Dopo un lungo letargo vissuto all’ombra dell’appiattimento sulle posizioni governative e della DC in particolare, il Partito Socialista ha battuto un colpo. Ci sono volute le dimissioni del Segretario già dimissionario e riconfermato per acclamazione pochi mesi addietro per dare un segno di vita.
Un comunicato alla fine è uscito e l’argomento scottante è stato sfiorato, anche se condito di argomentazioni confuse e sfuggenti.
Da quel che se ne ricava, leggendo quanto espresso dagli organismi PS, emerge l’immagine di un partito impalpabile. Daltronde, dopo l’uscita di un nutrito gruppo di Socialisti un anno fa circa, dopo la perdita di pezzi dell’Esecutivo, dei socialisti “pizzaioli”, dopo le dimissioni addirittura del Segretario e dopo l’abbandono in blocco di un altro gruppo di dirigenti e iscritti, avvenuto in questi giorni, che cosa rimane del glorioso Partito Socialista? Nulla!
E’ divenuto ormai un Partito famigliare, pieno di nipotini, parenti di vario grado e qualche sepolcro imbiancato, silente, impegnato a perpetuare il gioco delle matrioske, sempre più piccolini pur di esserci, pronti a far da testimoni di un partito che se fosse dipeso da loro non sarebbe mai nato.
Chi rappresenta più questo Partito che ha dilapidato tutte le sue grandi potenzialità con una linea politica suicida?, e che ruolo potrà mai giocare un si fatto raggruppamento politico, al di là dei comunicati in stile ottocentesco che ormai non possono incantare più nessuno, rispetto al grande, impellente, irrinunciabile, bisogno di futuro del nostro Paese?
Di questo dovrebbero discutere i dirigenti di quel che rimane del PS invece “di menar il can per l’aia”.
ANACLETO.