Sta per essere avviata ai passaggi finali la legge sulla profesisone giornalistica e l’editoria. Abbiamo chiesto un parere al riguardo al direttore generale della San Marino Rtv Carlo Romeo.
Che giudizio si è fatto al momento della nuova proposta di legge?
“Quando sono arrivato, più di un anno fa, fra le emergenze che ho trovato c’era sicuramente anche il fatto che le prestazioni professionali dei giornalisti a San Marino non fossero regolate da specifici contratti. Oggi una proposta di legge (con i suoi limiti come tutte le proposte di legge peraltro) perlomeno esiste. Sicuramente migliorabile, ma certamente deve in primo luogo garantire chi lavora nell’informazione e al tempo stesso il pubblico che è il diretto interessato ad avere una informazione credibile e autorevole. A suo tempo a me come ad altri è stato chiesto un parere su quelli che potevano essere gli elementi portanti della legge. Alcune cose ho visto che sono state recepite nel testo in qualche modo mentre altre non lo sono state. Giusto così. è chiaro che il servizio pubblico radiotelevisivo è un partner istituzionale importante e ove possa dare il suo contributo, se richiesto, fa parte delle sue responsabilità collaborare e anche io ho cercato di dare il mio contributo rispondendo alle domande che gli estensori della legge mi hanno rivolto nello spirito di collaborazione del servizio pubblico”.
Ci sono aspetti, per chi opera nel settore, giudicati dall’Unione sammarinese dei giornalisti (Usgi) molto pericolosi, come quello della commissione di nomina politica e a maggioranza politica che avrà il compito di approvare e poi applicare le eventuali sanzioni in ambito deontologico. Anche per lei si tratterebbe di una “ingerenza pericolosa” come sostiene l’Usgi?
“Personalmente sono convinto che non sia il metodo il problema. La politica non ha il diritto, ma il dovere di essere garante in qualsiasi democrazia. Deve cioè garantire con le nomine di sua competenza tutti i cittadini. Ovunque gli organismi di garanzia vengono nominati dai rappresentanti della popolazione regolarmente eletti. Il vero problema penso ê che si proceda con nomine autorevoli, credibili, basandosi sui curricula e non sulle tessere di partito in mano. La politica insomma deve decidere e garantire, rispondendo della qualità delle nomine e non svenderle per un pugno di voti e per piccoli interessi di bottega. Il problema insomma non è chi decide, ma chi viene proposto e votato almeno per come la vedo io. Il sistema democratico funziona così”.
Secondo i parametri attuali previsti dalla futura legge, eccezion fatta per Rtv, tutte le altre testate giornalistiche registrate alla segreteria di Stato agli Interni non avrebbero più i requisiti per considerarsi testata giornalistica. Come giudica questo aspetto?
“Qualsiasi legge per funzionare deve essere calata nella realtà in cui si colloca. Certamente non si può tollerare che ci siano giornalisti che lavorano senza uno straccio di garanzia o di qualifica professionale. Si tratterà, come nello start up di ogni nuova legge, di valutare la situazione, adeguandola al contesto esistente nell’ambito fissato dal nuovo provvedimento, tenendo certo conto di chi finora ha rispettato le regole e nella piena trasparenza e nell’interesse della cosa pubblica e non dei singoli individui o dei piccoli o grandi gruppi che siano. Sarà il dibattito in Consiglio a decidere il come o a demandarlo agli organi preposti che se ne assumeranno ogni responsabilità. La politica sa bene – e comunque è bene ricordarglielo ogni tanto – che il controllo dell’informazione non può ledere in alcun caso la libertà del cittadino a essere informato correttamente e responsabilmente. Mi sembra che però San Marino non soffra di eccessi in questo contesto anche perché, c’è poco da rivelare in una realtà di trentamila abitanti in cui tutti sanno tutto. Per esempio, e lo dico in amicizia e forte del fatto che il mio stipendio è l’unico dei dirigenti Rai on line da anni sul portale aziendale, che trovo un po’ ‘grossier’ questa caccia a pubblicare gli stipendi dei dipendenti in questo modo. C’è anche un errore di prospettiva, a mio avviso. Se uno guadagna mille euro al mese ma non se li merita per me è molto più grave di uno che ne guadagni centomila e se li meriti tutti, per capirsi”.
Quindi, sarebbe pronto anche lei a dare l’esame per l’abilita- zione per fare il giornalista a San Marino?
“Non lo farei volentieri, ma non vedrei particolari problemi a darlo. Anzi mi preoccuperebbe di più ridare quello per la patente nautica. Personalmente invece, mi lasciano perplesse le frammentazioni e le distinzioni interne alla professione così come per San Marino non credo che le Scuole di giornalismo siano una soluzione. Sicuramente c’è da fare e migliorare ma non capisco bene una cosa. Se le cose si prova a farle non va bene e si parte muro contro muro invece di ragionare insieme. Se non si fa nulla, non va bene uguale perché c’è immobilismo. Io penso sia meglio provare a fare, magari ragionando tutti insieme in un’ottica di interesse del Paese e non dei singoli individui e di improbabili micro-corporazioni, residuati prebellici di regime come la legge dell’Ordine italiano. San Marino ha l’occasione per dare un esempio all’Italia. Conviene sfruttarla”.
Orami è più di un anno che ricopre l’incarico di direttore generale della San Marino RTV, e si è sicuramente fatto un’idea del mondo giornalistico sammarinese. Quali sono le criticità maggiori che vi riscontra e invece i punti di forza?
“Il giornalismo legato al territorio a me piace molto. E’ il mio mondo da sempre e a San Marino e in Romagna ancora una volta mi ci riconosco. Certo, a volte qualche verifica in più, senza cedere alla fretta di dare la notizia, non ci starebbe male così come ricordarsi di separare i fatti dalle opinioni o ancora evitare di prestarsi, magari involontariamente, a crociate e killeraggi conto terzi, come capita spesso anche in Italia. Punti di forza sono una conoscenza del territorio e una cinghia di trasmissione molto corta che lega giornali e lettori o spettatori che siano. Resta il fatto che si leggono poco i giornali e invece va incentivato questo settore nei modi che conosciamo tutti”.
RTV rappresenta oggettivamente la realtà giornalistica più grande e probabilmente importante della Repubblica. Sente questa responsabilità come direttore generale? E che ruolo può avere la Tv di Stato nella crescita della cultura giornalistica a San Marino?
“Sicuramente è una responsabilità anche perché è giusto condividere esperienze che si ha avuto la ventura di avere. Ho imparato molto da persone molte delle quali non ci sono neppure più. I testimoni si ricevono e si passano anche in questo mestiere. è anche importante ricordare che la mia è una doppia identità sia di manager che di giornalista. Sappiamo di avere una responsabilità in più perché siamo servizio pubblico. è giusto che la gente ci chieda di più”.
Le pongo una una provocazione: le libertà di informazione e di critica, sono ancora una libertà nel 2014?
“Il 3 maggio al convegno di San Marino sulla libertà di stampa ci sarà la giornalista ucraina che si è licenziata perché non accettava di fare il suo mestiere con i soldati russi in studio. In Africa sono più i giornalisti in galera o morti ammazzati di quelli in circolazione. Basta leggere i dati ufficiali. Quando in Italia sento evocare la libertà di stampa per difendere piccoli privilegi di casta penso a quei giornalisti che ho conosciuto in Afghanistan, in Bosnia, in Libano, in Darfur, in Burkina, posti che c’è chi non saprebbe neppure trovare su un atlante e dove i giornalisti sono ogni giorno vittime del loro lavoro”.
Intervista di Franco Cavalli, San Marino Oggi