Un punto nelle ultime quattro partite, la peggior difesa del campionato con 34 reti subite e il penultimo posto in classifica. Sono i numeri di una stagione a dir poco deludente e per dirla alla Petrone, nata male e che si spera non finisca peggio. Non c’è voglia di parlare, dice il Direttore Tecnico Lele Lucchi, ed invece bisognerebbe parlarne eccome. Le responsabilità sono di tutti, nessuno escluso. A cominciare dalla società, che aveva impostato la stagione sui giovani e con un tecnico esperto come Varrella, per poi modificare praticamente tutto in corso d’ opera. Il cambio della guida tecnica, con Mario Petrone che con i suoi 35 anni risulta uno degli allenatori più giovani in circolazione e poi l’ingaggio dei vari Baldini, Levacovich e Amodeo, tutti calciatori di provata esperienza. Scelte dunque discutibili e contraddittorie, ma che non possono essere un alibi per chi alla domenica scende sul rettangolo verde. Le lacune non sono tecniche ma caratteriali, come dimostra il secondo tempo di domenica, pieno di errori ed incomprensioni. Tre gol subiti, due su calcio di rigore ed una espulsione ingiustificabile, da chi questa squadra dovrebbe prenderla per mano. Una situazione critica ma ancora rimediabile, a cominciare dalla proibitiva trasferta di Figline. Il San Marino ha dimostrato di potersela giocare con tutti e sarà chiamato a farlo anche in casa della capolista. Servirà l’umiltà delle piccole, perché il nome non fa risultato. Ora serve solo la salvezza, per poi programmare con calma un progetto serio e un futuro preciso.
Fonte: San Marino RTV