San Marino. Opposizioni all’attacco: “Quei 20 milioni servono per coprire le spese pazze e accendere altro debito. La riforma IGR è inemendabile. Va ritirata!”

La ripresa post ferragostana parte col botto, ad annunciare un autunno caldo che si presenterà come un vero e proprio banco di prova per il governo e la maggioranza. Così anticipano le opposizioni, che si presentano compatte a mettere il dito nelle diverse piaghe che stanno angustiando l’attualità.

Comincia Emanuele Santi (Rete) con una riflessione sul caso di cronaca che ha indignato l’intero Paese. “Come è possibile che abbia potuto girare a piede libero, anche in luoghi frequentati da minori – si chiede Santi – una persona che era stata condannata in via definitiva, lo scorso maggio, per abusi su minori? È una vicenda molto squallida: chiediamo che eventuali responsabilità vengano appurate e perseguite”. Per questo motivo, nel prossimo UDP in programma per il 4 settembre, le opposizioni proporranno l’inserimento di un comma per chiedere al governo che riferisca, documenti alla mano, cosa sia veramente successo. “Non è possibile – aggiunge – che nessuno sapesse nulla in merito a fatti successi nel 2021. Qualche testa deve cadere!” Santi assicura che anche questo caso andrà a scaldare la prossima stagione politica, che comunque vede in cima alle priorità una riforma IGR che ha smascherato il Segretario Gatti, anche alla luce dei non confronti e delle tante manifestazioni di protesta che già si sono susseguite. “Non va tutto bene – precisa Santi – servono 20 milioni non per gli investimenti ma per chiudere un buco sempre più grande, ormai attestato sui 35 milioni. Una riforma che vuole andare a recuperare laddove è più facile (lavoratori dipendenti e pensionati) e non sui codici operatori apri-e-chiudi. Nessuna verifica sulle sacche di elusione e di evasione. Chiediamo un’operazione verità sui conti pubblici”. 

Nicola Renzi (RF) rigira il coltello nella ferita. “Questa riforma fiscale è inemendabile e va ritirata. Poi bisogna aprire un discorso serio sullo stato dei conti pubblici, dell’indebitamento del Paese, e su quali siano le traiettorie per rendere sostenibili i conti pubblici. Noi siamo convinti che per renderli sostenibili basterebbe contenere la spesa, senza creare depressione e non creare sfiducia o paure. In qualche Segreteria di Stato, la spesa è fuori controllo. Poi si tenta di mettere le mani in tasca ai cittadini”. Continua additando la narrazione fatta finora, specialmente dalla DC. “Ci avevano raccontato di avere riportato l’età dell’oro e invece, a un anno dalle elezioni, bisogna fare la riforma fiscale per recuperare 20 milioni. Bisognerebbe dire come stanno le cose, anche in campagna elettorale. Così hanno infranto la retorica del va tutto bene. Non va tutto bene! Devono essere adottati interventi correttivi, perché altrimenti il bilancio non tiene”. In ottobre ci sarà di nuovo la visita del FMI e Renzi vorrebbe sapere, per quella occasione, quali impegni sono stati presi a nome del governo, quindi di tutto il Paese. Inaccettabile anche la provocazione per cui devono essere le opposizioni, o il sindacato, a fare delle proposte per recuperare i soldi mancanti. “Potremmo anche accettarla – negozia Renzi – se prima ci vengono forniti i dati. Invece siamo tutti all’oscuro, non solo noi forze di opposizione, ma l’intero Parlamento”. Insomma, si può agire insieme anche su un tema così delicato, dove la parola «insieme», puntualizza il leader di RF, non nasconde velleità alcuna di maggioranza. Tra le cose tenute all’oscuro, è compresa la situazione delle banche. “Ormai, anche la definizione «Risiko bancario» è riduttiva – precisa Renzi – basta leggere il supplemento del Sole 24 Ore. Stiamo inanellando bulgari e maltesi in lotte di potere intestine al sistema bancario, che sono sotto gli occhi di tutti, probabilmente anche dentro ai partiti di maggioranza. Ancora una volta abbiamo l’impressione che non si stia dicendo la verità ai sammarinesi, che il sistema bancario sia terra di conquista e di spartizioni politiche. Chiediamo che anche su questo tema vengano risposte precise”. Puntualizza, a conclusione, che le lungaggini nelle decisioni da prendere potrebbero demolire la credibilità dei nostri istituti bancari. 

Chiude il giro Fabio Righi (Motus Liberi): “C’è la cattiva abitudine di considerare il Paese come «cosa propria», senza tener conto dell’apparato istituzionale nella gestione della cosa pubblica. Informare il Consiglio, vuol dire informare i cittadini. Stiamo affrontando un momento storico unico, uno stravolgimento dell’ordine sociale, economico e geopolitico senza precedenti, e noi dovremmo avere un Paese che ha la capacità di riposizionarsi sul piano internazionale. Invece abbiamo a che fare con situazioni di grandissimo imbarazzo, con una disinformazione inaccettabile su quello che è stato definito risiko bancario. È incredibile che certi argomenti non siano stati trattati neppure nelle commissioni competenti”. 

Tocca quindi il recente investimento nel settore delle energie, dopo 30 anni che non se ne facevano. “Veniamo a scoprire a cose fatte di un investimento di 12 milioni per un parco che doveva essere eolico, poi è diventato fotovoltaico, poi abbiamo scoperto che il parco non esiste, che è fuori territorio, a Brescia, in pianura padana, dove impera la nebbia. Siamo molto preoccupati per questo modo di fare, perché non possono essere queste le condizioni con cui si gestisce il Paese”. L’ultima battuta è sull’IGR perché, al momento, non c’è un’idea chiara di cosa fare con questi soldi ma si punta a raccogliere qualche risorsa a scapito dei soliti noi, non per fare investimenti, ma per fare altro debito. Pare che si tratti di altri 400 milioni. “La politica non può andare contromano rispetto al mondo, cioè prendere i soldi prima, senza avere neanche un’idea su come li debba usare. Ci è stato detto che entro il 30 settembre il governo dovrà fare un’agenda per la crescita”. Come a dire che ancora non sa dove vuole andare.