VALUTAZIONE CREDITI DELTA
Quill aprile 2016
Dichiara di non conoscere gli attivi Delta e di non avere elementi su cui basare la propria valutazione
Riconosce che vi è stato uno studio approfondito di KPMG ma a quella data – aprile 2016 – non ha a disposizione la relazione aggiornata 2016 (sui dati 31/12/2015)
e ritiene che i dati 2014 siano obsoleti.
Ritiene indispensabile una verifica dell’attivo anche mediante revisione rigorosa (AQR) in considerazione della prospettiva che lo Stato ceda la CASSA ad investitori esteri al fine di rientrare in parte delle somme utilizzate per la ricapitalizzazione.
Grant Thorton agosto 2017
Dichiara – in premessa – di non avere esaminato i documenti ed aver approfondito le posizioni considerato il periodo breve concesso per la redazione della relazione (pochi mesi)
Riconosce che vi è stato uno studio KPMG ma ritiene di far solo riferimento alle svalutazioni effettuate dalle tre società finanziarie ed a valutazioni di sistema (es. natura ed età del credito, riduzione dei flussi di cassa nel 2016)
KPMG
Incaricata sin dal 2009 ad esaminare i crediti DELTA per tipologia, per composizione del portafoglio, per modalità di recupero.
Lo studio di KPMG parte da un’analisi delle singole posizioni
Il piano operativo viene rivisto annualmente tenendo in considerazione le variazioni intervenute nella gestione del recupero dei crediti ed ogni anno KPMG indica le rettifiche e svalutazioni da apportare nel bilancio della CASSA DI RISPARMIO.
L’ultima relazione, a noi nota – è quella di giugno 2017 – redatta sulla base dei dati al 31 dicembre 2016 che indica rettifiche per 60.000.000 circa.
Basta un mero esame della relazione per comprendere la natura dell’analisi svolta e la rilevanza delle sue valutazioni.
Rilievi sull’intervento di Giuseppe Morganti nella presente seduta consigliare
Morganti sostiene che le pesanti svalutazioni effettuate sono conseguenti ad una variazione nella metodologia di valutazione dei crediti.
Dall’intervento di Morganti si evidenziano tre gravi errori o contraddizioni:
1) i crediti DELTA non sono totalmente in carico alle 3 società finanziarie CARIFIN – plusvalore – detto factor
Vi sono anche crediti in capo alla Società RIVER HOLDING
Ciò rileva per la considerazione sulle svalutazioni come puntualmente viene evidenziata da KPMG
2) Morganti parla di scostamento di valori nelle svalutazioni CASSA rispetto alle svalutazioni effettuate dalle 3 società finanziarie e la necessità di allineare i valori… ma non tiene conto che CASSA ha fatto anche la svalutazione delle partecipazioni (per 340.000.000 circa) – ossia mancata restituzione dei finanziamenti a causa dei mancati recupero credito – anche la svalutazione delle partecipazioni nelle società del Gruppo DELTA (mancata restituzione dei finanziamenti) va considerata nelle totali svalutazioni che la CASSA ha effettuato per i crediti DELTA
3) nessuno ha mai contestato il dato di KPMG sulle proiezioni di futuro recupero dei crediti con le stesse modalità di analisi:
cfr relazione KPMG relazione giugno 2017 di 67 pagine
analisi crediti per singola tipologia
– performing e non performing
– suddivisione per modalità di recupero
– valutazione partecipazione
– valutazione DTA e AGE
peraltro l’analisi KPMG non deriva da un mandato di pochi mesi o poche settimane ma un lavoro progressivo di oltre 8 anni – relazione iniziale con aggiornamenti e proiezioni riviste annualmente
– nessuna relazione è stata presentata – così elaborata – per contestare le risultanze KPMG
Considerazioni sulla società di recupero crediti Delta
Sia Quill che la Grant Thorton evidenziano che dal 2016 sono diminuiti i flussi derivanti dal recupero dei crediti traendo la considerazione che le proiezioni di recupero siano da rivedere in senso sfavorevole per il futuro.
Il recupero credito viene effettuato da una società esterna TARIDA – che peraltro percepisce una percentuale pari al 30% sui recuperi (molto minore per i crediti sanitari)
La società TARIDA fa capo al Gruppo CERVED.
Con l’ultima lettera di SGCD a CASSA – agosto 2018 – si indica che il Gruppo che intende acquistare i crediti Delta CERBERUS opera in collaborazione con CERVED.
– non possono che sorgere dei dubbi:
• le trattative per la cessione dei crediti – ormai noto a tutti dalla documentazione – hanno inizio nel 2016
• dal 2016 si riducono i flussi dal recupero credito – e ciò viene portata come motivazione da un lato per cedere i crediti Delta e dall’altro per l’offerta ad una bassa percentuale di valore.
Oggi veniamo a sapere che chi si propone di comprare i crediti, chi propone un prezzo minimo è una società CERBERUS unitamente alla CERVED che guarda caso è la stessa che recupera i crediti Delta per il tramite della sua controllata TARIDA.
Non è strano questo rallentamento dei recuperi dal 2016?
Chi fa fatica a recuperare i crediti è fra gli acquirenti?
Non ha interesse chi vuol comprare, far risultare che la riscossione è a rallentare i recuperi, così ottenendo anche la possibilità di ridurre la percentuale in offerta?
Non è palese il conflitto di intresse?
Non è solo questo motivo valido per bloccare ogni trattativa per la cessione dei crediti Delta?