San Marino, nuove tasse: fisco impresa al 18% e non manca una forte stretta anti-evasione. Tutte le novità della Riforma IGR che andrà in seconda lettura

La Commissione Consiliare Permanente III (Finanze) ha dato ieri – come ormai noto – il via libera finale al progetto di legge di riforma dell’Imposta Generale sui Redditi (IGR), approvato in sede referente con 10 voti favorevoli e 4 contrari. Il testo, che ora è pronto per la discussione in seconda lettura in Consiglio Grande e Generale, rappresenta un delicato equilibrio tra esigenze di risanamento del debito, necessità di maggiore equità fiscale e tentativi di contrasto all’evasione.

Marco Gatti

Nonostante le tensioni e i dibattiti accesi (soprattutto sul fronte delle deleghe al Governo e sull’aumento temporaneo dell’aliquota), l’articolato pronto per la seconda lettura consigliare definisce il nuovo perimetro fiscale della Repubblica, introducendo misure che avranno un impatto diretto su imprese e cittadini.

Ecco i punti salienti della riforma che approda in Aula:

  • Aliquota imprese al 18%: L’aliquota IGR ordinaria per gli operatori economici è incrementata in via temporanea dal 17% al 18% fino al periodo d’imposta 2030. Il gettito aggiuntivo, stimato in circa 5 milioni, sarà destinato alla riduzione del debito pubblico e al finanziamento di investimenti in infrastrutture.
  • Stretta sui controlli, ora automatici: Viene introdotto un rafforzamento significativo dei controlli. L’Ufficio Tributario dovrà dotarsi di strumenti informatici avanzati, inclusi algoritmi per l’incrocio sistematico di dati. In particolare, scattano verifiche automatiche e accertamenti finanziari per gli operatori economici che dichiarano redditi inferiori a €15.000 per tre esercizi consecutivi.
  • Difesa dal Fiscal-Drag: Viene stabilito un meccanismo di adeguamento biennale degli scaglioni IGR all’incremento del costo della vita, fino a un massimo del 6% sul biennio. Questa misura, cruciale per mitigare l’effetto dell’inflazione sui contribuenti, avrà tuttavia decorrenza differita al periodo d’imposta 2028.
  • Rimodulazione degli oneri: Diverse spese precedentemente deducibili (come gli oneri SMAC, le spese per protesi dentistiche e per gli affitti immobiliari) vengono convertite in detrazioni (sull’imposta lorda), garantendo un beneficio potenzialmente più uniforme tra le diverse fasce di reddito.
  • Deleghe al Congresso di Stato: È stata approvata la controversa delega che autorizza il Congresso di Stato ad adottare decreti delegati per il coordinamento e l’aggiornamento tecnico delle norme connesse alla riforma, limitatamente a un periodo di due anni.

La Riforma Articolo per Articolo: Impatto e Contenuti

Le Principali Novità Rispetto alla Normativa Pre-Riforma

La riforma IGR non si limita a ritocchi marginali, ma introduce cambiamenti strutturali rispetto alla Legge n. 166/2013 e successive modifiche. Le principali cesure con il passato, che hanno generato il maggiore scontro politico e sociale, sono tre:

  1. Principio di equità negli oneri: La conversione da deduzione a detrazione per spese comuni (SMAC, protesi dentistiche, affitti) rappresenta un cambio di paradigma. Nel sistema precedente, la deduzione era più vantaggiosa per i redditi alti. Ora, la detrazione (che riduce direttamente l’imposta lorda) mira a distribuire il beneficio in modo più uniforme, ma contemporaneamente solleva il timore sindacale di una riduzione complessiva del beneficio per la classe media.
  2. Lotta all’evasione “algoritmica”: La normativa in vigore già prevedeva i controlli, ma la riforma li rende sistematici e vincolanti, introducendo l’obbligo di dotarsi di strumenti informatici e algoritmi per l’incrocio dei dati entro il 2026. L’obiettivo è colpire l’evasione in modo non discrezionale, ma ha suscitato perplessità sulla reale capacità dello Stato di implementare la tecnologia in tempi rapidi.
  3. Il “Vincolo di Bilancio” sull’imposta impresa e l’aggravio fiscale: L’aliquota ordinaria per le imprese era stabilmente fissata al 17%. L’aumento all’18% fino al 2030 introduce un elemento di provvisorietà forzata e, di fatto, sancisce un aumento della pressione fiscale sulle attività produttive. Questa mossa, insieme alla rimodulazione degli oneri, è il punto di maggiore rottura con le politiche di alleggerimento fiscale del passato ed è la causa principale della denuncia da parte dei sindacati di un aggravio complessivo sulle categorie.

Effetti Concreti sulla Busta Paga: Il Caso del Lavoratore Medio

Per un lavoratore dipendente con un reddito lordo annuo compreso tra i €22.000 e i €26.000, l’impatto della riforma è complesso e si scontra tra la neutralità delle aliquote dirette e la percezione di aggravio.

  • Il Denunciato aggravio sindacale: Sebbene la riforma non modifichi le aliquote dirette per questa fascia di reddito, i sindacati hanno espresso forte preoccupazione per il passaggio degli oneri (SMAC, affitti, spese mediche) da deduzioni a detrazioni. La denuncia di “grandi aggravi di tasse” nasce dal timore che, in sede di conguaglio fiscale, il nuovo meccanismo di detrazione non riesca a compensare pienamente il vantaggio precedentemente garantito dalla deduzione (che riduceva la base imponibile), portando in sostanza a un saldo fiscale meno favorevole.
  • Impatto immediato (oneri): A livello tecnico, la conversione degli oneri in detrazione è volta a redistribuire il beneficio in modo più equo, ma l’effetto pratico sulla busta paga dipenderà dalla specifica composizione delle spese di ciascun nucleo familiare. Non è escluso che, per taluni, il cambiamento possa comportare un onere maggiore, alimentando il dissenso espresso nelle piazze.
  • Impatto futuro (indicizzazione): La misura anti-fiscal drag (Art. 48/48-bis) è l’unica vera tutela strutturale contro l’incremento di tassazione salariale per effetto dell’inflazione. Tuttavia, con la decorrenza differita al 2028, non fornisce alcun sollievo fiscale immediato, esacerbando la sensazione che gli oneri fiscali siano in aumento nel breve periodo.

Conclusioni: La Sfida Tra Piazze e Risoluzione

Il progetto di riforma IGR approvato in Commissione è un testo fondamentale, ma la sua gestazione è stata segnata da una tensione senza precedenti, culminata in due giornate di sciopero generale e nelle forti denunce sindacali di un incremento inaccettabile del carico fiscale su imprese e famiglie.

Il Governo ha scelto di “tirare dritto” nonostante le piazze piene, motivando la sua decisione con la necessità improrogabile di risanare il bilancio e di modernizzare il sistema fiscale, in particolare sul fronte della lotta all’evasione. Si assiste, dunque, a un atto di responsabilità politica che, pur necessario per le finanze statali, ha comportato un costo sociale elevato.

La vera sfida si sposta ora in Consiglio Grande e Generale, dove il dibattito sarà la resa dei conti tra l’esigenza di stabilità finanziaria (ottenuta anche con l’aumento temporaneo dell’IGR impresa) e le richieste di equità e sostegno al reddito che hanno animato le proteste. L’esito finale non solo ridisegnerà il fisco, ma darà il termometro della capacità del sistema politico di conciliare rigore economico e consenso sociale.