San Marino. Pallina nera o pallina bianca? … di un cittadino preoccupato

Ci sarà stato un motivo se politici del calibro di Ghironzi, Boscaglia, Della Balda, Selva, Reffi e Bigi non abbiano mai premuto per modificare la legge sull’ordinamento giudiziario relativa alla conferma – in Consiglio Grande e Generale – dei Commissari della Legge del nostro tribunale.

Erano, per caso, dei biechi conservatori o dei rigorosi contestatori del sacro principio della separazione dei poteri elaborato da Montesquieu? Tutt’altro!.

Parliamo di persone, preparate in maniera rilevante, che sapevano cogliere quelli che erano i limiti legati alle peculiarità e agli equilibri di una comunità di decine di migliaia di persone che aveva mantenuto la sovranità in un contesto globale in continuo movimento ed incerto.

Così come non risulta alle cronache che i “forensi” chiamati a servire il nostro Stato si siano mai trovati nella condizione di dover denunciare questo aspetto.

Il problema dell’equilibrio e della concentrazione di poteri non può non riguardare anche il terzo potere dello Stato.

E non lo scopriamo per l’esplosione delle imbarazzanti dinamiche interne al nostro Tribunale.

Se la politica ha fatto scelte nell’ottica della sua stessa autolimitazione (si veda la regola dei dieci anni di mandato in seno al Congresso di Stato) anche su altri organi istituzionali si deve porre una adeguata riflessione.

La scelta tra la famosa pallina bianca o pallina, tipica esposizione usata da chi in Consiglio era chiamato a confermare o sfiduciare alla luce del lavoro svolto i Commissari della Legge, era frutto di una regola apprezzata e condivisa da tutti gli schieramenti.

Difficile trovare distinguo, in tal senso, tra un Democristiano, un Socialista o un Comunista.

Erano tutti d’accordo, non in maniera consociativa ma in virtù di quel buon senso che non affievoliva il rapporto di autonomia tra i poteri dello Stato bensì lo rafforzava.

La “temporaneita’”di un incarico, non solo deve riguardare la politica.

E, stante la situazione, credo sia giunto il momento di consentire ai sammarinesi di esprimersi su questo punto.

La via referendaria lo permette.

D’altronde se fino al 1992 la classe politica – contraddistinta da figure di altissimo livello (niente affatto comparabili con quelle di chi oggi sta in Consiglio) – non hanno trovato problemi o imbarazzi nel momento della conferma consiliare di un Commissario della Legge che problemi potrebbero avere gli attori politici di oggi?

“Pallina bianca o Pallina nera?”, potrebbe essere il nome di un comitato referendario chiamato non solo a spiegare le ragioni di un quesito solo apparentemente tecnico le cui implicazioni incidono prepotentemente sulla sovranità del nostro Stato.

Mettiamoci al lavoro.

 

Un cittadino preoccupato