Lavoreremo affinché si creino i presupposti per riuscire a conciliare Famiglia, Lavoro e Politica. —
«In politica, se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna». Lo diceva Margaret Thatcher, ma è un detto ancora attualissimo.
La qualità fondamentale propria di ogni donna è essere un’amministratrice nata. Che si amministri il ménage familiare, un’azienda o un Paese intero, ogni donna ha le caratteristiche per farlo. Per nostra natura siamo infatti portate ad occuparci degli altri: le donne sono madri. E questo vuol dire, che per indole personale, tendono a mettere gli altri al primo posto, e di conseguenza sono più sensibili alle esigenze del cittadino, sono più concrete ed operative, risultando quindi di grande utilità per la cosa pubblica.
Eppure, ancora oggi c’è tanto da fare affinché le donne siano protagoniste della vita politica, nel mondo del lavoro, nella vita sociale e familiare. Bisogna lavorare perché i preconcetti non siano di ostacolo alle loro competenze, ed anche alle loro legittime ambizioni. Non solo per il bene delle sole donne ma della collettività intera.
Alle elezioni del Consiglio Grande e Generale di San Marino del 20 novembre, è in gioco anche questo punto importante. Fondamentale.
Crediamo che la presenza di donne in posizioni di vertice contribuisca a ridurre il pregiudizio di genere in modo diretto e indiretto. E riteniamo che le politiche di pari opportunità debbano intervenire sui differenziali retributivi, ma anche sulle modalità di organizzazione del lavoro.
Riconoscere alle donne pari opportunità economiche, sociali, politiche, rispetto agli uomini, e possibilità effettive di conciliazione di tempi e spazi di vita e di lavoro, significa approdare ad una società più giusta, rispettosa delle differenze che vanno riconosciute come ricchezza e non come vincolo, per un armonico progresso civile.
