A più ripresa il governo di San Marino ha chiesto un confronto e negli ultimi giorni un tavolo tecnico è stato avviato. A San Marino continua a tenere banco l’inchiesta ‘Torre d’avorio’ della Guardia di Finanza, quella che ha chiamato in causa centinaia di residenti a San Marino per una verifica fiscale su ampia scala.
Dal tavolo tecnico dovrà poi scaturire anche un confronto politico con i vicini italiani su una vicenda che sul Titano è stata considata come «un attacco inaccettabile». Nei giorni scorsi, intanto, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi aveva riconosciuto che «San Marino non è più un problema», segno ulteriore di una possibile ulteriore distensione. Intanto in Repubblica per far capire qualcosa di più ai cittadini, quindi sul da farsi una volta ricevuta la lettera della Guardia di Finanza, il Pdcs smobilita una squadra d’eccezione. Un esperto fiscalista, Giorgio Valente, un legale, Filippo Cocco, il presidente dell’ordine dei commercialisti del Titano, Marco Stolfi, infine il segretario di Stato agli Esteri, Pasquale Valentini: questi i protagonisti del seminario che sabato dalle 10 alle 13 si terrà alla sala Montelupo di Domagnano. Dalla sede del partito il segretario Marco Gatti, insieme ai vertici della Dc, presenta l’iniziativa. «Ci aspettiamo partecipazione – auspica – Sarà un momento per prendere consapevolezza e avere chiarimenti su come comportarsi». È infatti «un tema che non va sottovalutato come singola persona interessata e come Paese». L’idea di organizzare un evento è nata a fronte della preoccupazione crescente nel Paese: «Ci sembra mancare un po’ di conforto vivo con i cittadini». Beccari analizza la vicenda: «C’è una dimensione politica e una tecnica». La prima parte dal presupposto che «l’amministrazione fiscale italiana in autonomia ha portato avanti delle azioni per accertare eventuali evasioni fiscali». Ma diventa una questione politica «nel momento – aggiunge – in cui questa azione è incentrata solo nei rapporti tra due Paesi». In sostanza, «per quanto ci è dato sapere – puntualizza il consigliere – le Fiamme gialle non sembrano partire da indicatori di rischio». Per questo «per noi è una questione politica. Quanto portato avanti dalla Gdf è una prassi contraria ai principi su cui si isprira la collaborazine internazionale fra Stati». Una prassi «ancor più pericolosa dove i rapporti tra i due stati non si possono misurare in modo paritario». Gatti e Beccari confermano la volontà di rivolgersi a organismi super partes: «Non vediamo male – sottolineano – l’idea di porre la questione a livello internazionale». Infatti, «oggi siamo all’alba dello scambio automatico informazioni, ma non possiamo pensare che malgrado questa nuova frontiera, ormai superata, ancora si pensi a San Marino con etichette del passato, come Paese off shore, siamo un enclave e gli scambi San Marino e Italia sono inevitabili». Il Resto del Carlino
