Intervista prettamente politica al Segretario al Turismo Pedini Amati. Volutamente in questo momento abbiamo tralasciato le tantissime iniziative, fra cui la bella esperienza di San Remo e di Una voce per San Marino, che rimanderemo ad altro momento. Come si dice l’attualità incombe e quanto emerso è dirompente e potrebbe in qualche modo rivoluzionare il quadro politico presente e futuro.
Segretario Pedini Amati, situazione politicamente molto fluida. Tanti movimenti, tante parole… che idea si è fatto?
“Guardi, ho seguito un po’ tutte le dinamiche politiche dell’ultimo periodo da parte dei vari esponenti, Consiglieri, Segretari di partito o addirittura di Stato, i quali hanno parlato della attuale situazione politica.
Appare evidente, come del resto già suggerisce lei nella domanda, che qualcuno volutamente ha accelerato alcune dinamiche portandoci di fatto in campagna elettorale.
Non credo che ciò sia avvenuto a caso ovviamente, ma che al contrario sia stato fatto con la volontà di farlo.
Parliamo di un processo politico che ormai non può essere arrestato, ma d’altra parte i tempi sono maturi: ci restano sulla carta un paio di anni di legislatura ai quali bisogna togliere almeno sei mesi di campagna elettorale”.
Tutti pronti allora a fare da stampella alla Dc?
“Ha centrato il punto. Rispondo alla sua provocazione dicendo che per tutti gli interlocutori politici essere la stampella di qualcun altro credo non vada mai bene.
Quindi impostare il discorso su chi debba fare da contorno alla Dc per governare al prossimo giro, mi pare un ragionamento sbagliato e che dal mio punto di vista non porta da nessuna parte.
Allo stesso modo dobbiamo renderci conto di come oggi la Democrazia Cristiana sia tornata ad essere un partito popolare che ha rappresentato per tanti anni un punto di riferimento.
La Dc è una garanzia politica per chi la vota, ma anche dal punto di vista del welfare.
La traduzione di questa garanzia, la cartina di tornasole, è che ha preso all’ultima tornata il 33% dei consensi”.
Secondo lei allora la Dc riprenderà gli stessi voti dell’ultima trionfale tornata?
“(sorride, ndr) Cosa succederà domani è difficile dirlo. Dico però una cosa. Quando si è al governo si possono certamente ottenere risultati anche più positivi, oppure l’esatto opposto.
Di certo io credo che quel 33% rappresenti per la Dc il massimo risultato possibile, difficilmente superabile.
Parliamoci chiaro. Le decisioni si prendono tutti assieme. Ma poi ogni risultato è figlio degli atti che attengono al proprio Ufficio e alle proprie deleghe.
C’è chi ha deciso sul debito e lo gestisce, c’è un Segretario al Territorio che gestisce il territorio, c’è chi ha deciso sulle bollette e l’energia, chi ha guidato la Sanità e così via.
Ognuno di noi pagherà un prezzo anche personale in termini di voti e consenso. Me compreso.
Per essere ancora più esplicito io non do assolutamente per scontato che ci sarà una riconferma dei numeri di questa legislatura. E chi lo pensa fa i conti molto male”.
Si riferisce soprattutto a Rete?
“Credo di averle già risposto, non mi riferisco solo a Rete. In ogni caso su Rete le posso dire semplicemente ciò che è risaputo da tutti, ma che nessuno ha il coraggio di dire: perderà tantissimi voti. Forse alcuni di quei voti ricadranno su Demos, ma non così tanti perché non è un partito strutturato.
La maggior parte di quei voti torneranno ai partiti di origine. Qualcuno poi personalmente nei vari partiti potrà avere qualche voto in più o meno, ma questo lo vedremo”.
Come giudica l’esperienza di Npr?
“Per quanto riguarda Npr mi pare evidente che l’esperimento non ha funzionato. E lo si vede dal fatto che è uscito Iro Belluzzi, poi Denise Bronzetti. Due del Ps sono usciti dal Ps…
Se l’obiettivo è la pacificazione della sinistra, mi pare che si dovrà passare solo dai partiti storici o comunque più rappresentativi, che in questo caso si chiamano Psd e Libera”.
Nuovo governo già fatto allora? Si parte da Psd e Libera?
“Non mi metta in bocca le parole. Non sto aprendo in questo momento a Libera, ma certamente possiamo parlare di punto di partenza e di una visione del futuro, questo sì”.
Non pensa di spaventare la Dc in questo modo?
“La ringrazio per la domanda pertinente e intelligente. Se questo ragionamento deve essere visto o utilizzato dai detrattori, da quelli che ambiscono a fare da stampella a questo o quell’altro, per dire dopo questa intervista ‘ve lo avevo detto, questi vogliono mandare la Dc all’opposizione’, ebbene io rispondo che non è questo il punto, anzi è l’esatto contrario”.
Che cosa ha in mente?
“Cercherò di essere ancora più esplicito. Forse è meglio che ci siano due o tre partiti veri o due aggregazioni popolari che insieme governano (Libera e Psd, più la Dc, ndr), piuttosto che tanti mondi diversi i quali insieme fanno fatica a stare, come del resto si è anche visto nell’ultimo anno – un anno particolare e fondamentale che coincide con l’accordo per l’associazione all’Unione Europea – e come dovrebbe insegnare proprio l’esperienza fallimentare di Npr. Sono fermamente convinto che la nuova strategia per dare garanzia di governabilità, sia che i maggiori partiti comincino un dialogo, un percorso di unione, non necessariamente in un unico partito, ma appunto una unione politica. Serve un percorso chiaro e deciso fra i partiti di sinistra, in quanto oggi manca”.
E i “cespugli”? Tutti a casa?
“Io penso che questi cespugli e voglio essere chiaro non mi riferisco a Motus Liberi che ha avuto il coraggio di presentarsi agli elettori, superare il quorum e oggi a pieno titolo conduce una azione di maggioranza, dicevo questi cespugli devono trarre le dovute conseguenze. Prima che me lo chieda lei a chi mi riferisco, ce l’ho con chi prende un taxi o cerca un pullman per ottenere una ricaduta propria elettorale in un successivo momento e un posto al sole prossimamente”.
David Oddone
(La Serenissima)