San Marino. Parla mamma del Titano: “Ecco come abbiamo sconfitto il coronavirus” (articolo integrale da Repubblica Sm)

I colpi bassi della vita bisogna metterli in conto ma siamo comunque sempre impreparati a riceverli. Lo sanno meglio alcuni di altri. Sì perché c’è chi il pericolo lo ha visto solo da lontano, magari in televisione e chi invece si è trovato a doverlo affrontare di persona, in un corpo a corpo che è durato settimane. Ne abbiamo parlato con Fiorella Scalera che ha provato la malattia sulla propria pelle e su quella dei suoi familiari.

La sua famiglia è stata colpita dal coronavirus, può raccontarci le varie fasi della malattia?
“Tutto è iniziato il 9 marzo scorso quando a mio marito, che ha 40 anni, è venuta la febbre. A quel punto abbiamo contattato il medico il quale però era in malattia. Dopo alcuni giorni visto che la febbre non scendeva abbiamo contattato un’infermiera che gli ha consigliato di prendere la tachipirina. Anche quest’ultimo rimedio si è tuttavia rivelato vano, considerato che la febbre era arrivata a 40 e non scendeva in nessun modo. E’ stato allora che ci siamo decisi a chiamare il 118. A quel punto è arrivato il tampone e la diagnosi di coronavirus. A distanza di pochi giorni è venuta la febbre anche a me e nel giro di poco ho avuto la stessa diagnosi”.

Come avete reagito alla notizia di esservi contagiati?
“La notizia ci ha devastati, ci siamo subito chiesti perché a noi visto che fino a quando non vieni colpito continui a credere sia qualcosa di lontano che accade agli altri ma non potrà mai colpire te. Il pensiero è subito corso alla nostra bimba di due anni che probabilmente è stata contagiata a sua volta anche se a lei non è stato fatto il tampone. La bimba è seguita dalla pediatria che ci chiama con regolarità per tenere monitorata la situazione, lei in realtà ha avuto la febbre per pochi giorni sebbene abbia ancora la tosse. Devo constatare che sicuramente l’effetto su di lei è stato meno pesante di altre malattie come ad esempio la ‘mani bocca piedi’. Però non posso dire che siamo stati tranquilli, si tratta pur sempre di un virus nuovo e non si sa mai quali possano essere le complicazioni anche sui bambini”.

Qual è il pensiero più spaventoso che come genitori vi ha fatto visita più spesso in questo incubo?
“Come dicevo era la preoccupazione per la bambina perché se fossimo stati ospedalizzati lei sarebbe rimasta sola. Noi siamo a San Marino dal 2016, ci siamo trasferiti per ragioni di lavoro ma nessun nostro parente si trova qui, noi siamo completamente soli. Pensavo a cosa sarebbe potuto accadere a lei e anche a come poterla accudire durante la malattia. Fortunatamente l’ospedale, la croce rossa, la protezione civile, si sono rivelati dei veri angeli: ci hanno fatti sentire protetti. Non ci è mai mancato nulla e hanno provveduto a tutte le nostre esigenze”.

Ora siete guariti?
“Mio marito è stato dichiarato guarito perché due tamponi sono risultati negativi, io per il momento ho fatto solo il primo che è risultato a sua volta negativo anche se ho ancora la tosse. Questo è un virus veramente subdolo che ti illude di star bene un giorno e si ripresenta il giorno dopo. Però le cose ora vanno davvero meglio, ora si ricomincia a vivere. Così vorrei che il racconto della nostra esperienza servisse a dare coraggio. Certo noi non abbiamo avuto bisogno di ossigeno e non siamo stati intubati, abbiamo affrontato tutto a casa, ovviamente con l’assistenza di cui le ho parlato”.

Può dirci quali sintomi avete avuto?
“Oltre alla febbre alta, un lieve senso di spossatezza e dolori articolari similinfluenzali poi tosse e una pressione al petto anche se mai fame d’aria”.

Con quali farmaci siete stati curati?
“A me non avendo una polmonite grave né una febbre importante non hanno dato nessuna cura, solo delle gocce per placare la tosse, mio marito ha assunto degli antiretrovirali che comunemente vengono usati per la cura dell’hiv e poi degli anti infiammatori…”

Vi siete fatti un’idea di dove potreste aver contratto il virus?
“No, abbiamo solo il dubbio che forse mio marito potrebbe essersi contagiato andando a fare una visita. Sul posto di lavoro infatti nessuno si è contagiato”.

Tutto sommato il vostro corpo ha saputo combattere contro questo virus pur subdolo, quali sono state le vostre armi?
“Penso che siamo stati fortunati, soprattutto perché non è stato necessario allontanarci dalla nostra bimba, il che sarebbe stato per noi – come penso per tutti – insostenibile. Fortunatamente noi non fumiamo, non beviamo, cerchiamo di mangiare in maniera sana e facciamo sport”.

Olga Mattioli

Repubblica Sm