• Screenshot
  • San Marino. Parla il portavoce del movimento “No migranti”. L’intervista a Roberto Morini

    Roberto Morini

    Roberto Morini: “Nei giorni scorsi abbiamo incontrato a Rimini la Lega e Forza Nuova. Poi toccherà a Fratelli d’Italia e Casapound. Potremmo ottenere una rappresentanza in Consiglio”

    Vignettista affermato, apprezzato e molto noto sul Titano. Ora aspiran- te politico. Intervista con Roberto Morini per comprendere i motivi di questa “virata”.

    Morini oggi lei è il leader del movimento “No Migranti”. Mi spie- ga qual è lo spirito che vi anima?

    “Leader? Ringrazio per la definizione, ma sono un semplice portavoce. Tra l’altro pure mio malgrado, visto che, pur essendo un semplice iscritto, sono stato invitato da Sergio Barducci di RTV, che ha ritenuto di individuare in me, e lo ringrazio per questo, qualcuno che con modi pacati, difendesse, in una trasmissione televisiva sull’argomento, le ragioni del gruppo Facebook, il cui nome, lascia poco spazio ad interpretazioni. Tale gruppo, nato come reazione immediata alla approvazione di un ordine del giorno (passato ricordiamo con i voti della maggioranza + 1 (Dalibor Riccardi) e astensione dell’opposizione) che impegnava San Marino nella attuazione di micro progetti di accoglienza, senza al contempo dare alcuna indicazione sulle modalità, quantità, sostenibilità, tempistica, Proprio questa indeterminatezza, ha finito per scatenare un reazione, in alcuni casi veramente incontrollata, e c’è voluto un discreto lavoro per condurre gli interventi di alcuni iscritti, ad una dialettica accettabile. Qualche intervento sicuramente censurabile, a fronte di un migliaio di iscritti, ha favorito tra l’altro, una certa strumentalizzazione, da parte di chi, è sempre stato intenzionato a spostare il discorso sugli aspetti superficiali, anziché sforzarsi di analizzare le problematiche in maniera un po’ più approfondita. Io ho sempre invitato chiunque avesse voluto, ad un confronto sereno, e soprattutto fuori dai social, che non è proprio il luogo adatto per discussioni costruttive.Il risultato è stato pari a zero, forse perché non siamo ritenuti meritevoli di attenzione o forse perché non ci nascondiamo dietro a ipocrisie e finzioni come invece fanno in tanti”.

    Cosa risponde a chi vi taccia di essere razzisti?
    “Che quando non si hanno argomenti per controbattere le ragioni, tra l’altro evidenti (a tutti quelli che ‘vogliono’ vedere), si preferisce etichettare, con banalissimi slogan la controparte, chiudendo così la porta ad ogni replica. Una posizione apparentemente comoda che pare altrove non abbia dato gli effetti sperati”.

    Che cosa prova nel vedere anche bimbi piccoli che perdono la vita sui barconi?
    “Dolore profondo come penso sia normale, almeno in una persona civile. Questo però non mi impedisce di ragionare, cercare di capire le cause che spingono bambini a salire su quei barconi, ed adoperarmi per combatterle. Perché, vede, se non si interrompono i flussi migratori non regolamentati, assisteremo per anni e anni a scene come quelle che non vorremmo mai vedere. Le morti in mare, sono l’effetto non la causa. Dispiace che interessi particolari possano strumentalizzare a proprio vantaggio (politico, ideologico, economico), la crudezza di quelle immagini.Ricordiamoci, che mentre muoiono alcuni bambini in mare, di cui ci mostrano foto strazianti, ne muoiono migliaia nella quasi indifferenza generale, sulla terraferma. Questi ultimi pagano unicamente la mancanza di ‘appeal mediatico’. In sostanza, non servono alla causa degli ipocriti, per non usare altri e più confacenti termini”.

    Cosa è cambiato da ieri, da quando i sammarinesi accoglievano gli italiani che scappavano dalla guerra, a oggi? “Che gli italiani scappavano da una guerra ben visibile e tangibile. Oggi, le statistiche dimostrano che i flussi migratori più elevati arrivano da paesi dove non c’è guerra. Miseria dilagante sicuramente, ma non guerra. Tant’è che a fatica, dovendo vincere la disinformazione messa in atto in questi anni , si sono cominciate a fare distinzioni tra rifugiati politici e migranti economici, scoprendo la verità che oggi noi tutti conosciamo e cioè che solo una piccola percentuale è composta da persone che fuggono da guerre”. 

    Sarà anche come sostiene lei ma a San Marino al di là delle polemiche non si vede la presenza di migranti. Non è che si sta cavalcando una battaglia solo ed esclusivamente per fini di consenso?

    “Non è così. A San Marino, non si vede la presenza di migranti in numero elevato e quindi risulta una presenza ‘discreta’, ma questo non vuol dire che non vi siano, e che non possano arrivare, e abbiamo prove di quanto dico, proprio invogliati dai progetti tanto dichiarati. Se poi parla di fini di consenso, se si riferisce alla politica, che operando per favorire immigrazione dovrebbe trarne vantaggio, francamente non capisco come. Semmai ottiene l’effetto contrario, basta sentire i normali discorsi che si fanno in giro, in Repubblica”.

    A proposito di consenso, non è che pure voi volete entrare nell’agone politico con un nuovo movimento? “Al momento ci basta essere un gruppo di pressione, anche perché per essere un partito politico, aggiungo serio, occorre avere una visione completa che non sia il solo dire no ai migranti e poco altro. Quindi è necessario avere una rappresentanza credibile e preparata su tutti gli aspetti della gestione della cosa pubblica, ed è inutile negare, che al momento non ci sentiamo assolutamente pronti. Tuttavia, qualora lo dovessimo ritenere necessario, potremmo decidere di passare ad un’azione più incisiva cercando di ottenere una rappresentanza in Consiglio. In questo senso, per non farci eventualmente trovare impreparati, abbiamo già intrapreso alcune azioni, necessarie per diventare qualcosa di più concreto di un semplice gruppo social”.

    Dunque il passo successivo potrebbe essere trovare “sponda” con gruppi italiani di destra?

    “Esatto. Abbiamo avviato contatti, con forze che rappresentano in Italia il Centro-Destra, nelle quali meglio ci riconosciamo, e tra l’altro assenti qui a San Marino, per cercare un supporto tecnico, idee, esperienze, da applicare nella nostra realtà. Naturalmente, con tutti i distinguo del caso, operando in un paese straniero e con problemi molto differenti. Proprio nei giorni scorsi abbiamo incontrato a Rimini la Lega e Forza Nuova. Poi toccherà a Fratelli d’Italia e Casapound”.

    Quali saranno le prossime iniziative che metterete in campo?

    “Sul piano politico, incentivare i rapporti con le forze suindicate, ed in particolare con la Lega per la forza dirompente dimostrata alle ultime elezioni politiche e amministrative. Sul piano dell’azione, parteciperemo su invito di Forza Nuova Rimini, alle loro ‘passeggiate per la sicurezza’, nelle zone più interessate dal fenomeno immigrazione , dalle quali cercheremo di ricavare materiale da pubblicare sul gruppo, che apriremo a tutti, per una maggiore sensibilizzazione dei cittadini Sammarinesi”.

    Cosa ne pensa di una possibile adesione di San Marino all’Unione Europea?
    “Di questo posso parlare unicamente a titolo personale e confermo di essere estremamente contrario. In primis perché stiamo assistendo alle sempre maggiori difficoltà dell’Europa, di tener insieme interessi particolari, (e guarda caso sui migranti i nodi sono venuti al pettine), soprattutto in un ambito dove, al di là delle dichiarazioni di facciata, sono i più forti a dettare le regole ed i piccoli a subirle, timorosi di chissà quali ricadute negative per le proprie economie. L’adesione all’Europa, farebbe venir meno, quel briciolo di sovranità che ancora rimane, nel nostro Paese, che invece deve trovare la forza nella propria peculiarità, non nell’omologazione tout-court. Poi, ci sono gli enormi costi che si dovrebbero sostenere per alimentare la macchina burocratica necessaria : siamo già in seria difficoltà così, auguriamoci a dover sostenere un’al- tra casta politica a livello europeo. Infine rappresenterebbe un passo irreversibile. Ammesso che entrarci sia possibile, uscirne sarebbe impossibile, e ci potremmo trovare, dopo anni, ad interrogarci sulla reale utilità dell’adesione. E quando è la storia a giudicare, in genere è troppo tardi”.

    David Oddone, La RepubblicaSM