Quando in tempi non sospetti denunciai che “l’affaire banche” era una specie di secondo Cardinal Alberoni con i collaborazionisti interni che aprivano le porte del Paese e minavano la sua sovranità, qualcuno mi accusò di esagerazione.
Oggi drammaticamente scopriamo che era puro ottimismo. E siamo ancora al primo tempo. Leggere l’ordinanza Morsiani fa venire i brividi e consente di tracciare un quadro preciso che collega fatti e personaggi apparentemente scollegati e lontani.
Qui non si tratta di errori o di politiche più o meno condivisibili, si tratta di tradimento del Paese ed il programma del futuro Governo dovrà avere al primo punto una commissione d’inchiesta che faccia piena luce su chi e come ha tramato portando San Marino ad un passo dalla catastrofe.
Chi non condivide, all’interno della minoranza-maggioranza, gli infiniti errori e soprattutto i maneggi di Confuorti, è tempo che venga allo scoperto e parli onestamente a noi cittadini.
In questo senso sono molto apprezzabili le dimissioni dal Gruppo di SSD del Consigliere Margiotta e gli argomenti con cui sono state motivate.
Queste dimissioni evidenziano un travaglio che attraversa vari esponenti della minoranza-maggioranza che sostiene il governo e che va rispettato ed incoraggiato. Tutti, a partire dai 15 vincitori della lotteria del premio di governabilità, hanno l’opportunità – e aggiungerei il dovere – di ascoltare oltre ai pochi sempre più incazzati sostenitori (alcuni di loro hanno ricevuto venti preferenze che oggi non prenderebbero più ), soprattutto le centinaia di elettori che avevano votato per candidati dell’attuale minoranza e che sono i veri “proprietari ” di quella sovranità in nome della quale nasce la legittimità a governare o a svolgere il ruolo di minoranza.
O ora o mai più.
Continuare a sostenere acriticamente un governo fallimentare, relegati al ruolo di “yesmen”, anche di fronte all’evidenza più evidente, trasforma l’appartenenza ad un gruppo politico e forse la ingenuità (?!?!) di tanti neofiti in complicità.
Il Consigliere esercita la sua funzione senza vincolo di mandato e in nome di tutta intera la sovranità popolare. Questo è vero sempre ma ancora più significativo nel caso specifico proprio per i meccanismi della attuale legge elettorale e le storture che ha determinato nella rappresentanza consigliare.
E’ innegabile che Il governo è pesantemente azzoppato con le dimissioni di Celli e molto difficile da sostituire non per la statura del personaggio (e non mi riferisco all’altezza) ma per il marasma esistente in tutte le Segreterie, i veti e le accuse incrociate e la mancanza di persone con curriculum adeguati. Se le prime le sono queste, pensate alle seconde.
Infine, se i boatos provenienti dal tribunale saranno confermati, la possibilità del governo di perdere altri pezzi è molto elevata.
E’ chiaro che il minimo ulteriore incidente sarà esiziale per un governo che in realtà e già un morto che cammina e con le componenti politiche che lo sostengono che oggi non rappresentano più del 10-12% del corpo elettorale. Un vero e proprio tracollo quindi rispetto al 30% conquistato due anni fa alle politiche. Riusciremo a salvarci?
Dario Manzaroli