LINK ALL’ARTICOLO: “San Marino, il caso Cargill e il prestito top secret allo Stato”
Il gruppo americano Cargill, che commercia cereali e mangimi, ha prestato 150 milioni alla piccola Repubblica a un tasso del 2,95% ma le altre condizioni contrattuali non sono state rese note ai 33 mila cittadini del Titano. Ci sono beni dello Stato in garanzia? Se sì, quali e quanti? Il contratto ponte della durata di un anno è secretato e per questo da settimane l’opposizione attacca il governo. Cargill non è una banca, non è quotato in Borsa e non è un gruppo che presta denaro di mestiere: quando lo fa più che altro sono clienti del settore agricolo o alimentare. E’ un gigante da 155 anni proprietà della famiglia Cargill-Mac Lennon con oltre 100 miliardi di fatturato, 155mila dipendenti in 70 Paesi, compresa l’Italia dove anni fa ha acquistato la Raggio di Sole mangimi. E ora offre una stampella (ben pagata) a San Marino. Secondo alcune indiscrezioni, tra i beni in pegno o ipotecati ci potrebbe essere la Giochi del Titano, ovvero il casinò, e anche, qualcuno sostiene, l’azienda di servizi pubblici Aaas (elettricità, gas, acqua, fognature, trasporti ecc). Il ministro delle finanze Marco Gatti difende la scelta, rivendica la trasparenza dell’iter parlamentare e motiva la riservatezza con le “clausole contrattuali che devono rimanere riservate per poter partire da nuove basi in successive negoziazioni” e dunque “riteniamo non sia opportuno che si conosca la base giuridica della trattativa con Cargill, sebbene la riteniamo un’ottima base giuridica”.
E’ la prima volta nella sua storia che il Titano ricorre a un finanziamento esterno di questo genere ma la crisi di liquidità anche per l’emergenza Covid è tale che occorreva immediato ossigeno. Tanto più che i sondaggi sui mercati finanziari con l’advisor Jp Morgan per il collocamento di titoli di Stato (lo stock complessivo in base alle esigenze future di bilancio dovrebbe essere intorno ai 500 milioni) non sono stati incoraggianti. E’ per questo che a dicembre attraverso Rothschild è arrivata la proposta di Cargill che il governo, affiancato dallo studio legale Clifford Chance, ha sottoscritto e poi secretato Ma le carte di lavoro, nelle quali si dice tra l’altro che San Marino pagherà fino a 40mila euro delle spese legali sostenute da Cargill, offrono indicazioni interessanti per capire il perimetro delle garanzie e la cornice legale in caso di contenzioso. San Marino elenca una serie di beni sui quali deve essere conservata l’immunità dagli effetti di eventuali richieste giudiziali (sequestri, confische ecc): sedi diplomatiche, beni che appartengono al patrimonio culturale di San Marino, gli immobili del centro storico patrimonio delll’Unesco, foreste, fiumi, laghi, reti elettriche, strade, cimiteri, luoghi di culto ecc; infine tutti i beni “qualificati proprietà pubblica secondo le norme della contabilità pubblica” o con attività “di pubblico interesse”. E questo, per esempio, escluderebbe l’Aass, l’azienda di servizi pubblici. Il prestito degli americani è destinato a finanziare “infrastrutture strategiche”, aziende statali, le “spese dell’Ospedale di Stato relative al Covid”, “progetti di manutenzione e gestione dei centri storici di San Marino e del Monte Titano”.
“Essersi rivolti a un privato come Cargill – osserva Rossano Fabbri, consigliere di opposizione – e non ad esempio a enti internazionali e Stati, rappresenta una sconfitta per il Paese. E sulle garanzie tutto lascia pensare che si faccia riferimento a enti partecipati o del pubblico allargato, come Aass o Giochi del Titano”. Quest’ultima società è dello Stato per il 76% e della Camera di Commercio di San Marino per il 24%. Con l’ultimo bilancio (2019) ha trasferito oltre 10,4 milioni di euro complessivi (tra utili e imposte) allo Stato. Qui è possibile giocare con le slot, al keno, poi poker e giochi americani. Ma guai a chiamarlo casinò perché a causa degli accordi di amicizia e buon vicinato del ’39 ancora in vigore, il Titano si impegna “a non permettere nel proprio territorio l’impianto o l’esercizio di case da gioco o di altri centri del genere comunque denominati, nei quali si svolgano giuochi di azzardo”.
Critico anche il sindacato per bocca di Giuliano Tamagnini, segretario generale della Confederazione sammarinese del lavoro: “Quali sono le condizioni? Quanto spendiamo? Quali garanzie ha dato lo Stato? Ci possiamo basare solo su congetture e voci di corridoio perché ufficialmente nulla ci viene detto. Ci sarebbe piaciuto sapere se vi fossero altre opportunità invece che rivolgersi a un privato con sede in un noto paradiso fiscale (Delaware, ndr). Allo stesso tempo non sappiamo come verranno utilizzati questi 150 milioni di euro. Insomma è un segreto di Stato del quale non comprendiamo i motivi. Che cosa si vuole tenere nascosto?”.
di David Oddone e Mario Gerevini