Il caso ha riguardato un cittadino italiano probabilmente segnalato, al momento degli accadimenti, alle autorità sammarinesi per riciclaggio.
All’atto dell’avvenuta concessione della residenza anagrafica a San Marino, in sede di Commissione Consiliare Permanente Affari Esteri, furono sollevate perplessità circa la regolarità della concessione, che avvenne con 7 voti favorevoli e 6 contrari, la qualcosa da sola la dice lunga sulla opacità che avvolgeva la richiesta avanzata.
Molti e a più riprese, furono gli interventi di natura politica tesi a fare chiarezza, a seguito dei quali Antonino Cosentino autonomamente diramò alla stampa un comunicato che, fatto singolare e mai chiarito, fu ritrovato nella fotocopiatrice del Pubblico Palazzo, nell’anticamera della sala del Consiglio Grande e Generale, dove di certo il Signor Antonino Cosentino non poteva avere accesso, dal Consigliere Monica Bollini.
Intanto il Congresso di Stato comunicava con una nota, a sua volta, che non “ esistono elementi contrari al rilascio” della residenza al Signor Cosentino.
Sulla spinta delle rimostranze manifestate a vari livelli, viene allora avviata una ulteriore iniziativa politica: la presentazione della richiesta di istituire una Commissione Consiliare d’Inchiesta, al fine di appurare i fatti ed individuare eventuali responsabilità politiche, che però fu immediatamente fermata nel suo iter dalla maggioranza e bloccata alla presentazione in Consiglio Grande e Generale in prima lettura, nonostante i ripetuti solleciti dei cinque Consiglieri, Bollini, Casali, Morri, Rossi, Sansovini.
Gli ex consiglieri Casali, Morri e Sansovini.