Quella riforma non s’ha da fare. Le opposizioni presenti in Consiglio più Demos insistono sul ritiro in toto di una proposta di legge inemendabile e impresentabile. Una miriade di ragioni al loro attivo, illustrate in una conferenza stampa ai margini dei lavori consiliari, esattamente alla vigilia dello sciopero generale indetto dai sindacati per la giornata di martedì 23, che sarà seguito da una serata pubblica, ore 21, nella sala Montelupo di Domagnano, dove forze politiche e sindacato cercheranno un ulteriore momento di confronto, di dialogo e approfondimento con la popolazione.
“Auspichiamo tanta partecipazione – dice Katia Savoretti, RF – perché l’IGR è una questione che tocca veramente tutti, compresi i non cittadini che lavorano a San Marino”. Ribadisce la critica sul metodo fin qui perseguito, privo di qualsiasi intendimento di confronto: “Abbiamo visto il testo solo in prima lettura e anche riguardo alle modifiche che la maggioranza dice di portare avanti, non abbiamo visto nulla”. Poi l’affondo politico: “Emerge ancora una volta un governo che non ha una visione globale su come gestire la finanza pubblica, perché va a toccare le tasche dei cittadini e contemporaneamente vediamo una proliferazione di delibere che propongono spese pazze, senza per niente preoccuparsi di un debito pubblico enorme”. Insomma, se il governo marcia compatto verso le spese, l’opposizione marcia compatta nel contrasto verso questo PDL.
Anche Gaetano Troina, DML, auspica una forte presenza alla serata per contrastare l’imperante tendenza alla lamentazione sui social, ma tanta apatia nel metterci la faccia. Atteggiamenti che aiutano solo la proliferazione della disinformazione. “Vediamo circolare tante tabelle – accusa – ma non siamo in grado di dire cosa sia giusto e cosa non lo sia perché, ad oggi, non conosciamo l’attualità dei contenuti, nonostante la nostra richiesta di poter vedere le modifiche”. Per come stanno ora le cose, questo PDL non stravolge l’impianto della legge del 2013, ma porta dei correttivi che lo fanno sembrare una sorta di patrimoniale mascherata. “Si vanno a toccare i redditi certi e non le sacche di evasione /elusione, che sono quelle da verificare e colpire. Oltre tutto non è per niente chiaro a cosa saranno destinate le risorse che si intendono acquisire. Si continua a parlare di nuovo ospedale, di infrastrutture, ma è evidente che quello che si andrà a prendere non basterà a portare avanti questi progetti. Abbiamo il timore che saranno destinati solo alla spesa pubblica”. Per tutte queste ragioni, conclude: “Non è più il momento di stare seduti sul divano, ma di farsi sentire!”
Durissimo Alessandro Rossi, Demos. “Una politica furba e clientelare che mira solo a raggiungere il proprio potere e che ci pone di fronte ad un quadro politico molto degradato. Siamo passati da un Paese prospero a un Paese fortemente indebitato”. Condivide interamente l’analisi dei colleghi sulla mancanza di qualsiasi confronto con i portatori di interessi. “In un momento difficile come questo – insiste – non vanno rotti equilibri, per altro assai precari, mettendo a rischio risorse di sistema”. Il riferimento è diretto ai frontalieri, assai penalizzati da questa proposta di IGR, che ha portato allo sciopero generale, il quale però è forse la riposta meno adatta a risolvere il problema. “Sarebbe stato molto più utile avviare un tavolo di confronto bilaterale e risolvere con una trattativa razionale la questione della doppia imposizione fiscale. Speriamo che si possa andare ad un confronto serio, in cui tutti siano coinvolti, e uscire da queste logiche di furbizia che finora sono state imperanti. La vittoria, per essere tale, deve essere di tutti. Questo è un modo di fare svilente”.
Emanuele Santi, Rete, è già preoccupato per il clima surreale che si andrà a creare in Commissione finanze, convocata per martedì 23. “Non sappiamo se il testo che abbiamo visto verrà modificato o addirittura stravolto, ma è chiaro che si continua con l’impostazione fatta a luglio”. Ricorda che era stata proprio Rete a reclamare una riforma IGR nella passata legislatura, ma che fosse di ben altra conformazione, cioè con un’attenzione mirata alle tante forme di evasione ed elusione, che invece rimarranno tali e quali. “Questa è la riforma più iniqua che si potesse fare perché va a colpire lavoratori dipendenti e pensionati, con una stangata ai frontalieri, senza nessun intervento per l’emersione del sommerso e per fare controlli più efficaci. Prima di andare a prendere anche un solo centesimo alla gente, un governo equo avrebbe dato prova di andare a colpire dove il denaro c’è davvero. Abbiamo 1557 società che dichiarano zero. Qualcosa si potrebbe fare, no?” Non crede per niente alla narrazione fatta dal Segretario Gatti sulla positività della situazione e che tutto sia stato sistemato. “Purtroppo, ci troviamo di fronte ad un bilancio consolidato 2024 che perde 35 milioni; quindi, a cosa serviranno questi 20 milioni che si vogliono recuperare? Non basteranno neanche a chiudere il buco”.
Di fronte a questa situazione, cosa faranno i gruppi di opposizione: presenteranno emendamenti, e quali, visto che non conoscono quelli elaborati dal governo? La risposta è corale: “Presenteremo, tutti, solo emendamenti soppressivi. Non mettiamo le mani in qualcosa che è completamente sbagliato. Questa è una riforma da ritirare”. Sono convinti che qualsiasi cosa si faccia, comporterebbe un impatto su interventi dei quali non si ha la più pallida conoscenza, anche perché non sono stati forniti dati di alcun genere. “La stessa maggioranza ha dimostrato di non avere la consapevolezza di quello che si stava facendo, tanto che la sinistra ha poi cercato di correre ai ripari. Si continua ad andare avanti su scambi vicendevoli, ma senza avere nessuna condivisione sui temi cruciali”.