Pss, Psds, Psdis, Psu, Ds, Sr, Psd, Nps, Ps (senza tanti aggettivi)… Per favore, se ne ho scordato qualcuno, vi prego, correggetemi.
Questi i simboli dei Partiti socialisti sammarinesi negli ultimi 50 anni dopo le tante scissioni che si verificavano periodicamente come il ciclo lunare. E in questi giorni stiamo vivendo appunto il pericolo di un nuovo sfaldamento del socialismo nostrano con la discesa in campo della corrente “liberamente San Marino” che, in contrasto con la dirigenza del partito ha deciso di non partecipare al Congresso previsto per i primi di marzo. Se così fosse, invece di una chiarificazione del quadro politico sammarinese, ci troveremmo di fronte ad un suo ulteriore allargamente che lo renderebbe vieppiù complicato. Vedremo il susseguirsi degli eventi, sperando che le lotte intestine nei partiti non facciano passare in secondo ordine i problemi che, da tempo, assillano la nostra Repubblica.
È ora che la politica e tutti coloro che gli ruotano attorno, atteggiandosi a salvatori della patria e paladini della verità, in qualsiasi partito militino, la piantino di pensare ai propri orticelli e pensino piuttosto al Paese, stanco di stare in un’impasse che sembra nessuno voler anzi, aver le capacità di rimuovere.
Anche se non è ufficiale, sembra che gli internazionali di Tennis di San Marino, l’evento sportivo più importante dell’estate sammarinese, che per ben 27 anni ha fatto salire sul Titano migliaia di sportivi, da quest’anno non venga più organizzato. Questa drastica e sofferta decisione è stata presa dalla Federazione sammarinese tennis esclusivamente per motivi economici, per l’impossibilità di reperire sponsor a causa della crisi in atto.
Un vero peccato per San Marino e per il comparto alberghiero che vede così svanire una notevole fetta di turismo di sosta. E mentre Cattolica, Rimini, Riccione ridono con il Gran Premio della Riviera che si disputa all’autodromo di Misano, San Marino, che lo sponsorizza impegnando notevoli somme di denaro proveniente dalle sue casse, senza aver mai avuto alcun ritorno economico, piange.
È proprio vero: nemo est profeta in patria sua. intanto la querelle sulla Centrale del latte si protrae. i tempi per una sua risoluzione si allungano, con il pericolo che il latte fresco si trasformi in yogurt!
Paolo Forcellini