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  • San Marino. Nuove indiscrezioni sul caso SIRI

     

    A breve potremo assistere ad un’accelebrazione delle indagini sul caso Siri che vedono coinvolto l’istituto sammarinese Bac. A dare una svolta potrebbe essere l’autorizzazione a visionare i pc del senatore leghista da parte della Giunta del Senato. Nel frattempo Siri ci scherza su e sul proprio pro lo facebook scrive: “Ho scoperto grazie alle agenzie di stampa ed alla narrazione 5 Stelle, di avere il PC più ricercato e famoso d’Italia. Dentro segreti indicibili, rubli, ma a, rapporti secretati sui sovranisti. Io, per ora, ho solo scoperto che la licenza Office è scaduta”. Battute a parte sarà la Giunta del Senato presieduta da Maurizio Gasparri a dover affrontare la questione. Lo ha reso noto ieri Il Fatto Quotidiano in un articolo firmato dalle giornaliste Valeria Pacelli e Ilaria Proietti. “Anche in caso di scioglimento delle Camere, qualora non ci fosse la fiducia al governo, sul caso di Armando Siri daremo comunque una risposa ai magistrati. Cominceremo ad affrontare la questione già la prossima settimana”. Parola di Maurizio Gasparri. E’ qui infatti che si discuterà la richiesta di autorizzazione della Procura di Milano per sequestrare due pc in uso a Siri, sottosegretario leghista alle Infrastrutture e ai Trasporti fino all’8 maggio scorso quando ne era stata decisa la rimozione data la gravità delle contestazioni giudiziarie mosse all’esponente politico vicinissimo a Matteo Salvini”.

    Siri è attualmente indagato per auto-riciclaggio dalla procura di Milano a proposito dei suoi affari immobiliari e dei finanziamenti ottenuti dalla Banca agricola commerciale di San Marino.

    “Queste le accuse – prosegue il Fatto quotidiano di ieri – (sempre respinte da Siri) dei pm di Milano convinti che il finanziamento sia stato concesso dall’istituto bancario sammarinese a condizioni “di particolare favore”, come la mancanza di garanzie personali e reali sull’immobile acquistato.

    Per i magistrati, prove potrebbero essere contenute nella memoria dei pc trovati nell’ufficio di Milano dell’associazione Spazio Spin di cui Siri è socio fondatore. Computer in uso al senatore: la Procura per accedervi e vedere se contengano documenti relativi ai finanziamenti ha dunque bisogno dell’autorizzazione della Giunta”.

    Anche San Marino sta indagando sul caso Siri. Lo aveva reso noto, nell’edizione del 28 luglio, una lunga e dettagliata inchiesta de L’Espresso: “Ora però l’Espresso ha scoperto che il prestito di Siri è finito al centro di un’indagine ispettiva ordinata dalla Banca Centrale di San Marino, che ha confermato e allargato le accuse, scoprendo anche un’altra “operazione correlata”. Un secondo prestito di favore, collegato sempre al ruolo politico di Siri. Gli atti sono stati già trasmessi per rogatoria anche alla Procura di Milano. L’autorità di vigilanza di San Marino ha concluso la sua istruttoria proclamando che entrambi i finanziamenti risultano “in contrasto con i principi di sana e prudente gestione” che ogni banca dovrebbe rispettare, tanto da esporla a “un elevato rischio reputazionale oltre che di mancato recupero del credito”.

    Alla faccia della non imparzialità e della presunta vicinanza di Bcsm al patron di Bac, Ambrogio Rossini! Alla luce di ciò che è accaduto riascoltare le parole dell’ormai famosa conversazione tra Marino e Nicola dà la misura di come certe ‘verità’ siano state spacciate ad arte per gettare fango sulla bontà di determinate decisioni come quella di allontanare l’ex direttore di Bcsm Moretti.

    A quel proposito parlando al telefono con Nicola, Marino rivolge al presidente Tomasetti accuse molto pesanti per cui la scelta di cacciare Moretti era, a suo dire, funzionale a “destabilizzare Bcsm per mettere tutta gente sua e fare il gioco di Ambrogio Rossini”.

    La verità, come spesso scriviamo, ha per fortuna una sua ostinatezza. La RepubblicaSM