San Marino. OPERAZIONE VERITA’. (Articolo completo) Il Consiglio Direttivo di Bcsm rimuove Stefano Caringi. 

Caringi era noto negli ambienti di Banca d’Italia come professionista valente ed onesto, le modalità del suo allontanamento hanno deteriorato seriamente i rapporti fra il sistema San Marino e Banca d’Ital

All’epoca del defenestramento di Caringi, infatti, BCSM aveva concordato un testo di Memorandum d’Intesa con Bdl. L’iter di approvazione viene immediatamente interrotto da Bdl dopo i fatti del febbraio del 2010, così
come ogni rapporto fra le due banche centrali….In conclusione, la scrivente Commissione ritiene che questo passaggio politico abbia una grande rilevanza storica e che abbia pregiudicato in maniera fortemente negativa le
sorti del sistema finanziario sammarinese e abbia deteriorato i rapporti fra la Repubblica di San Marino e la vicina Repubblica Italiana per molti anni.
.Sub-deposito di titoli appartenenti a terzi Banca Partner agisce come banca depositaria dei titoli dei propri clienti. Questa è un’attività di per sé comune e assolutamente legittima per qualsiasi istituto di credito.
L’ispezione della Vigilanza BCSM, tuttavia, evidenzia gravi anomalie nella gestione dei titoli di proprietà di terzi (clientela e Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino).
La banca d’affari BSI Luxembourg, infatti, il 27 novembre 2009 concede a BP una linea di credito a revoca fino ad € 30 milioni, pochi giorni dopo raddoppiata: in parole povere, BANCA PARTNER ottiene fino a € 60 milioni in prestito
mettendo a pegno titoli o altri strumenti finanziari. L’anomalia rilevata consiste nel fatto che buona parte degli strumenti finanziari messi a garanzia del prestito erano proprietà di terzi (clientela privata e Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino), “determinando l ‘assunzione di un rischio in capo ai terzi proprietari di detti strumenti”.
Circa 42 milioni di euro dei titoli di Carisp vengono utilizzati in garanzia presso BSI Luxenbourg: BP ottiene così 30 milioni di euro di liquidità, che può prestare alla stessa Cassa di Risparmio al tasso del 2,11%.
Non appare chiaro a questa Commissione quale sia, in tale operazione, l’interesse economico di Carisp, la quale – in buona sostanza – si fa prestare soldi da BP, che però ottiene tali somme mettendo a garanzia strumenti finanziari di proprietà del
la medesima Cassa di Risparmio, la quale- evidentemente- avrebbe potuto probabilmente ottenere questa
linea di credito direttamente e senza pagare gli interessi all’Istituto di Grandoni e Guidi.
Va anticipato in questa sede come la pratica di porre titoli di proprietà di soggetti terzi in garanzia presso istituti di credito esteri per ottenere liquidità utile alla Banca sia una pratica che accompagna l’intera esistenza di BP prima e di Banca CIS poi e che determinerà – come si vedrà nel prosieguo della presente relazione – la sparizione di 42 milioni di euro dei Fondi Pensione.
Le conseguenze della prima ispezione: copertura politica e inerzia del tribunale. Durante e dopo la redazione del verbale ispettivo su Banca Partner – che si inserisce in un momento di grande tensione economica e giudiziaria sul sistema bancario sammarinese – la Vigilanza di Banca Centrale subisce forti pressioni, culminate nella rimozione di Caringi da capo della Vigilanza a cui seguono, in segno di protesta e solidarietà, le
dimissioni del Presidente Bossone e del Direttore Generale Papi.
Caso Papi-Caringi-Bossone. Come accennato in premessa, l’ispezione della Vigilanza di BCSM, guidata da Stefano Caringi, si inserisce in un contesto di fortissima tensione per il sistema bancario sammarinese, allora sottoposto alla pressione degli scudi fiscali italiani. Contestualmente alla redazione della relazione ispettiva su Banca Partner, a San Marino deflagra il caso dell’allontanamento dell’allora Capo della Vigilanza Caringi e – a ruota – delle dimissioni del Presidente Biagio Bossone e del DG Luca Papi. Di tale vicenda già s’occupò una Commissione Consiliare d’Inchiesta nel 2015, la cui relazione è senz’altro una fonte di primario interesse anche per la redazione della presente.
La vicenda di Banca Partner non è da considerarsi semplicemente un evento coincidente all’allontanamento dei vertici di BCSM, ma è senz’altro uno dei motivi scatenanti.
Secondo quanto riferito dall’allora Segretario di Stato Gabriele Gatti, fra la Democrazia Cristiana (nella sua persona), gli Europopolari per San Marino e Arengo e Libertà – all’indomani della fine della legislatura 2006-2008- venne sottoscritto
un accordo di alleanza chiamato “patto parasociale”. Grandoni, secondo Gatti, partecipa a latere alla redazione di quel documento.
A tal proposito, va ricordato come- in sede di audizione -Marino Grandoni abbia ammesso di aver sostenuto (anche economicamente) Arengo e Libertà, di aver caldeggiato la fine della legislatura 2006-2008 e di aver promosso il ritorno della Democrazia Cristiana al governo del Paese.
L’elemento cardine di tale documento sarebbe stato l’impegno del governo a neutralizzare la vigilanza di BCSM, in particolare nella persona di Stefano Caringi, inviso ad alcuni degli uomini più influenti del sistema bancario sammarinese, in particolare Fantini e Grandoni.
Quest’ultimo, secondo Gatti e – almeno per quanto attiene Arengo e Libertà, anche stando alla documentazione acquisita e alle dichiarazioni dello stesso ingegnere- era il promotore e il dominus di quelle formazioni politiche, che venivano appellate negli ambienti politici come il gruppo dei “grandoniani”.

Secondo la ricostruzione di Gatti, i più “violenti” all’interno della maggioranza e del Governo sono gli allora Consigliere Nadia Ottaviani e il Segretario di Stato al Turismo Fabio Berardi, i quali si sarebbero più volte

presentati da lui rivendicando l’attuazione del “patto parasociale”.
Riferisce Gatti anche la circostanza di un ultimatum pronunciato da Berardi e Ottaviani: entro quarantotto ore avrebbe dovuto essere allontanato Caringi, in caso contrario il governo sarebbe caduto. Questa particolare circostanza, tuttavia, non trova altri riscontri né negli atti documentali né nelle audizioni degli interessati.
L’ingegnere Grandoni, interrogato sulla vicenda, sostiene che fu Gatti -con l’intento di mettere in difficoltà la sua Banca- ad ordinare a Caringi l’ispezione in BP. Questa circostanza è smentita con forza da Gatti e non trova fondamento in nessuna fonte documentale a disposizione della scrivente Commissione né nelle testimonianze escusse dei protagonisti di quella vicenda.
Si trova invece evidenza del contrario: Gabriele Gatti – anche su sua stessa parziale ammissione – esercita crescenti pressioni sulla dirigenza di BCSM affinché quell’ispezione si fermi o, comunque, venga ammorbidita nelle conclusioni.
Secondo la testimonianza di Papi, escussa alla scrivente Commissione, l’atto conseguente a quell’ispezione sarebbe necessariamente stato la messa in amministrazione straordinaria della Banca Partner.
Caringi non vuole in nessun modo interrompere o modificare le risultanze dell’ispezione.
Gabriele Gatti riferisce di un incontro con un alto vertice di Banca d’Italia, che lo mette in guardia facendogli presente
che un allontanamento di Caringi avrebbe deteriorato i rapporti fra Bdl e la Repubblica di San Marino (cosa effettivamente avvenuta).
L’avvertimento spinge l’allora Segretario alle Finanze a proporre a Caringi di dimettersi, garantendogli come “salvacondotto” la presidenza della Fondazione di Banca Centrale.
Caringi rifiuta con decisione questa prospettiva.
Di queste possibili ripercussioni, Gatti mette conoscenza la maggioranza e il governo, circostanza confermata anche da Mario Venturini, all’epoca Coordinatore di Alleanza Popolare. Questi elementi non cambiano, comunque, l’intendimento
dei decisori politici. In definitiva, la sfiducia a Caringi appare essere- all’epoca- un elemento determinante per la stabilità del governo, che diversamente (con la minacciata defezione dei “grandoniani”) sarebbe inevitabilmente caduto.
Va rilevato come Gatti, in sede della citata audizione testimoniale presso questa Commissione, abbia dichiarato in merito alla vicenda in oggetto “mi vergogno. E per una persona che ha fatto politica per molto tempo è già qualcosa”.
Fatte queste premesse, si espongono i fatti in ordine cronologico come appurati dalla documentazione e dalle testimonianze escusse:
2 febbraio 2010: il Comitato Credito e Risparmio, all’unanimità, revoca il gradimento alla figura di Stefano Caringi, accusato principalmente di aver infangato il buon nome della Repubblica in un interrogatorio presso il PM della Procura della Repubblica di Forlì.
4 febbraio 2010: il Consiglio Direttivo di BCSM, con la sola contrarietà del Presidente Biagio Bossone, recepisce la volontà
del CCR e rimuove Stefano Caringi dal suo incarico.
9 febbraio 20l0: Il Direttore Generale Luca Papi, in segno di solidarietà verso Caringi, presenta le sue dimissioni al Consiglio Direttivo di BCSM, manifestando la propria indignazione.
Per le medesime motivazioni, lo stesso giorno arrivano le dimissioni anche di un ispettore di Vigilanza. Sempre in quella data, l’allora Presidente di BCSM Biagio Bossone consegna al Consiglio Direttivo le proprie dimissioni.
15 febbraio 20l0: la Reggenza, considerato il fatto che nelle proprie lettere di dimissioni il DG e il Presidente di BCSM lamentano pressioni e interferenze da parte del Governo chiedono agli interessati di ricevere un approfondimento.
17 febbraio 20l0: Papi e Bossone rispondono alla Reggenza, circostanziando dettagliatamente le pressioni e le interferenze ricevute da membri di governo in merito all’attività di vigilanza su alcune società finanziarie e/o bancarie: Fingestus, Banca Partner, S.M. lnternational Bank, EFFEPI compagnia finanziaria. Vengono altresì citati due Segretari di Stato: “Alfa” e “Beta”, che in una busta segreta e non resa pubblica, vengono indicati in chiaro come Gabriele Gatti e Antonella Mularoni.
Gli strascichi di questa vicenda sono estremamente rilevanti per la Repubblica di San Marino: come abbondantemente suffragato da numerose testimonianze escusse, poiché Caringi era noto negli ambienti di Banca d’Italia come professionista valente ed onesto, le modalità del suo allontanamento hanno deteriorato seriamente i rapporti fra il sistema San Marino e Banca d’Italia. All’epoca del defenestramento di Caringi, infatti, BCSM aveva concordato un testo di Memorandum d’Intesa con Bdl. L’iter di approvazione viene immediatamente interrotto da Bdl dopo i fatti del febbraio
del 2010, così come ogni rapporto fra le due banche centrali.
Questo pericolo per il Paese è assolutamente noto al governo non solum per quanto fin qui esposto, sedetiam per quanto documentato da una precedente Commissione d’Inchiesta: “La deposizione di Leone Sibani assume rilevanza in merito all’impatto negativo che la defenestrazione del vertice di Banca Centrale ebbe nei rapporti con Banca
di Italia. Si riportano di seguito alcuni stralci: “Quando arrivo io viene fuori – dai consulenti – che poteva esserci un potenziale interesse di trattativa non tanto sul mercato internazionale, bensì a livello italiano con il Gruppo di Banca Intesa … Nel frattempo io ebbi alcuni contatti. Il Governo sammarinese decise di liberarsi di alcuni esponenti di Banca
Centrale.
Io venni allora chiamato in Banca d’Italia ove venni incaricato espressamente di portare questo messaggio: «attenzione, perché se va avanti questa azione, noi a questo punto considereremmo non più amico il Paese che prende una decisione simile».
Siamo al momento in cui vanno via Papi, Bossone e Caringi “. Alla considerazione della Commissione: “I vertici di Banca d’Italia la chiamano per portare un messaggio al governo che l’azione della defenestrazione attuati sui vertici di Banca Centrale..”, il teste completa: “ …che loro non gradiscono perché ritengono che quei componenti dell’organismo di vigilanza siano persone corrette”. Alla domanda della Commissione se avesse portato questa informazione al governo
sammarinese e, in caso affermativo, a quali Segretari di Stato, il teste Leone Sibani risponde: “Si. All’epoca
c’era la dottoressa Mularoni che si occupava degli Esteri. Poi c’era il dott.Gatti. Successivamente poi c’era Valentini. Mi limitai a dire: «Signori ho sentito queste cose, mi hanno detto di trasferire queste cose. lo ve le trasferisco». Poi finisce lì”.
In merito alle responsabilità politiche di quella vicenda va rilevato quanto segue: l’allontanamento di Caringi da San Marino è una scelta corale della maggioranza e del governo dell’epoca.
Le motivazioni che spingono soggettivamente le anime che compongono quella compagine governativa sono comunque differenti fra loro: il succitato gruppo dei grandoniani, ad esempio, aveva probabilmente l’interesse a proteggere gli interessi del gruppo di Banca Partner; di ciò era soggettivamente consapevole anche Gabriele Gatti (che firmò per il PDCS il cosiddetto “patto parasociale”), che appare essere stato disposto a tutto pur di non far cadere quel governo.
Alleanza Popolare, da ciò che risulta in base alle testimonianze escusse, non appare essere stata a conoscenza di quel patto, se non successivamente alla formazione del governo, ma va comunque rilevato che sostiene l’allontanamento del vertice di BCSM.
Non risulta, infine, all’interno del governo e della maggioranza dell’epoca, alcuna resistenza a queste scelte. L’influenza di Grandoni (e quindi del gruppo BP) appare manifesta su alcuni protagonisti di quel momento, in particolare Nadia Ottaviani (all’epoca consigliere di maggioranza) e Fabio Berardi (all’epoca Segretario di Stato al Turismo e membro del CCR).
Va comunque rilevato come i testi auditi e già citati in questo capitolo, abbiano riferito come le pressioni provenissero non solo dal gruppo economico riconducibile a Grandoni, ma vi era un clima di ostilità diffusa verso le attività di Vigilanza in tutto il sistema bancario e finanziario, ostile ad ogni apertura all’esterno e deciso a rimanere arroccato sui ben noti capisaldi (anonimato societario e segreto bancario) ormai- anche all’epoca- antistorici: erano del resto questi gli asset che avevano consentito lo sviluppo e l’ingigantimento di un sistema bancario-finanziario assolutamente sovradimensionato rispetto alle dimensioni e alle esigenze reali del Paese.
Altro fatto di cui è necessario dare conto è quanto riferito dall’allora Vicedirettore Generale e vicario di BP-CIS, nonché braccio destro di Guidi, dott. Emilio Gianatti, innanzi alla Scrivente e nei suoi appunti sequestrati dal Tribunale: durante l’ispezione, Guidi entra in possesso della missiva inoltrata da Papi al Comitato di Credito e Risparmio e la esibisce in una riunione presso lo studio Lazzari.
In questo consesso, Maria Stefania Lazzari, Daniele Guidi, Marino Grandoni ed Emilio Gianatti discutono le migliori strategie per contrastare l’ispezione insieme al Commissario della Legge Alberto Buriani, che stando alle parole di
Gianatti dà consigli al quartetto di Banca Partner su come comportarsi verso BCSM e la magistratura.
In conclusione, la scrivente Commissione ritiene che questo passaggio politico abbia una grande rilevanza storica e che abbia pregiudicato in maniera fortemente negativa le sorti del sistema finanziario sammarinese e abbia deteriorato i rapporti fra la Repubblica di San Marino e la vicina Repubblica Italiana per molti anni’.
La RepubblicaSM