San Marino. Ottima l’idea di un polo museale. Peccato che non se ne sappia nulla … di Alberto Forcellini

Guardando Castel Sismondo, a Rimini, viene da fare un grande applauso a chi ha voluto il progetto e a chi l’ha realizzato. C’è voluto del coraggio ad abolire il parcheggio che lo soffocava su tutti i lati, a creare un’immensa isola pedonale che esalta l’intervento di restauro e valorizzazione, compreso lo specchio d’acqua che richiama l’antico fossato ma che conferisce un’aura di modernità sapiente ed equilibrata.

Se pure a San Marino si pensasse ad un progetto culturale di questa portata, sarebbe davvero meraviglioso, anche se l’aspra cima del Titano non ha mai avuto grandi condottieri, né principi illuminati; non ha mai avuto castelli (nel senso classico del termine), né palazzi di marmo, né cupole d’oro. C’è comunque ancora tanto della sua storia millenaria che si può salvare, valorizzare e promuovere.

Il “polo museale” anticipato dal governo nelle settimane scorse va in questa direzione? Non è dato a saperlo perché abbiamo sentito solo enunciazioni di principio. Le quali non lasciano per niente tranquilli visto, ad esempio, l’intervento fatto sulla prima parte della terza cinta muraria, nel tratto che va dalla Porta del Paese al primo cavaliere mezzo tondo. Che di “culturale” sembra non avere proprio nulla.

Tolte le impalcature ci siamo trovati di fronte ad un muro di mattoni, come ce ne sono ovunque. Piatto e privo di ogni identità. Totalmente persa la lettura storica di un’opera difensiva realizzata nel XV secolo su sollecitazione di Guido Antonio da Montefeltro, completata e rinforzata successivamente da “cavalieri mezzi tondi” e poligonali, dal torrione del Mulino e dai baluardi del Macello e del Teatro. Praticamente impossibile leggervi ancora gli interventi di consolidamento di Nicolò Pellicano, preferito dal Consiglio del LX a Giambattista Belluzzi, detto il Sanmarino, famoso e apprezzatissimo ingegnere militare che aveva lavorato per Cosimo de’ Medici, la corte di Urbino e tante altre signorie del XVI secolo.

Ci sarà la stessa mano delle mura a recuperare gli immobili dell’Ecc.ma Camera di grandissimo valore storico e culturale, come ha annunciato il governo? Speriamo davvero di no, perché stiamo parlando, tra le altre cose, di Palazzo Valloni, uno dei più belli e significativi dal punto di vista storico e istituzionale di San Marino.

Discorso ben diverso bisogna fare per l’area di Murata denominata “ex tiro a volo”. C’è stata una vera e propria alzata di scudi quando il governo ha annunciato l’emissione di un bando per manifestazione di interesse finalizzata a concessione per uso pubblico. Questa è una zona bellissima, di cui si è persa totalmente la lettura storica risalente al XIII secolo, e di cui si sta perdendo totalmente la valenza ambientale, talmente è alto il degrado. Non fare nulla equivale a fare qualcosa di sbagliato. Ma anche in questo caso, non si sa niente rispetto alle reali intenzioni del governo. Intanto, il bando pubblico è scaduto il 12 gennaio e non si è vista né la fumata bianca, né la fumata nera. Il disfacimento conseguente all’incuria sembra il destino più prossimo e più realistico.

Se partiamo da questi pochi esempi, molti interrogativi si addensano sull’idea del polo museale: dove sarà ubicato? Quale sarà la sua struttura architettonica e concettuale? Quali i suoi obiettivi? Sono stati annunciati consulenti di altissimo rilievo al tavolo di lavoro, tra cui Andrea Erri, direttore del Teatro La Fenice e la dottoressa Alderotti, braccio destro del direttore del Museo degli Uffizi di Firenze. Che tipo di compito è stato loro affidato?

Museo vuol dire cultura, che forse è una parola di cui si fa un uso sin troppo universale e San Marino ha un gran bisogno di conservare la sua identità storica e la sua originalità istituzionale, soprattutto in vista dell’apertura verso lo scenario europeo che cambierà non poco la sua immagine di Stato con profonde radici nel Medioevo. Ma che è l’unico in Europa a non essere mai stato soggetto a un feudatario e ad avere da mille anni un’assemblea rappresentativa di tutto il popolo.

a/f