grado di favorire il dialogo e il confronto costruttivo. Trascinato dalle sfide globali ed europee, il Titano rischia di essere bloccato da una politica di ostruzionismo che non favorisce il suo sviluppo.
L’ipotesi di rifinanziamento del debito estero, proposta dal governo, sta diventando sempre più pressante all’interno del dibattito politico. Le critiche a questa scelta sono arrivate anche dalla Csdl, che ha espresso la preoccupazione di dover affrontare tassi di interesse elevatissimi capaci di gravare sui lavoratori, i pensionati e le imprese sammarinesi. Secondo il Segretario Generale Enzo Merlini, tale opzione potrebbe essere evitata attraverso una valutazione delle alternative interne. Tra le risorse a disposizione, infatti, ci sono i depositi bancari e una considerevole raccolta di patrimonio immobiliare che potrebbe essere utilizzato per finanziare progetti per il futuro di San Marino. Nonostante ciò, il debito estero potrebbe rappresentare un cappio stretto intorno al collo se il mercato richiedesse tassi di interesse elevati.
D’altra parte, i giovani Dc, in questi giorni, hanno espresso un forte dissenso nei confronti di quelle forze e soggetti che vedono nel diniego la soluzione a ogni diatriba. Secondo loro, sono necessarie proposte alternative che siano realmente in grado di rispondere alle esigenze dei sammarinesi, senza il semplice scopo di bloccare ogni iniziativa dell’esecutivo.
Vero: in questo modo la politica in Repubblica rischia di essere paralizzata da un gioco di potere che impedisce di prendere decisioni e perdere treni.
Ma tale pensiero, assolutamente condivisibile, non può diventare la scusa per incedere a testa bassa e senza un imprescindibile confronto.
Appare sintomatico il report del Consiglio d’Europa, che ha lanciato l’allarme sul Monte per lo squilibrio di poteri tra l’esecutivo e il legislativo, a favore del primo che “che in pratica governa per decreto”, e ritiene che “la questione dovrebbe essere affrontata a livello sistemico nel contesto delle future riforme istituzionali”.
È doveroso allora un cambio di paradigma che incoraggi il dialogo costruttivo, per poter affrontare le prossime sfide. Sempre i Gdc hanno sottolineato l’importanza di una vera rivoluzione culturale che riaffermi il valore del dialogo e della libera espressione delle idee, fattori che possano favorire l’unità e la collaborazione per il bene comune.
Concetti che dovrebbero valere certamente nel rapporto con le opposizioni, ma anche e soprattutto all’interno della stessa maggioranza, che a tratti è apparsa litigiosa e dove progetti meritori sono stati rallentati o bloccati, forse più per motivi politici e di propaganda.
Per dare una risposta concreta ai problemi finanziari e alle questioni infrastrutturali, San Marino ha bisogno di una classe politica che sia pronta ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni e che sia aperta al confronto costruttivo.
È tempo di agire con equilibrio e buonsenso, per non smarrire per strada la propria identità e sovranità. E tante buone occasioni.
David Oddone
(La Serenissima)