San Marino. Patenti sammarinesi e multe italiane: un Far West dove gli automobilisti del Titano sono indiani inermi. E il Governo spegne la luce per fingere di non essere in “casa”… di Enrico Lazzari

Cari sammarinesi, benvenuti nel Far West italo-sammarinese, dove le strade italiane, per gli automobilisti con targa biancazzurra, si trasformano in un canyon da film di Sergio Leone: i comuni italiani, pistoleri senza scrupoli, ti sparano multe immediata e  cartelle esattoriali polverose come proiettili di un tempo che fu, usando vie brevi e losche, degne di un contrabbandiere da due soldi.

Enrico Lazzari

E tu, automobilista del Titano, sei il povero indiano disarmato, abbandonato nel deserto burocratico senza una borraccia d’informazioni per salvarti. La patente? Un bersaglio mobile per la Stradale, che ti colpisce con decurtazioni di punti fantasma, risalenti a quando ancora usavi il Nokia 3310. E il nostro governo? La Segreteria agli Interni, capitanata dal “silente” Andrea Belluzzi – che pure lui calca gli asfalti italiani, anche in bicicletta –  si comporta come uno struzzo con la testa infilata nella roccia del Monte, ignorando il grido d’aiuto dei cittadini, come denunciato poche ore fa su queste stesse pagine elettroniche (leggi qui). Che aspettano, a Palazzo, un telegramma da Roma o un’apparizione del santo Marino sopra la Baldasserona?

Questo caos amministrativo è una farsa tragicomica, un labirinto di norme fumose dove i sammarinesi sono pedine in un gioco che pare truccato. Prendiamo la vicenda delle patenti, un’operetta buffa che farebbe invidia a Dario Fo. Ti fermano a Ponte Verucchio per non aver allacciato la cintura – roba da 83 euro, meno di una pizza in famiglia – e puff! La Stradale ti sequestra la patente per una settimana, sventolando un “punteggio virtuale” che sembra uscito da un videogioco truccato. Punti decurtati 18 anni fa – quando i social erano un sogno e i sammarinesi speravano ancora di scendere in Riviera per “rimorchiare” la tedeschina di turno – ti perseguitano come un vampiro assetato. L’articolo 218-ter del Codice della Strada italiano, fresco di stampa, prevede sospensioni brevi per chi ha meno di 20 punti, ma per i sammarinesi questa norma è un cappio: i punti sulle patenti rilasciate dalla Motorizzazione di Murata non si reintegrano, a differenza degli italiani che, senza infrazioni, fanno rifanno il pieno ogni due anni come un’auto al distributore.

Risultato? Un ritiro per una sciocchezza, come se guidare senza cintura fosse equiparabile a una rapina a mano armata. È una lotteria dove, tu sammarinese, perdi sempre e la tua patente è riconosciuta, sì, ma trattata come un certificato penale “pieno”…

E poi ci sono le multe, un altro capitolo di questa saga da operetta. I comuni di Rimini, Coriano, e non solo, novelli Robin Hood al contrario, saccheggiano i sammarinesi con cartelle per violazioni del 2011, spedite via posta ordinaria come volantini del supermercato, ignorando la Convenzione di Strasburgo che impone il passaggio dal Tribunale del Titano. Non sono truffe, diceva un sindacato tempo fa, ma “iter non corretti”, un modo elegante per dire che è come se ti chiedessero di pagare il conto di una cena che non hai mai mangiato.

Prescrizione? Un miraggio lontano cinque anni, ma queste cartelle arrivano come zombie risorti da tombe dimenticate, pretendendo soldi con l’arroganza di un esattore medievale.

E i sammarinesi? Confusi, spaesati, si chiedono se pagare o combattere, armati solo di un avvocato e di una pazienza da santi… Veniamo alle norme, quel groviglio di codici e accordi che sembra scritto da un burocrate con un debole per i rompicapo della Settimana Enigmistica. L’articolo 126-bis del Codice della Strada italiano decurta punti anche ai sammarinesi, ma senza il reintegro automatico: un contatore maledetto che scende all’infinito, come una clessidra dove la sabbia può solo scendere. L’articolo 135, con lo Scambio di Note del 2022 e l’accordo del 2006, riconosce le patenti sammarinesi, ma sui punti? Nebbia fitta, un silenzio che urla più di una sirena. Le notifiche delle multe? L’articolo 201 impone 360 giorni per inviarle, e per voi sammarinesi devono passare dal Tribunale sammarinese, come sancito dalla Convenzione di Strasburgo del 1977.

Ma i comuni italiani, con la grazia di un elefante in cristalleria, di un Salvini in un campo profughi sahariano, mandano raccomandate dirette, fregandosene delle regole.

Sul Titano, il Decreto Delegato 81/2008 parla chiaro: prescrizione in cinque anni, ma senza un accordo bilaterale aggiornato, i sammarinesi restnao in balia di un sistema che li tratta come “polletti” da spennare. L’UE? Tutto è regolato dai bilaterali italo-sammarinesi del 1939, unica “zattera” malconcia in un mare in tempesta.

In conclusione, questo caos è una vergogna che puzza di inerzia istituzionale. La Segreteria agli Interni, o chi per lei, invece di illuminare i cittadini con un faro di chiarezza, si limita a spegnere la luce e fingere che non ci sia nessuno in “casa”. I sammarinesi meritano di sapere: come comportarsi in Italia? Quali rischi corrono? Come contestare una multa prescritta o un punto fantasma? Che diritti e che doveri hanno quando circolano al di là di Gualdicciolo, Dogana, Faetano, Chiesanuova o Fiorentino? Il governo, barricato nel Palazzo, si è dimenticato che la mobilità non è un lusso, ma un diritto?

Ogni viaggio in Italia è una roulette russa, e i vostri quattordicenni, con le loro macchinette che intralciano il traffico, rischiano di finire in un tritacarne burocratico prima ancora di imparare a parcheggiare. Ma non affoghiamo nello sterile lamento… La soluzione? La Segreteria agli Interni si svegli dal suo letargo. In primis informi sulla situazione, spieghi a chiare lettere se le multe notificate in maniera “creativa” dagli enti italiani vanno pagate o no, vanno impugnate o no e, se sì, in che sede. Poi, nello stesso istante, convochi un tavolo bilaterale con l’Italia, per aggiornare gli accordi e tappare i buchi di questo colabrodo normativo. Infine, si faccia chiarezza, magari attraverso il varo di un un portale Web con istruzioni chiare come il cristallo di Boemia: come monitorare i punti, come opporsi a una multa, come evitare di essere trattati come banditi di frontiera. E, per l’amor del cielo, si pretenda reciprocità: se l’Italia vi decurta punti virtuali, vi dia almeno accesso al loro sistema per controllarli e vi equipari agli automobilisti italiani per recuperarli, senza lasciarvi in un limbo degno di Dante.

Cari governanti, caro Segretario di Stato Belluzzi, non serve un miracolo, basta far due chiacchiere con gli Esteri e smettere di fare gli struzzi. Basta riaccendere i fari  iniziare a “guidare”… Meglio se con la cintura allacciata.

Enrico Lazzari