San Marino. ### Nuova ordinanza del Giudice Buriani su Claudio Podeschi. Ora viene indagato anche per corruzione ###

Buriani AlbertoClaudio Podeschi risulta indagato insieme all’ex ambasciatore di San Marino in Montenegro Phua Wei Seng per corruzione. Questa la principale novità dell’indagine pendente dinanzi ai Commissari Buriani e Volpinari che vede coinvolto l’ex Segretario alla Sanità che risulta anche imputato nel processo Mazzini che riprenderà a settembre. Stando alle accuse Paul Phua avrebbe corrotto Podeschi per ottenere la nomina diplomatica di ambasciatore e dietro la promessa di realizzare a San Marino un aman resort.

La notizia è contenuta all’interno di un’ordinanza depositata quest’oggi nella quale i Giudici hanno concesso a Biljana Baruca il permesso di uscire da San Marino per lavorare e per recarsi in visita a Trieste presso l’istituto scolastico frequentato dal figlio. Prestato anche il consenso a far uscire da San Marino Podeschi in caso di necessità. All’interno del lungo provvedimento i Commissari spiegano però come a San Marino esistesse un sistema di vero e proprio “mercimonio delle nomine diplomatiche”. La nomina a Paul Phua sarebbe stata rilasciata, secondo il magistrato sammarinese Buriani, dietro il pagamento a Podeschi di 1.991.000 euro.

Si denuncia inoltre, sempre all’interno del provvedimento, presunte produzioni di prove artefatte atte a sviare le indagini consistenti in dichiarazioni sottoscritte da alcuni imprenditori con i quali Podeschi e Baruca avevano avuto a che fare.

Sentita in merito al provvedimento di oggi la difesa di Podeschi, composta dagli avvocati Massimiliano Annetta, Stefano Pagliai ed Achille Campagna.

PagliaiL’avvocato Pagliai ci dichiara: “anzitutto mi consenta di sottolineare tutta l’abnormità di un’indagine che riguarda lo stesso fatto che si trova attualmente oggetto del giudizio del dott. Felici nel procedimento Mazzini. Il processo aveva fornito riscontri assolutamente univoci a favore della difesa. Così facendo si qualifica diversamente lo stesso identico fatto e ci si prova una seconda volta così influenzando inevitabilmente l’andamento del processo. In secondo luogo si contesta al Segretario alla Sanità di essersi venduto le nomine diplomatiche. Ma questa, vivaddio, è competenza del Segretario agli Esteri e dell’intero Congresso di Stato. Non si può pensare che fossero tutti degli incompetenti proni ai voleri del solito cattivo di turno, leggi Claudio Podeschi. O erano tutti colpevoli di mercimonio delle nomine oppure non lo era nessuno. Tentare, come sempre, di trovare il capro espiatorio in Claudio Podeschi è un giochino che dovrebbe aver stancato. Mi consenta, infine, una considerazione su certe illazioni che abbiamo letto sul nostro ruolo di difensori: ci si è accusato di aver prodotto al fascicolo prove artefatte per sviare le indagini. La considero affermazione di una gravità assoluta: chi le parla non produce prove false nè per Podeschi nè per nessun altro. Il rispetto delle regole sta alla base del contraddittorio processuale che tutti coloro che indossano una toga dovrebbero considerare dogma irrinunciabile. Questa aggressione alla funzione difensiva – di cui da troppo tempo sentiamo gli spifferi sinistri nelle aule ed altrove – non ci intimidisce e ci troverà pronti a rispondere in ogni sede.”