San Marino. Nuova legge su associazionismo e volontariato: il contributo della Consulta  

 

Il 23 febbraio scorso è andato in prima lettura il progetto di legge denominato “Testo unico in materia di  associazionismo e volontariato” e il 27 marzo scorso il Coordinamento della Consulta ha trasmesso, come  richiesto, il proprio contributo sotto forma di emendamenti e relazione accompagnatoria, dopo aver svolto al  proprio interno una approfondita analisi, anche in chiave comparatistica sia rispetto alla legge sammarinese  oggi vigente (L.75/2016) sia rispetto alla omologa normativa italiana (il cosiddetto “Codice del Terzo  Settore” del 2017).  

Riconoscendo la qualità del progetto di legge e condividendo la necessità di dotare il mondo  dell’associazionismo sammarinese di una nuova legge, più aderente alle esigenze del volontariato per  sostegno e semplificazione amministrativa, il Coordinamento ha lavorato nel rispetto delle scelte politiche  alla base del nuovo testo tra le quali: quella di mantenere l’ambito applicativo della legge alle sole  associazioni non lucrative (non considerando altre forme organizzate di sussidiarietà) ed al solo volontariato  svolto per il loro tramite; quella di eliminare l’obbligatorietà dell’iscrizione alla Consulta, dell’ulteriore  Registro e della necessità di esservi iscritti per poter accedere ai contributi pubblici; quella di semplificare gli  adempimenti burocratici a carico delle associazioni e di istituire un (nuovo) elenco tenuto presso l’I.S.S. in  cui dovranno iscriversi le sole associazioni sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali.  

Il Coordinamento della Consulta ha proposto alcune modifiche al progetto di legge, sintetizzabili nelle  seguenti 5 traiettorie principali:  

1) migliore “messa a fuoco” dell’intervento legislativo, attraverso una razionalizzazione e  semplificazione della struttura del PdL, inclusa la proposta di destinare il Titolo V, anziché ad una  corposa disciplina in tema di antiriciclaggio ed antiterrorismo applicabile solo a poche associazioni e  ricollocabile all’interno della riforma in corso della L.92/2008, alla Consulta delle Associazioni non  lucrativa, nella sua nuova veste di “corpo intermedio” dell’associazionismo e non più “sovrastruttura  burocratica”;  

2) autenticità delle associazioni non lucrative, contro il rischio che tali persone giuridiche possano  essere impiegate, in modo distorsivo, al posto di strutture tipicamente d’impresa, e ciò attraverso il  divieto netto ed assoluto, senza più “zone grigie”, di svolgere, quandanche marginalmente, attività  economiche al di fuori della semplice raccolta fondi (ora tipizzata), di avvalersi di personale  dipendente, di remunerare i propri organi o di erogare rimborsi oltre i parametri di legge;  

3) maggiori semplificazioni operative per le associazioni non lucrative, che, a fronte delle limitazioni di  cui sopra, dovrebbero a pieno titolo operare tutte con regimi contabili e di bilancio semplici  (rendiconti per cassa, come da modello allegato al PdL), a prescindere dal volume annuo delle  entrate, e con adempimenti semplificati anche in tema di trattamento dei dati personali, così come  già correttamente previsti dal PdL;  

4) rafforzamento della trasparenza delle associazioni non lucrative, attraverso la messa on line sui siti  internet delle Segreterie di Stato di riferimento (Cultura o Sanità) degli stessi bilanci/rendiconti  annuali già depositati all’Ufficio Attività di Controllo; tale proposta, non solo ha il pregio di colmare  il gap di conoscibilità rispetto ai bilanci d’impresa senza gravare le associazioni di ulteriori  adempimenti, ma anche, e soprattutto, quello di consentire a chiunque, associato o meno, di  conoscere la destinazione delle sue elargizioni o del suo 3 per mille e di verificare agevolmente quali  tra le associazioni siano quelle finanziariamente più bisognose; 

5) rilancio dell’azione della Consulta, attraverso la completa eliminazione di ogni incombenza  amministrativa, inclusa la ripartizione del fondo annuale stanziato dal Governo (che il PdL già  prevede sia anche regolamentata dallo stesso Governo), e la possibilità di impiegare le risorse umane  e tecnologiche e gli spazi adeguati, che (si spera) saranno finalmente destinati a tale organismo, nelle  attività di supporto, promozione e tutela di tutte quelle associazioni non lucrative, giuridicamente  riconosciute, che ne vorranno far parte, ritrovando in tale opportunità la ragione della propria  volontaria iscrizione alla Consulta stessa.  

Di tutte queste proposte il Coordinamento della Consulta riferirà ampiamente all’Assemblea delle  Associazioni che verrà convocata entro il mese di aprile, in modo tale che eventuali ulteriori osservazioni  o contributi frutto del dibattito potranno essere egualmente portati al tavolo politico/istituzionale, prima  del passaggio del progetto di legge in Commissione.