Di
Augusto Casali , Romeo Morri, Glauco Sansovini
Prima parte
Le vicende politico-giudiziarie che hanno dominato sui media sammarinesi e non solo in questi ultimi tempi, hanno scatenato numerosi interventi ad ogni livello, a volte con analisi degli accadimenti oneste e realistiche, altre volte con superficialità dovuta, in alcuni casi, a facile qualunquismo tendente a fare di tutta l’erba un fascio, in altri a pura ignoranza dei fatti.
Senza entrare in polemica con nessuno e soprattutto senza togliere o aggiungere nulla ai protagonisti dei fatti emersi in virtù dell’azione della magistratura, che di per se sono sufficientemente eloquenti, con questo intervento vogliamo solo ricordare i più significativi fatti e avvenimenti di un periodo storico ben definito.
Questa operazione di pura memoria storica, suffragata da atti e documenti, potrebbe contribuire a fornire una chiave di lettura degli avvenimenti e, al tempo stesso, a far tornare la memoria agli smemorati e fornire elementi concreti e reali a chi ignora.
Il periodo storico che preso in esame è quello che va dal 2001 al 2006, con particolare riferimento agli anni 2003/2006.
Le Elezioni Politiche Generali del 2001, che avvennero dopo un periodo piuttosto lungo di instabilità politica che aveva prodotto il cambio di numerosi governi sempre a guida D.C., diede il seguente risultato: Il P.D.C.S. ottenne 25 seggi, il P.S.S. 15, il P.d.D. 12, A.P. 5 e Rifondazione Comunista 2. Il Governo che ne nacque fu composto dalla coalizione P.D.C.S./P.S.S., che insieme contavano 40 seggi su 60.
Nonostante questo però, il P.D.C.S., che mal aveva digerito il successo elettorale dei Socialisti, continuava a minare la stabilità del Governo che cadde nuovamente nell’estate del 2002. Questa volta però i Socialisti mandarono a casa la D.C. e il suo leader che sedeva sulla poltrona di Segretario di Stato agli Affari Esteri da 17 anni.
Prese vita allora un nuovo Governo formato da P.S.S., da P.d.D. e da A.P., che veniva così definitivamente sdoganata. Il nuovo Governo poteva contare su una maggioranza di 32 consiglieri su 60.
Intanto nell’ottobre 2001 nasce a San Marino Alleanza Nazionale, capeggiata da Glauco Sansovini che venne eletto nel Consiglio Grande e Generale.
Nel settembre 2002, nel corso di una seduta del Consiglio Grande e Generale, i Consiglieri del P.S.S., Monica Bollini e Giuseppe Rossi, presentano un Ordine del Giorno critico sull’operato dell’allora Segretario di Stato alle Finanze, militante nel P.S.S anch’esso, chiedendone le dimissioni. Fu un colpo di fulmine a ciel sereno. L’ordine del giorno fu posto in votazione nella seduta stessa e fu respinto per pochissimi voti.
Il fatto ebbe conseguenze politiche forti, anche perchè il P.S.S., anzichè cercare di affrontare al proprio interno la situazione venutasi a creare, così come Augusto Casali auspicava in quel periodo, preferì svolgere un’azione tesa ad isolare gradualmente gli allora giovani Consiglieri Monica Bollini e Giuseppe Rossi.
In quello stesso periodo Augusto Casali, dimessosi in Luglio da Segretario Generale del P.S.S., sostituito alla guida del Partito da Alberto Cecchetti, era membro del Governo ed occupava il posto di Segretario di Stato per gli Affari Esteri. Visto l’andamento delle cose in quelle settimane, egli rilasciò una dichiarazione in cui asseriva, al di là dei tempi e i modi usati dai Consiglieri Monica Bollini e Giuseppe Rossi, che il P.S.S. aveva al suo interno problemi di trasparenza e di rinnovamento e che il Partito più longevo di San Marino non doveva a vere timore di parlarne serenamente al proprio interno.
Chiaramente la dichiarazione, anche in considerazione dell’incarico di Governo occupato da Casali, fece molto rumore.
Ma la dirigenza del P.S.S. tirò diritto ed eludendo una precisa delibera della Direzione del 3 ottobre 2002, congelò, con una decisione assunta notte tempo da una assemblea decimata al momento della votazione, i due giovani Consiglieri Socialisti, i quali, isolati, dopo un breve periodo diedero vita ad una nuova formazione politica denominata Sammarinesi per la Libertà.
Intanto Augusto Casali entrò in rotta di collisione con la dirigenza del Partito non condividendone la linea, e a novembre del 2002 diede vita ad una Corrente interna denominata “Nuova San Marino”.
Ma anche nella D.C. vi era in atto uno scontro profondo che si concluse con la fuori uscita di Romeo Morri, Membro del Consiglio Grande e Generale, influente e storico militante democristiano, il quale nei primi mesi del 2003 diede vita alla formazione politica dei Popolari Sammarinesi.
Nel P.S.S. intanto la querelle tra la dirigenza socialista e la Corrente “Nuova San Marino” continuava senza soste. Vi furono tentativi di ricomporre la frattura, ma la distanza ormai era molto profonda, complicata anche da un referendum promosso da “Nuova San Marino” per la riduzione delle preferenze da tre ad una, al fine di sconfiggere il fenomeno delle “cordate” tanto caro alla dirigenza socialista. Così nell’ottobre 2003 la Corrente si stacca definitivamente dal P.S.S. e da vita al Partito Socialista Nuova San Marino, rappresentato in Consiglio Grande e Generale dallo stesso Augusto Casali.
Alla fine del 2003 dunque il quadro politico presentava una maggioranza composta da P.D.C.S., P.S.S. e P.d.D., che nonostante le defezioni interne ai partiti che la componevano, poteva contare su un’ampia maggioranza, oltre i 2/3 del Consiglio Grande e Generale, mentre l’opposizione era rappresentata oltre che da A.P. con 5 seggi, Rifondazione Comunista con 2, ai quali si aggiunsero poi 3 dissidenti del PdP, che avevano formato uno schieramento denominato Zona Franca, anche dai cosi detti “cespugli”, ovvero Sammarinesi per la Libertà che poteva contare 2 consiglieri, Popolari Sammarinesi, Alleanza Nazionale e Partito Socialista Nuova San Marino con 1 consigliere a testa. Complessivamente l’opposizione era composta di 15 consiglieri su 60.
Le forze politiche minori, “I cespugli”, per intenderci, erano solo in cinque, ma si dimostrarono da subito molto attivi prendendo, separatamente, tantissime iniziative , che però non saranno prese in esame in questa sede in quanto si preferisce focalizzare il discorso su quanto prodotto, scritto, proposto, sia nel Consiglio Grande e Generale, sia nel Paese, sia all’Autorità Giudiziaria, congiuntamente.
Infatti queste forze ed i loro rappresentanti, pur essendo di diversa matrice politica, trovarono nella loro azione sempre maggiore vicinanza e corrispondenza soprattutto rispetto ad alcuni temi d’attualità. Fra questi sicuramente una valutazione assolutamente negativa nei confronti dell’operato del Governo Straordinario, l’impegno contro il connubio politica-affari e l’affermazione della legalità.
Così la collaborazione divenne via via sempre più stretta e, anche se la forza numerica dei “cespugli” era assai modesta, la mole di lavoro portata avanti fu davvero ragguardevole, attraverso interventi, mozioni, ordini del giorno, proposte, emendamenti, interpellanze ed interrogazioni nel Consiglio Grande e Generale; iniziative, serate pubbliche, conferenze, dibattiti, nel Paese; innumerevoli interventi sulla stampa; esposti presso la Magistratura.
Ora saranno prese in esame le battaglie più significative e mediaticamente più rilevanti, condotte dai consiglieri Bollini, Casali, Morri, Rossi G. e Sansovini, a partire dal 2003, che, anche alla luce degli accadimenti politici e giudiziari di questi ultimi periodi, probabilmente assumeranno particolare significato.
Fine Prima Parte