Riceviamo e pubblichiamo
“La situazione economica e la profonda frattura fra maggioranza e minoranza impongono immediatamente un governo di unità nazionale!”
I conti pubblici e la frattura creatasi fra le forze politiche, che non favorisce il dialogo se non continui e spesso violenti scontri dialettici, non consentono altra perdita di tempo. Dibattiti inutili , che non hanno sinora portato a niente di positivo, e rimpalli di responsabilità ridicoli, obbligano la nostra Repubblica ad una scelta drastica ma necessaria: un Governo di unità nazionale. Fra poco entreremo nel periodo natalizio quando tutti reciprocamente, anche con un po’ di falsità, ci scambieremo gli auguri per un felice e prospero anno nuovo, il tutto in un clima di marasma economico e finanziario, quello che stiamo vivendo e del quale solo ora tutti i Sammarinesi si stanno rendendo conto, con non poco timore sulle conseguenze che questo potrebbe avere sulle future generazioni. Un timore ed un’incertezza dovute anche grazie alle uscite dei vari politici e alle notizie dei mass media che si esprimono in modi diversi senza far venir fuori la verità, verità che ognuno si costruisce e che diffonde a seconda delle proprie convenienze politiche. Ma per uno Stato, pur piccolo come il nostro, i conti devono venire prima di tutto, la politica invece può aspettare. Ecco perché è necessario che i Sammarinesi sappiano quale sia realmente la situazione delle finanze e dell’economia del loro paese e chi siano i corvi della speculazione economica che hanno volato e che ancora volteggiano sui tetti delle nostre banche. Come è necessario che i politici che siedono in Consiglio, sia quelli dell’attuale maggioranza che quelli dell’attuale minoranza, facciano tutti un passo indietro, due se necessario, per il bene del paese e non dei partiti che rappresentano e che trovino un modus vivendi per collaborare e per far uscire la Repubblica da quel tunnel in cui è stata cacciata dalla politica dissennata di questi ultimi vent’anni. Decenni a cui tutti. dico tutti, tranne rare eccezioni, hanno partecipato, facendo parte dei vari governi che si sono susseguiti, ora militando in una coalizione ora in un’altra o sempre nella medesima. Inutile e superfluo rimpallarsi le responsabilità, sarebbe come giocare a ping pong. Ognuno ha fatto la sua parte e ha le sue responsabilità e i Sammarinesi, anche i piu’ disattenti, lo sanno. Poiché i prossimi mesi bisognerà varare una legge finanziaria, che sicuramente, dopo la tassa sui certificati di deposito estorta dai conti correnti all’insaputa degli stessi correntisti, dopo la patrimoniale e dopo la sanatoria dovrà prevedere ulteriori sacrifici come la tassa di proprietà dei veicoli in vigore all’inizio del prossimo anno. Ecco perché é importante avere una posizione certa e solida rappresentativa degli interessi del Paese e la massima attenzione e considerazione verso i cittadini, che non possono essere loro i soli salvatori della patria, quando questa è stata distrutta da pochi. Ecco allora la necessità di creare presupposti per un rilancio immediato dell’economia della Repubblica con la formazione di un nuovo governo, partendo dalla condivisione di alcune scelte programmatiche, e non da accordi politici cui poi far seguire un programma. E siccome tutte le scelte fondamentali sono scelte economiche che ricadono sul terreno della finanza pubblica, tanto vale iniziare subito. I tempi sono brevi: ormai di chiacchere, che non hanno sortito a nulla, se non ad allargare la frattura la maggioranza e minoranza diventata pericolosissima per una civile convivenza, quella civile convivenza che da sempre ci ha contraddistinto, se ne sono fatte sin troppe. La coperta è cortissima e i margini di manovra, non ci sono. Si dovrà prendere seriamente in considerazione, un governo di unità nazionale, con tutti dentro, che sul piano delle opzioni programmatiche é in particolare della politica economica avrebbe il vantaggio di far condividere fra le parti in causa scelte coraggiose ed impopolari, oltre che riavvicinare le forze politiche e ricreare quel clima collaborativo che si è perso in questi ultimi anni Solo allora forse gli auguri per un felice anno nuovo potrebbero effettivamente dimostrarsi efficaci.
Paolo Forcellini