San Marino. Nuovo impianto energia, buona la prima

Zona-Faetano-centrale-elettrica-Prg2San Marino si avvia a diventare autonoma dal punto di vista energetico. La piccola Repubblica in questi ultimi anni insomma sta diventando “grande” tentando di camminare con i propri passi, abbandonando pia piano la “mamma” Italia. Viene da dire, finalmente. Sono tanti i settori potenzialmente capaci di farci fare il grande salto, anche in termini di Pil, il che tradotto significa più soldi, lavoro, benessere. Ne individuiamo due: telecomunicazioni e energia.

Sul primo il Segretario Mularoni si appresta a rivoluzionare il settore.

Sul secondo sono diverse le Segreterie impegnate a valutare la “green economy”, l’ecologia e la sostenibilità energetica. E l’impianto di produzione di energia elettrica proposto per San Marino va proprio in questa direzione, visto che c’è già uno studio qualificato che parla di un possibile inquinamento vicino allo zero.

Ma il fatto certamente più positivo è quello che il Titano continua a mantenere il proprio appeal: il progetto infatti è guidato da un gruppo finanziatore canadese, Dundee, a cui si sono aggiunte due multinazionali: Mitsubishi – Hitachi come partner tecnologico e il gruppo Amec Foster Wheeler esperto di impatto ambientale.

Investitori di livello internazionale che vogliono portate qui i propri soldi, con enormi vantaggi per tutti. Ci auguriamo che il governo e l’intero Consiglio non si lascino scappare questa occasione attraverso le solite gazzarre e guerre ideologiche, piuttosto che valutare in concreto il progetto.

Fare scappare Mitsubishi e altre multinazionali significherebbe svergognarsi a livello mondiale e qui a investire potrebbe non venirci più nessuno. Fortunatamente diciamo subito che gli incontri preliminari avuti ieri sono andati molto bene: governo, maggioranza e opposizione sono stati propositivi, dimostrando la volontà di capire, approfondire e solo dopo giudicare. D’altra parte difficilmente qualcuno potrebbe prendersi la responsabilità di decidere al posto dei sammarinesi e dire no allo sviluppo del territorio.

Senza contare che oggi la gente senza il cappio del quorum ha un’arma in più: quella del referendum. Saranno probabilmente i cittadini alla fine a decidere se sono favorevoli o meno a un progetto di tale caratura e non i soliti burocrati chiusi all’interno delle loro stanze. Tornando all’ambizioso progetto dell’impianto energetico, nel 2013 una delibera dava mandato di andare avanti, senza oneri per lo Stato. Tre anni dopo arrivano sul tavolo del Congresso le valutazioni del gruppo tecnico.

Il progetto prevede un impianto di ultimissima generazione per la produzione di energia elettrica utilizzando come combustibile il gas naturale. Sul tappeto naturalmente e come è giusto che sia ci sono tante questioni da valutare, tra cui il rapporto con l’Italia. La cooperazione economica prevede infatti la collaborazione nel campo dell’energia e il gas trasformato produrrà molta più elettricità rispetto a quella che servirà al nostro Paese. Quella eccedente potrà dunque essere venduta alle Regioni limitrofe.

Per i sammarinesi si profilano bollette fino al 25% più leggere, con enormi benefici per famiglie e imprese. Vendere la corrente inoltre porterà diversi soldi nelle casse dello Stato. Al momento nessuna decisione è stata presa e il confronto politico è apertissimo. La prossima settimana ci sarà un appuntamento pubblico importante con la giunta del Castello potenzialmente interessato, vale a dire Faetano.

Così il Segretario Mularoni da noi interpellato: “Confermo gli incontri informativi, certamente valuteremo una proposta che arriva da tre multinazionali che non hanno bisogno di presentazioni. Proprio alla luce della serietà della proposta credo che dovremo fare le nostre valutazioni e dare una risposta al più presto. Dal canto nostro siamo chiamati a valutare ciò che è meglio per San Marino”. David Oddone, La Tribuna