Leggiamo un passo, scritto dagli inquirenti, del mandato di cattura (ordinanza di custodia cautelare) dell’ex Segretario agli Esteri Gabriele Gatti: ”A mutare, nel corso degli anni, non sono stati i metodi, ma i politici serviti da Roberti. L’occhio vigile con il quale Roberti aveva osservato l’illecita negoziazione e ricezione di tangenti da parte di Gatti, gli ha consentito di riprodurne il metodo, consegnandolo nelle mani dei politici da lui manovrati. «All’interno della DC, come noto, per molti anni hanno avuto un ruolo di rilievo Gabriele Gatti e Clelio Galassi. Dopo alcuni avvicendamenti sono emerse altre figure quali Menicucci e Mularoni, i quali, […] non avevano una personalità molto forte e usavano Roberti che era una persona di navigata esperienza politica ed era diventato pressoché onnipresente. Anche negli incontri ristretti, spesso era presente Roberti in rappresentanza di Mularoni e Menicucci. Marcucci era molto meno presente. Roberti era quello che decideva e gli altri si adeguavano» (Fiorenzo Stolfi).
Quando il Capitano Reggente Valeria Ciavatta si oppose al riconoscimento di una onorificenza a favore di Roberti, le venne obiettato: «lei mica deve valutare, il suo è atto notarile» (Roberti). Il rifiuto del Reggente viene evocato come una vicenda «allucinante», che Roberti riuscì a superare grazie all’intercessione di Fiorenzo Stolfi. L’allora Segretario di Stato attestò con fax scritto su dettatura di Roberti: «si è adoperato per aiutare il Paese». Alle parole del ministro, Roberti ritenne opportuno aggiungerne altre a penna: «volentieri e gratis». (…) Stralcio Ordine di cattura del 17.10.2015
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