SAN MARINO. Oggi dominano i “secchioni” sammarinesi della “squola” politica di Beppe Grillo. Che nostalgia… di Enrico Lazzari

Se l’Italia ha toccato il fondo con ministri improvvisati targati Cinque Stelle, non si può certo dire che la classe dirigente del Titano, succeduta al dirompente quanto controverso Processo Mazzini che ha spazzato via una intera generazione di leader politici, sia oggi quanto di meglio si possa auspicare.

Il deficit di esperienza, specie in deleghe chiave, troppo spesso non riesce a sopperire alla buona volontà, che certo non manca.
Meglio del governo, però, non sta certo l’opposizione, quanto mai spregiudicata e “urlante”.

La “squola” Grillo -sì, la scuola con la Q- sembra aver non pochi “secchioni” anche sul Titano.

L’ultimo 10 in pagella è arrivato sul “tema” dei fondi pensione.
Lo schema dello svolgimento è sempre lo stesso:
1. inventa la bufala
2. diffondila con toni allarmistici sui social e sui media
3. con una sorta di bacchetta magica trasforma la categorica smentita in un dietrofront
4. ignora il senso della smentita e prenditi il merito del fantasmagorico dietrofront dell’avversario…
5. rincara la dose innalzandoti a salvatore della Patria…

“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”… Nulla di più vero. Tanto che tutti, oggi, attribuiscono erroneamente questa frase a Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazista.

In realtà una frase simile esiste e risale al 1978. Si può trovare a pagina 20 del libro Final Entries, 1945: The Diaries Of Joseph Goebbels, scritto dallo storico Hugh Trevor-Roper. Quindi, non esiste alcun riscontro antecedente al 1978 e di certo nulla antecedente al 1945, anno in cui Goebbels morì.

L’autorevole storico Richard J. Evans, interpellato da Reuters, ha confermato che quella frase non può essere attribuita al Ministro della Propaganda hitleriano ma esclusivamente a Roper, autore del libro in cui è citata in termini molto simili.

Ma poco importa. In migliaia condividono ogni giorno la citazione sui social attribuendola a Goebbels. Ma tant’è…
Non voglio scendere nel merito della singola vicenda -del resto è ormai evidente anche ai più distratti che non esista alcun atto ufficiale concreto che possa autorizzare prelievi dal Fondo Pensioni- ma intendo evidenziare il precipizio in cui la politica, quella con la P maiuscola, è piombata. Sia in Repubblica che nella vicina Italia.

A dominare la scena non è più l’ideologia, tantomeno lo è la visione economica o sociale. A dominare la scena è la comunicazione. Il continuo tam-tam di bufale appena verosimili che trovano condivisione massiccia sui social e si trasformano in verità assodate, indelebili nella popolazione.

Si veda la vicenda dei 49 milioni “rubati” dalla Lega, che in realtà sono un paio abbondanti, sì rubati, ma da un tesoriere infedele alla stessa Lega… Stessa cosa, identica, accadde anni prima alla Margherita di Francesco Rutelli, le cui casse vennero alleggerite dal tesoriere. Ma all’epoca la narrazione fu diversa e quel partito passò -al contrario della Lega- come parte lesa, come vittima di un amministratore infedele.

Il grande del lavoro “Goebbeliano” (mi si permetta l’errata ma ormai radicata citazione) lo fece la comunicazione di sinistra, ma, in questo caso, anche la giustizia “di Palamara”, a dire il vero, ci mise del suo…

Il Titano, del resto, come tradizione vuole, ricalca vizi e virtù italiane -più vizi che virtù- e anche questa degenerazione comunicativa della politica era ovvio venisse copiata. Ma, per fortuna dei cittadini, sul Titano ancora son tutti “dilettanti” e ciò permette ad almeno la parte più attenta della popolazione di “difendersi”.

Ma che nostalgia della politica… Che nostalgia dell’esperienza internazionale di Gabriele Gatti e della sanguigna passione di Giuseppe Amici…

Enrico Lazzari