Una chiave di lettura per comprendere come mai avere qui un incarico diplomatico sia così ambito.
l “tasto” passaporti – in particolare quelli diplomatici -, a San Marino è molto delicato. Un argomento del quale fino a ieri era meglio non parlare. Motivo, diverse e variegate indagini che hanno messo in luce un possibile uso distorto della carica di console o di ambasciatore. Senza voler generalizzare o puntare il dito verso casi magari ancora sono fermi alle indagini preliminari o al primo grado di giudizio, quel che è certo è che il governo sammarinese, conscio di queste “storture” già da qualche anno ha proposto un giro di vite. Andando ad intervenire dove serviva.
Senza voler rievocare “fantasmi” di nomine contrastate e in alcuni casi quantomeno inopportune, basti citare il caso di Paul Phua ambasciatore non residente di San Marino in Montenegro, pokerista accusato di scommesse illegali. E di contatti con la famigerata triade 14k, organizzazione criminale internazionale dedita al traffico di droga, usura, gioco d’azzardo e diversi altri reati. Fatti questi che inevitabilmente hanno portato alla revoca dell’incarica diplomatico da parte del governo del Monte. Secondo gli inquirenti – lo si ricorda – Phua avrebbe contatti con Podeschi. Al cittadino malese sarebbe infatti riconducibile la Black Sea Pearl, società delle Isole Vergini Britanniche, che accreditò fondi alla Clabi, società di Pode- schi e Biljana Baruca, cui finirono oltre 1 milione e 200mila euro.
Tesi questa non condivisa dalla difesa, che ha sempre sottolineano come il legame tra Podeschi e Phua avesse riguardato solo l’ipotesi di costruzione di un grande albergo sul Titano.
Ma tornando ai passaporti – non necessariamente “diplomatici”, ci avvaliamo dell’ausilio del Corriere della Sera, che all’argomento ha dedicato un interessante approfondimento.
Hanno quasi tutti lo stesso formato, variano invece per colore e per opportunità di viaggio e libera circolazione nei territori mondiali che garantiscono a chi li possiede. Se chi parte dagli Stati Uniti può raggiungere 147 nazioni straniere senza dover chiedere un visto, per altri Paesi le restrizioni sono molto più forti: chi ha passaporto delle isole Salomone per esempio viaggia invece solo in 28 Paesi senza permessi, in 38 per chi ha il passaporto etiope, in 44 per il passaporto libanese e in 59 per quello indiano.
Ma è insito Passport Index ad offrire una curiosa panoramica delle nazioni e dei passaporti di tutto il mondo. Il sito è stato creato dall’azienda Arton, fondatrice della Global Citizen Foundation. Una delle opzioni offerte dal sito di Passport Index è quella di compiere ricerche a seconda del colore del passaporto: i più utilizzati? I rossi, i verdi e i blu.
In alternativa, è possibile navigare una mappa geografica mondiale per scoprire le fattezze del documento valido per l’espatrio cliccandovi sopra nazione per nazione, oppure cercare in un elenco nominativo il Paese che più interessa. Ma la funzione più interessante – come rileva del resto il Corsera – è quella del Passport Power Rank: un indice che fa una classifica dei passaporti basandosi sul numero di stati esteri che il suo possesso permette di visitare senza richiedere visti, professionali o turistici.
Le due nazioni che al mondo hanno il giudizio 1 – il più alto – sono solo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna: per entrambe la libertà di movimento è grande 147 stati. Il rank 2 appartiene invece a Francia, Germania e Corea del Sud: per loro gli stati visitabili liberamente sono invece 145.
A fondo classifica compaiono i territori palestinesi, l’arcipelago africano di São Tomé e Príncipe, il Sudan del Sud, Myanmar e Isole Salomone: per loro gli stati visitabili scendono a 28, nemmeno un quinto rispetto ai primi. È ottimo il risultato italiano: nel Passport Power Rank si colloca in terza posizione con voto 3, insieme alla Svezia, e l’opportunità di recarsi senza visto in 144 nazioni. Subito sotto, con 143 stati e rank 4, si posizionano Singapore, Danimarca, Finlandia, Giappone, Lussemburgo e Olanda, mentre la Svizzera è quinta con 142 stati e la Spagna è ancora sotto a quota 141. San Marino ha un rank di tutto rispetto, soprattutto considerata la sua grandezza: rank 20 (123 stati).
Agente diplomatico. Un agente diplomatico (detto spesso anche semplicemente diplomatico) è un funzionario attraverso il quale uno stato intrattiene relazioni con un altro stato o un’organizzazione internazionale. Dovrebbe avere per peso politico specifico un tank altissimo, si ferma invece a rank 25, con “appena” 113 stati visitabili.
Ecco dunque una chiave di lettura che può fare capire come mai il passaporto (diplomatico e non) del Monte sia tanto ambito e ricercato.
E’ chiaro che uno strumento del genere va monitorato e tenuto al riparo da usi distorti e strumentali.
Al contrario e alla luce di questi dati, San Marino ha a disposizione uno strumento incredibilmente utile per promuovere la propria terra e la propria immagine verso l’esterno. Usiamo allora questo strumento per portare imprenditori seri in territorio, facendo al contempo gli interessi del Titano, piuttosto che aiutare imprenditori poco seri e fare i propri di interessi.
David Oddone, La Tribuna