Ho vissuto la mia infanzia in un campo e ne sono orgoglioso.
Un campo coltivato di fronte casa dei miei a Falconara, invisibile perché nascosto da una siepe di rovi, con a lato un grosso albero, un gelso. Era bello stare li sotto in tutte le stagioni, anche d’inverno sotto i suoi poderosi rami. Era stupendo in primavera e fantastico d’estate.
Era il nostro parco giochi, quell’albero – il Moro lo chiamavamo – era la nostra casa, la mia soprattutto come se fossi il vero custode di tanta bellezza. Lo ricordo ancora! Un dolcissimo ricordo, indelebile.
Giocavamo per ore li sotto, sotto i suoi rami, costruivamo con la terra le piste delle macchinine e facevamo tanti giochi più che altro manuali utilizzando gli utensili ”prestati”, sarebbe meglio dire rubati temporaneamente, dal garage di mio padre.
Anche quando la proprietà arava il campo noi c’eravamo e facevamo dei fortini con le zolle di terra arata; era stupendo giocare e pensare di fare delle guerre medievali protetti dai nostri fortini di zolle di terra impilate una sopra un’altra.
Ho vissuto una bellissima infanzia! Stupenda grazie agli alberi, al mio moro; forse il periodo più bello della mia vita.
Lo scalavo ed era stupendo stare interi pomeriggi appollaiati tra i suoi rami. Interi pomeriggi di estati caldissime; per noi era come avere l’aria condizionata.
Sono stato un privilegiato!
Le foglie in estate erano verdissime! Verde smeraldo, un colore che ho visto poche volte così vivido e lucente. Ed in più in estate il mio amato albero ci dava anche le more, frutti succulenti e dolcissimi.
Mi commuovo a ricordare quei bellissimi periodi passati con i tanti bambini del mio quartiere, ma il moro era il mio rifugio; era solo mio.
Sono certo che la mia abilità nel disegnare e il fatto di avere una bella grafia derivi dalle tante ore passate a modellare la creta, l’argilla che c’era sotto il mio moro. Pagherei, tanto, per ritornare per una sola ora sotto il mio moro e all’età di 10 anni. Un sogno purtroppo che non si realizzerà mai. Ho vissuto un’infanzia bellissima, grazie agli alberi ed è per questo che per me vengono prima di tutto.
PRIMA DI TUTTO, ma forse lo avevate capito da come ho dedicato tanto spazio su Giornalesm allo schifo di questi giorni.
Oggi sono triste ed arrabbiato dopo aver visto l’inciviltà e l’ignoranza abbattere quei bellissimi pini antichi di Murata, peraltro stupendi, rigogliosi e pieni di vita, ridotti a pezzi.
Oggi è un triste giorno ma tutti devono sapere chi è il responsabile di questa idiozia e capire che con il voto si possono anche eleggere persone incompetenti, astiose e piene di sé. Vedendo questi disastrosi risultati spero che tanti prendano coscienza dell’estremo potere che hanno in mano con il voto. Usatelo sempre con giudizio e votate solo persone che amano profondamente il Titano e non il loro portafogli.
Addio bellissimi e meravigliosi pini marittimi vicini di casa che mi avete salutato al momento del mio arrivo a San Marino nel 1996 e che tante volte mi sono fermato, umilmente, ad ammirarvi talmente eravate maestosi e lussureggianti.
Vi ricorderò sempre, come ricorderò con tanto amore il mio stupendo moro che non c’è più, vittima della speculazione edilizia, ma che è vivo, presente e vivido nei ricordi di quel bambino di Falconara che lo amava tanto e che era così tanto in simbiosi con lui e con la profumatissima terra di quell’area.
Scusate lo sfogo ma per me oggi è una giornata tristissima.
Marco Severini