San Marino. Operazione verità su politica e politici: nessuno può più dire no alla Commissione d’Inchiesta… Prevarrà ancora il no che tutela chi ha “scheletri nell’armadio”?

Enrico Lazzari

Non sono, anzi non siamo visto l’appoggio e l’impegno diretto che la -permettetemi il temine- “governance” di GiornaleSm mi ha dato e ha profuso direttamente… Non siamo più soli!

Non siamo più soli, io e GiornaleSm, in quella che fino a pochi giorni fa sembrava una illusoria battaglia contro i “mulini e vento”… In quella disperata e solitaria “guerra” contro il “volemose bene”, tollerabile in una osteria romana, ma inaccettabile quando il piatto di portata è rappresentato dall’individuazione di tutte le responsabilità che nello scorso decennio hanno determinato sul Titano un pesante disastro economico-finanziario e la più grave crisi della democrazia e del Diritto dai tempi della seconda guerra mondiale.

Oggi credevo di dover continuare, ad apparire -forse anche indignitosamente- nei panni di un moderno Don Chisciotte intento indirizzare la mia “lancia” contro i soliti “mulini a vento”… Così non sarà! Perchè quanto cerco di far comprendere ai sammarinesi da tempo ho, finalmente, la certezza che ha ottenuto -almeno in parte- il suo effetto.

La svolta, anzi la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati due eventi recentissimi che nessuno può più far finta di ignorare:

– la condanna in primo grado del Commissario della legge Alberto Buriani e del Segretario di Stato alle Finanze della prima fase del governo AdessoSm, Simone Celli.

– le email intercorse nel 2017 fra il medesimo Segretario di Stato alle Finanze e il finanziere lucano Francesco Confuorti (in fondo a questo intervento il link a tutti gli interventi attinenti queste email)

Due gocce, per carità quanto mai “pesanti”, dopo le millemila gocce che io e Marco Severini abbiamo  gettato in questi ultimi anni (a dire il vero dall’inizio del processo di Primo grado del “Mazzini” in poi; sì, perchè anche il “Mazzini” è un capitolo della deriva democratica e del diritto, forse non a caso istruito da un Commissario della Legge oggi apparentemente delegittimato da una sentenza di primo grado)… Due gocce, dicevo, hanno completamente ribaltato la percezione su un decennio di storia sammarinese.

La prova di ciò sono gli interventi che tutti abbiamo potuto ascoltare in Consiglio Grande e Generale… Da Gian Nicola Berti a Marco Gatti, da Rossano Fabbri a diversi altri… Mentre, purtroppo, da altri banchi -di opposizione, ma non tutta- andava in scena il disperato quanto vano tentativo del “volemose bene”…

Chiedo al Consiglio Grande e Generale -ha concluso il suo articolato intervento Rossano Fabbri (Ar)di rivalutare gli atti che sono stati messi a disposizione in questi giorni per riaprire un supplemento di quella Commissione di Inchiesta per andare a verificare se effettivamente ci sono o non ci sono delle responsabilità di tipo politico”.

Sono anni che auspico inutilmente l’insediamento di una nuova commissione parlamentare di inchiesta (al pari di una indagine penale mirata a verificare se -dalle dimissioni del 2010 di Biagio Bossone dalla presidenza di Bcsm in poi- attorno alla ormai famosa “Cricca” si fosse creata una associazione sovversiva, ovvero mirata a scavalcare il sistema democratico per impossessarsi dei posti chiave nella gestione dello Stato) e oggi, finalmente, una parte non trascurabile del massimo organismo democratico del Titano sembra fare altrettanto.

Finalmente -e in tanti che ancora siedono su scranni importanti della gestione democratica del Paese, sono certo, oggi staranno tremando!– l’operazione verità su decennio più buio della storia moderna sammarinese non è più una intangibile chimera.

Ma, obietterà qualcuno, la verità la sta scrivendo l’autorità giudiziaria… Errato! Un tribunale non scrive la storia, ma individua eventuali responsabilità penali. Non sta ad un giudice penale, infatti, individuare o valutare responsabilità morali o politiche, seppure queste possano aver avuto un impatto devastante sulla qualità della democrazia sammarinese e della vita dei sammarinesi. “Noi non crediamo che solo Simone Celli sapesse di questi rapporti (con Confuorti; ndr). E vi chiediamo perchè sono rimasti celati e quanto ha pagato rispetto a questa situazione il Paese”, nonché “quanto deve ancora pagare… Quanti milioni e milioni di euro sono stati sottratti alle casse dei sammarinesi e quanti cittadini oggi devono rispondere per quelle reticenze?”.

Noi vi chiediamo la verità! -è riecheggiato fra gli scranni del Consiglio Grande e Generale- perchè anche per fare un’operazione ‘volemose bene’ come vorrebbe il consigliere Alessandro Rossi e come ha ribadito qualcuno che è intervenuto, bisogna che prima consegnare la verità al Paese”. Del resto, “se non consegniamo la verità al Paese, l’operazione perdono” si rivela un “mascheramento” e “buttare la polvere sotto al tappeto” non fa altro che determinare che siano “i cittadini a pagare e risponderne” senza neppure che sappiano di chi è la responsabilità del disastro in cui sono stati cacciati…

Ma, sarà la seconda osservazione di qualcuno, una Commissione di inchiesta c’è già stata e le sue conclusioni sono state approvate all’unanimità… Proprio questa unanimità della politica, quando appariva già anni fa logicamente improbabile e quando appare pressochè impossibile oggi, dopo le recenti “novità”, la totale assenza di responsabilità politiche nella deriva dello scorso decennio, appare uno degli indizi più “pesanti” a supporto di chi sostiene che quei lavori si siano chiusi concordando una sorta “distrazione” su un aspetto determinante e imprescindibile. “Cane non mangia cane”, verrebbe da commentare…

I lavori della Commissione di inchiesta si sono chiusi con un volemoci bene -conferma Fabbri- e ancor peggio cercando di puntare il dito su persone che non centravano nulla con questo contesto, cercando di sviare l’attenzione… Magari su persone che hanno combattuto proprio quella situazione. E allora pensate che si possa essere credibili fin tanto che non consegniamo al Paese la verità?

Ecco perchè -è stata la conclusione dell’intervento di Rossano Fabbri- credo, Eccellenze e colleghi consiglieri, che ce ne sia ben donde per discutere di queste questioni gravissime, che emergono oggi grazie alle risultanze giurisdizionali in tutto il loro clamore. E anche di approfondire a livello politico quello che è successo in quegli anni, perchè se non ci sarà la vera operazione verità, se non ci sarà una presa d’atto e di coscienza di quanti danni sono stati creati in quel periodo, non ci potrà mai essere una reale pacificazione, né si potrà voltare la pagina”.

Parole sante… Ora, a mio parere, valutando il seguito della proposta lanciata chiaramente da Fabbri, scopriremo se fra i Sessanta sono più o sono meno i consiglieri e i partiti che temono ciò che potrebbe emergere da una inchiesta parlamentare seria, condotta a 360 gradi, o coloro che con la “Cricca” e con quello che ha tutte le sfumature di un colpo di stato “bianco” non hanno avuto -e non hanno oggi- nulla a che spartire…

Serve aggiungere che la mia massima attenzione, in tal senso, e non solo perchè parti di AdessoSm, è rivolta verso Repubblica Futura e una parte di Libera?

Enrico Lazzari