C’era stato un momento in cui dopo le parole pronunciate dalla presidente di Bcsm Catia Tomasetti si era cominciato a sognare per quell’istituzione un futuro nuovo e credibile. La decisione presa all’unanimità di allontanare l’ex direttore Moretti era sembrata la base per un cambio di passo. Cosa si aspetta ora a liberarsi di tutti gli scheletri negli armadi?
Questa mattina prende avvio la sessione consiliare di novembre durante la quale come da regolamento verranno discussi tra gli altri i commi inevasi della scorsa seduta. Atteso il comma comunicazioni dove con ogni probabilità si discuterà a lungo della vendita degli Npl. A tal proposito i commissari di opposizione avevano chiesto di poter istituire un comma apposito ma non è stato possibile raggiungere un accordo con i membri di maggioranza all’interno dell’ufficio di presidenza deputato alla definizione dell’ordine del giorno.
Fra i primi punti figurano le dimissioni presentate la settimana scorsa dal consigliere di Bcsm Nicola Cavalli la cui nomina era stata voluta da Repubblica Futura. Nella lettera delle sue dimissioni si legge “Tale decisione deriva da una crescente difficoltà nel conciliare la mia attività professionale con l’importante ruolo affidatomi presso la banca centrale della Repubblica di San Marino.
E’ questo il motivo che mi porta a rassegnare questo incarico del quale sono stato onorato e a cui ho cercato sempre di adempiere nel migliore dei modi con impegno e dedizione”. E tuttavia proprio le motivazioni addotte inducono a pensare che ci sia qualcosa d’altro.
Era stato il capogruppo di Rete Gian Matteo Zeppa a voler sottolineare come a questa maggioranza chi porta risultati dà fastidio così come non piace il fatto che sia emerso pubblicamente che da qualche tempo a questa parte in Bcsm le decisioni vengono prese all’unanimità.
“Possiamo solo immaginare le pressioni che sono state fatte sul consiglio di Bcsm dopo le dichiarazioni fatte in commissione finanze”. Pressioni che a dire delle forze di minoranza sarebbero sfociate nelle dimissioni di Nicola Cavalli. C’era stato un momento in cui dopo le parole pronunciate dalla presidente di Bcsm Catia Tomasetti si era cominciato a sognare per quell’istituzione un futuro nuovo e credibile.
La decisione presa all’unanimità di allontanare l’ex direttore Moretti era sembrata la base per un cambio di passo, poi erano arrivate anche le dimissioni di Mazzeo il quale avrebbe voluto immediatamente prendere il posto di Moretti mentre per il cda dell’istituto dopo l’esperienza dell’ex dg diventava indispensabile un periodo dove poter testare ruoli così importanti per la banca.
Decisioni queste contro le quali l’ex segretario Celli si era espresso molto duramente dimettendosi a sua volta. Quelle nomine del resto erano farina del suo sacco e l’ordinanza del giudice Morisani ha messo in luce con assoluta evidenza in che modo l’ex dg Moretti gestisse Banca Centrale, un istituto al di sopra delle parti che invece a leggere le carte giudiziarie si evince come le parti di qualcuno a scapito di qualcun altro le abbia prese eccome.
La sua gestione è stata definita dal presidente Catia Tomasetti ‘discutibile’ ma poi ovviamente ella nel rispetto del suo ruolo non è potuta scendere nell’illustrazione dei dettagli. E’ evidente che chi è entrato in quella struttura ha trovato molti scheletri negli armadi e che a un certo punto dovrà prendere l’importante decisione di tirarli fuori e liberarsene una volta e per tutte. Altrimenti vorrà dire che avrà deciso di riporli nuovamente al loro posto con chiusura a doppia mandata sperando che restino lì, consapevole però che a lungo andare metteranno a serio rischio l’intera struttura.
Credit: La RepubblicaSM
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