NON SPALLATA…MA UN BUON SPINTONE SI !
Il verdetto dei sammarinesi, non di tutti ma circa un 45% , quelli che si sono degnati di recarsi alle urne, è puntualmente arrivato e ha confermato quanto già si prevedeva , cioè la vittoria del SI. Un SI con il quale finalmente si potrà cambiare una legge elettorale, una delle peggiori mai adottate nella nostra Repubblica, che permetteva alle minoranze di sostituirsi alle maggioranze e consiglieri con scarse preferenze a consiglieri eletti con largo consenso. Ma se da un lato il referendum ha interessato due specifici quesiti, uno dei quali sui diritti dei cittadini e sulla loro non discriminazione , che fra l’altro ha ottenuto l’approvazione dei 2/3 dei votanti e sul quale inutile soffermarsi in scontati commenti , l’altro ha assunto una valenza anche politica, che inizialmente le forze in campo , quella dei contrari e quella dei favorevoli, hanno tentato di evitare , ma che poi con il procedere della campagna referendaria non hanno potuto farne a meno. Ma al di là del risultato, sul quale ogni libero cittadino trarrà le proprie considerazioni, ciò che è interessante ed anche piacevole per chi ama farsi quattro risate, è il leggere i commenti del post voto da parte delle forze politiche e dai suoi rappresentanti, sia quelli fatti nei dibattiti televisivi sia quelli fatti sui social e sulla stampa locale. Numeri, dati, stime di percentuali, raffronti fra le varie elezioni, analisi fantasiose che se fatte da qualche giovincello, più impegnato sul telefonino che non sui libri di scuola, si potrebbero perdonare e giustificare, ma snocciolate da politici di vecchio stampo o da giovani rampanti di palazzo, lasciano alquanto perplessi e stupiti. Nel dopo voto, sia da parte di chi ha vinto e di chi ha perso, si è ascoltato tutto e di tutto un po’. Si è cercato di far intendere che chi ha vinto avrebbe perso perché ha preso alcuni migliaia di voti (contati sul pallottoliere della politica?) in meno dell’ultima tornata elettorale, e chi ha perso in fondo che avrebbe vinto perché ha lasciato per strada molti meno voti di quelli che ha perso chi ha vinto. Insomma un bel rebus che solo la politica può creare e che neppure Einstein saprebbe dipanare. Fra le tante esternazioni si tenta di spiegare anche che si è perso a causa della flessione dell’ affluenza dei votanti o che si é vinto oltre che ai pur pochi voti dei non residenti perché si é trasformato il referendum in agone politico sulla credibilità o meno del Governo in carica .Il sentimento poi di soddisfazione si è manifestato in tutti , per quelli del SI perché vincitori , per quelli del NO perché hanno evitato la tanto temuta spallata . Una spallata forse no, anche se da un 60,50% ad un 39,50 la forbice non è da sottovalutare, ma un forte spintone sicuramente SI. In definitiva la solita querelle ridicola post-elettorale che ancora una volta conferma ai cittadini, in trepida attesa di soluzioni ai problema soprattutto quelli economici e bancari del paese, che la politica , da qualsiasi lato la si guardi, è sempre più interessata alla salvaguardia di se stessa che non della Repubblica. Ma così è sempre stato e così sempre sarà. Alla faccia dei decantati ed osannati cambiamenti che riempiono le bocche durante le campagne elettorali.
( Paolo Forcellini)