San Marino. Onu: “Serve un nuovo Codice di procedura ??penale”.

codice penaleTra i suggerimenti anche quello di creare una “istituzione nazionale indipendente ed efficace per i diritti umani”.

Dopo il giudizio del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, basato sulla visita condotta lo scorso giugno, San Marino è di nuovo sotto la lente di ingrandimento degli organismi internazionale per quanto riguarda i diritti civili.

È stato pubblicato in questi giorni infatti il terzo rapporto di San Marino sul Patto per i Diritti Civili e Politici, convenzione internazionale delle Nazioni unite a cui il Titano aderisce insieme ad altre 159 nazioni, che il Comitato delle Nazioni unite per i Diritti Umani ha esaminato a Ginevra il 19 e 20 ottobre scorsi. Come spiega la segreteria degli Esteri in una nota, “la discussione è stata un vero e proprio esame per la delegazione sammarinese” con domande e chiarimenti ai diversi esponenti dei Dipartimenti Interni ed Esteri, della sanità e delle forze dell’ordine.

Nel rapporto, illustrato ieri dal segretario Valentini nella riunione del Congresso di Stato, oltre a diversi aspetti positivi, vengono indicati anche numerose raccomandazioni e punti critici nella legislazione sammarinese.

Tra i primi ci sono le leggi completate negli ultimi anni. Come la Legge n. 28 del 10 marzo 2015 “Legge-quadro per l’assistenza, l’inclusione sociale e i diritti delle persone con disabilità”; la Legge n. 140 del 4 settembre 2014, in base alla quale il minore ha diritto alla tutela e alla sicurezza e non può essere soggetto a punizioni corporali o ad altri trattamenti lesivi dell’integrità fisica e psicologica; la Legge n. 41 del 31 marzo 2014 “Norme in materia di estradizione”, che tra l’altro limita l’estradizione se vi è ragione di ritenere che l’estradato verrà sottoposto ad atti persecutori o discriminatori, ovvero a pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, o se il reato per il quale si richiede l’estradizione è punito con la pena di morte nel paese richiedente; e ancora la Legge n. 35 del 30 marzo 2012 “Disposizioni straordinarie della Naturalizzazione”, nella misura in cui essa modifica le condizioni per l’acquisizione della cittadinanza per i figli minori.

Ma, come detto, l’elenco delle “raccomandazioni” e delle “questioni che destano preoccupazione”, così come vengono chiamate nel rapporto, è corposo.

Ad esempio il Comitato raccomanda al Titano “di creare un’istituzione nazionale indipendente ed efficace per i diritti umani – si legge nel documento – con ampia competenza in materia di diritti umani in linea con i Principi di Parigi”.

Inoltre auspica che San Marino attui “le misure necessarie a rafforzare il proprio quadro giuridico contro la discriminazione, in particolare adottando una legislazione anti-discriminazione completa che contempli tutti
i motivi di discriminazione, compresa l’identità di genere. Inoltre, esso dovrebbe compiere ogni possibile sforzo per sensibilizzare il pubblico in generale e formare giudici e avvocati sulle disposi- zioni penali esistenti contro la discriminazione”.

Diversi punti dolenti riguardano il ruolo della donna nella società sammarinese. Innanzitutto “il Comitato osserva che la rappresentanza femminile nella vita politica resta debole, nonostante le misure adottate dallo Stato parte per porre rimedio alla situazione, come l’adozione della Legge Qualificata n. 1/2008 che prevede che ciascuna lista di candidati dei partiti che concorrono alle elezioni generali non debba includere più di due terzi di candidati dello stesso sesso”. Una norma che evidentemente non ha risolto il problema dato che solo dieci dei 60 membri del Consiglio Grande e Generale e uno dei nove Segretari di Stato sono donne. Un fatto per cui il Comitato esprime “preoccupazione”. Per questo San Marino è invitato a “intensificare i propri sforzi per aumentare la rappresentanza femminile nella vita politica”, se necessario “attraverso l’adozione di adeguate misure temporanee speciali per dare effetto alle disposizioni del Patto”.

Un altro punto dolente è la legislazione sull’aborto. “Lo Stato parte dovrebbe modificare la propria legislazione – scrive ancora l’Onu – al fine di prevedere in modo esplicito deroghe al divieto giuridico generale in materia di aborto, anche a fini terapeutici e quando la gravidanza è il risultato di stupro o incesto.

Esso dovrebbe inoltre garantire l’accesso a programmi di istruzione e di sensibilizzazione incentrati sull’importanza della contraccezione e dei diritti alla salute sessuale e riproduttiva”. Questo anche se il comitato ha rilevato come il Codice penale sammarinese preveda lo “stato di necessità come giustificazione della non punibilità di chiunque sia costretto a commettere un reato al fine di proteggere se stesso o altri dal rischio di un grave danno personale”.

Restando in tema una raccomandazione riguarda anche il “diritto ad un equo processo”.

“Pur prendendo atto della Delibera del Congresso di Stato n. 20/2013 che istituisce un gruppo di lavoro per la redazione del nuovo Codice di Procedura Penale – scrivono gli esperti dell’Onu – il Comitato osserva che tale gruppo di lavoro non ha ancora completato il proprio mandato”. Per questo, come già nel precedente report, viene raccomando “di accelerare l’adozione di un nuovo Codice di Procedura Penale generale e di garantire che esso sia pienamente conforme al Patto”.

Infine, come già rilevato dal commissario Muiznieks, il comitato tira le orecchie al Titano in quanto nel Codice penale sono presenti articoli che “criminalizzano ancora la diffamazione e altri reati contro l’onore, tra
cui l’onore dei Capitani Reggenti e di altri funzionari pubblici”. In questo caso viene comunque reso merito della cosiddetta sentenza Brunelli secondo cui le critiche espresse in merito alle attività pubbliche dei politici, anche se of- fensive, “non possono mai costituire un reato contro il principio o l’onore della persona.”

“Le valutazioni espresse e le raccomandazioni rivolte al Paese – commenta la segreteria agli Esteri – devono essere lette come un incoraggiamento a proseguire sulla strada della piena applica- zione pratica delle disposizioni del Patto.”

Il tempo per mettersi in pari non manca. Il prossimo rapporto periodico sarà infatti presentato il 6 novembre 2022.

Davide Giardi, La Tribuna