
Nuovi approdi per Carlo Biagioli
“Giusto o sbagliato che sia, purtroppo o per fortuna, mi è stata tolta la mia aspettativa di vita (o di morte) e io ho avuto l’opportunità di rimettere tutto in discussione mentre se ciò non fosse successo sarei morto probabilmente in ufficio”.
Per capire più in profondità quali nuove opportunità si aprono per le start-up che decidano per un approdo in Repubblica dovremo attendere il rientro di un professionista che negli ultimi cinque anni grazie alla sua attività di studio e lavoro è riuscito a portare in territorio oltre 40 aziende e che ha già annunciato di volersi rimettere al lavoro per aggiornare il libro e il sito http://aprireunattivitasanmarino.com diventato un vero e proprio punto di riferimento per chi vuole investire a San Marino.
Noi di Repubblica sm abbiamo raggiunto Carlo Biagioli al telefono mentre si trovava a Bali. E’ fuori per lavoro o è in vacanza?
“Mi trovo in Asia da circa tre mesi, non sono in vacanza ma mi sono preso un periodo per decidere sul mio futuro, pensare ad esempio se tornare o meno a fare l’avvocato che è un lavoro che amo molto e al quale ho dedicato 17 anni della mia vita. Se tornassi a farlo di nuovo son certo che assorbirebbe tutte le mie giornate perché è un lavoro che ho sempre svolto con molta passione ed entusiasmo. Poi, giusto o sbagliato che sia, purtroppo o per fortuna, mi è stata tolta la mia aspettativa di vita o di morte e io ho avuto l’opportunità di rimettere tutto in discussione mentre se ciò non fosse successo sarei morto probabilmente in ufficio facendo il mio lavoro. Mi ha molto colpito in questo senso l’intervista di Jack Ma, il fondatore di Alibaba che a 54 anni, io ne ho 48, ha deciso di cambiar vita e dedicarsi ai bambini. Non so quanto marketing ci possa essere dietro a una tale scelta ma credo intimamente sia quella giusta”.
Oltre alla carriera di avvocato c’è altro tra le sue esperienze lavorative?
“Sì, c’è la vendita online di orologi d’epoca, credo di essere in questo campo uno dei mercanti più conosciuti al mondo. E poi c’è il sito http://aprireunattivitasanmarino. com, un portale in tre lingue che è frutto di tanto impegno e studio e che si è rivelato essere un lavoro socialmente utile per San Marino perché 40 aziende che arrivano e investono sul territorio non sono poche. E fare arrivare imprenditori non è facile, lo dico anche alla luce della nuova camera di commercio che è stata istituita, c’è il contenitore ma poi dovranno esserci anche le professionalità. Io rientro il 17 settembre e come prima cosa farò l’aggiornamento di sito e libro”.
Il Segretario Zafferani ha puntato molto sullo sviluppo, secondo lei con buoni risultati?
“Io non lo conosco personalmente e il mio giudizio è per questo molto oggettivo. Ritengo che sulle liberalizzazioni abbia fatto bene, ricordo le difficoltà di richiamare imprenditori ai quali poi veniva detto di non potersi portare dietro il proprio staff. Nessuna azienda prende la decisione di trasferirsi se deve lasciare le persone di propria fiduca. In questo senso credo si sia compiuto un grande passo avanti e che non c’entri nulla la discussione sui sammarinesi che non valgono. Certo che valgono anche i sammarinesi”!
Cosa può dirmi sulla San Marino innovation?
“Anche lì ho visto che si è voluto puntare in alto, penso ad esempio alla scelta dello stesso Mottola. Cer- to che in passato si sono fatte alcune forzature volendo incubare anche aziende forse lontane dal concetto di innovazione tecnologica e ricer- ca ma bisogna dire che non avere aziende magari è più umiliante”
Si parla di criptovalute e blockchain, la Repubblica va in quella direzione?
“Non so che dire, è certo una opportunità a livello mondiale. Qui da noi bisognerebbe vedere se ci sono persone formate, intendo un retroterra culturale dal quale non si può prescindere. Penso che sarebbe come se un Pavarotti venisse a San Marino e poi si scoprisse che i sammarinesi non amano la musica lirica. Le vocazioni sono importanti e in genere è partendo da lì che poi ar- rivano i risultati.
Tornando al fondatore di Alibaba che ha fatto tanto riflettere il nostro Carlo Biagioli, egli ha ricordato in una recente intervista al Corriere della Sera come avesse provato a farsi assumere da aziende private una trentina di volte, senza successo. «Tentai anche in una selezione della catena Kentucky Fried Chicken: eravamo 27, ne presero 26, tutti escluso me». Fondò Alibaba in una stanzetta di casa, nel 1999, a 25 anni. Ora il gruppo, che spazia dall’e-commerce alla finanza tecnologica, ha oltre 66 mila dipendenti a tempo pieno.
Olga Mattioli, La RepubblicaSM