Contrordine compagni! Troppo “sporca” probabilmente la possibilità di cacciare il giudice Morsiani.
“E poi come lo giusti chiamo davanti alla gente?” avranno pensato i fini strateghi che si stanno dannando l’anima perché magari il Giudice non porti avanti con troppa abnegazione il Caso Titoli, il nuovo Conto Mazzini. Come sono lontani i tempi in cui tutti osannavano il lavoro dei magistrati!
Quando si brindava al nuovo che avanza e all’opera di pulizia in atto! Quando ogni arresto era salutato con squillare di tromba dai novelli moralizzatori! Quando si scrivevano libri e pagine di giornale! Ora invece meglio tirare quattro strilli alle toghe. Perché dovrebbero indagare oggi, quando si sta facendo di tutto per rendere il Paese trasparente? Non ci fosse di mezzo la sopravvivenza stessa della nostra millenaria Repubblica si potrebbe anche riderci sopra.
Un uccellino ci ha raccontato una storia, anzi una suggestione che starebbe aleggiando sopra i Tavolucci. Siccome ci sono numerose prescrizioni, siccome diversi fascicoli sono indietro, perché non distribuire i carichi di lavoro? Sentite come suona bene questa parola: “distribuire i carichi di lavoro”.
Ma che cosa significa? Semplice: significa togliere al magistrato alcuni procedimenti e darli ad altri. Avviso ai naviganti: i sammarinesi non sono un gruppo di gonzi pronti a bersi anche il Guttalax.
Forse qualcuno non ha compreso che allontanare in questo momento il Giudice Morsiani, sanzionarlo, togliergli i processi più scomodi, potrebbe essere percepito come una grave ingerenza nell’autonomia della magistratura, come un attentato ai poteri pubblici.
I processi si devono fare e ci si deve difendere nelle aule di tribunale con gli strumenti che la democrazia mette a disposizione.
Sulle prescrizioni e la lentezza dei procedimenti sarebbe molto più costruttivo comprendere perché ciò avviene e fornire maggiori strumenti a chi indaga. Perché, sapete com’è? Suona un po’ strano a noi poveri ebeti, che proprio oggi si tiri fuori la questione delle prescrizioni. Oggi che ci sono in ballo indagini delicate che potrebbero presto vedere invischiati persino politici.
E pensare che per molto meno a suo tempo giornalisti che facevano il loro lavoro parlando con tutti sono stati tacciati di essere nemici della patria, di offrire una sponda agli indagati, solo per il fatto di essersi posti delle domande, di avere dato voce alle controparti. La ruota gira veloce, occhio a non venire colpiti.
La RepubblicaSM