Inscenarono incidenti stradali per intascare i soldi dell’assicurazione: a giudizio un noto giornalista di San Marino e un avvocato riminese. Con loro, a processo finiranno altre quattro persone, due delle quali ”assoldate” per l’occasione: assicurazioni truffate per quasi 50 mila euro. Ma per la difesa, l’indagine sarebbe ”viziata da conflitto di interessi – azzarda -: parte di coloro che hanno indagato hanno rapporti di inimicizia con gli imputati prinicipali”. L’inchiesta, rimasta secretata per mesi, è arrivata alla sua conclusione da poco e il decreto di citazione è stato emesso nei giorni scorsi. Sono due i casi contestati, a vario titolo, ai sei imputati ma solo il giornalista 35enne di Morciano ma al lavoro sul Titano, e un’altra donna figurano coinvolti in entrambi gli episodi, inscenati tra l’altro sempre sulla stessa strada: Via Ordelaffi a Borgo Maggiore. Secondo l’accusa, il modulo di constatazione amichevole fa figurare il primo ”finto incidente” nell’ottobre del 2009: stando a quanto compilato, la Fiat Panda condotta da un quarantenne di Rimini e con a bordo l’avvocato riminese 35enne (entrambi imputati) avrebbe tamponato la Golf alla cui guida stavano il giornalista ed un’altra donna, sua parente di 66 anni, anch’ella a giudizio.
Così facendo, secondo gli inquirenti le compagnie assicurative avrebbero risarcito i quattro con somme che andavano dai 2mila fino ad addirittura ai quasi 17mila euro, quanto corrisposto solo all’avvocato riminese (per un totale di 28.600 euro): quest’ultimo avrebbe poi consegnato 5mila euro in contanti alla 40enne di Rimini che si era prestato al ”gioco”. Il giornalista avrebbe ”guadagnato” solo per quell’incidente un risarcimento totale di 7.200 euro.
Stesso copione, due anni più tardi ma sempre su quella via, anche se cambiano i protagonisti: anche in quel caso il giornalista, alla guida di un’Honda, e con a bordo due suoi parenti (un uomo di 68 anni e la donna dell’incidente di due anni prima). Sarebbe stato tamponato da un autocarro Isuzu condotto da un 39enne di Misano, assoldato dal primo al prezzo di 2 mila euro in contanti, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti . Anche il quel caso, le assicurazioni sborsano risarcimenti per 19.300 euro: la fetta più grossa l’avrebbe presa il giornalista al quale vennero riconosciuti indennizzi per quasi 9mila euro. Corriere Romagna