Il vaccino è, al momento, l’unica arma fortemente efficace per difendere la collettività da contagio, ospedalizzazione e complicazioni gravi. E, di riflesso, l’antidoto più efficace alle controverse misure di limitazione della libertà collettiva e individuale, nonché degli effetti deleteri sull’economia, non solo globale ma anche familiare.
E’ questo ciò che si evince analizzando i dati contenuti nell’ultimo report elaborato dall’Istituto Superiore della Sanità sulla situazione italiana, che poi può benissimo venire proiettata anche sulla realtà sammarinese che, per l’esiguità della sua base statistica, non può produrre statistiche se non con margini errore (forbice per intenderci usando un gergo diventato popolare con gli exit-poll elettorali).
Trasformare i numeri in statistiche, però, è più complesso di quanto appaia visto che i fattori da considerare sono molteplici, prima fra tutta l’ampiezza della base di riferimento. In ultimo report settimanale Iss ha prodotto una tabella che semplifica non poco la comprensione e rende più chiaro alla massa trarre conclusioni dall’analisi dei numeri, in quanto tali incontestabili. Del resto, come noto, “la matematica non è una opinione” (Cit. Bernardino Grimaldi (1839-1897), Ministro delle Finanze in Italia nel 1879).
Dunque la nuova tabella, che prendendo in esame l’incidenza e non più solo i numeri nudi e crudi, rende finalmente più efficace e chiara la comunicazione degli enti preposti, ci evidenzia che il vaccino, al contrario dell’ormai radicato luogo comune alimentato da antiscientifiche o superficiali conclusioni condivise compulsivamente nei social dalla comunità no-vax, fornisce una importante protezione sia dall’ospedalizzazione che dall’insorgere di complicazioni gravi o letali, ma anche in termini di riduzione importante del rischio di contagio.
Volendo scendere nel dettaglio di questi dati si evince che:
• Un NO-VAX è QUATTRO (4) volte più probabile che, nelle stesse condizioni, si contagi rispetto un VACCINATO che ha ricevuto ultima dose da non più di cinque mesi
• Un NO-VAX è UNDICI (11) volte più probabile che, nelle stesse condizioni, Finisca ricoverato in ospedale rispetto un VACCINATO che ha ricevuto ultima dose da non più di cinque mesi;
• Un NO-VAX è PIU’ di SEDICI (16) volte più probabile che, nelle stesse condizioni, finisca in terapia intensiva rispetto un VACCINATO che ha ricevuto ultima dose da non più di cinque mesi;
• Un NO-VAX è DIECI (10) volte più probabile che, nelle stesse condizioni, muoia rispetto un VACCINATO che ha ricevuto ultima dose da non più di cinque mesi.
Ma, come detto, la statistica per giungere a conclusioni serie, attendibili e sensate deve considerare più fattori. Nell’ultimo dato, quello sulle morti, nel raffronto fra vaccinati e non vaccinati incide pesantemente l’età media dei vaccinati, molto più alta di quella dei non vaccinati. Un elmento che non si può ignorare in una malattia che uccide soprattutto sventurati avanti con l’età.
Quindi, se da questo calcolo escludessimo gli over80 il rischio di morte dei non vaccinati rispetto ai vaccinati diventerebbe addirittura di 17 volte più alto… Come dire, per essere chiari, se la popolazione italiana fosse al 50% vaccinata e al 50% non vaccinata e composta essenzialmente da under80, ogni 18 morti solo uno sarebbe vaccinato a fronte dei 17 non vaccinati.
Appare quindi, specie oggi alla presenza di nuove “sentenze” statistiche, incomprensibile quanto irrazionale la posizione no-vax… Anche alla luce dei dati sulle reazioni avverse gravissime che, peraltro, se non erro, sul Titano (ma non è un valido campione statistico) non si sarebbero mai registrate fino ad ora.
Enrico Lazzari
